di Luca Ngoi
Ventiquattr'ore dopo la vittoria contro la Finlandia l'Italia si ripete avendo la meglio sulla Bosnia Erzegovina per 84-81.
Dopo un primo tempo di ottimo livello, durante il quale gli azzurri scavano un vantaggio anche di 13 punti e mostrano azioni ad alto ritmo, buone spaziature, voglia di giocare di squadra e intensità in campo aperto la squadra si perde un po' nella seconda frazione in cui i bosniaci, mai domi, rientrano guidati dall'ex romano Nihad Dedovic, autore alla fine di 28 punti, ma sempre in controllo. In particolare a convincere poco è la fase difensiva, con zona e uomo alternati continuativamente ma mai convincenti fino in fondo. Soprattutto nelle fasi a zona i ragazzi di coach Pianigiani hanno dimostrato di poter fare molto meglio, date le triple troppo facili concesse ai vari Dedovic, Teletovic e Mazic che quasi sempre ne hanno approfittato ricucendo i vari svantaggi per arrivare anche ad avere il pallone per il vantaggio. Difesa a parte ad essere carente è ancora la presenza a rimbalzo, nettamente inadatta per i grandi livelli europei con i quali legittimamente ci si dovrà confrontare l'anno prossimo. Poca convinzione ed intensità sotto le plance si pagano anche in amichevole, figuriamoci con i colossi della palla a spicchi europea, e necessariamente questi difetti andranno appianati: non si possono acquistare i centimetri, ma la cattiveria e l'intensità sì.
Non solo note negative ovviamente in questa seconda serata trentina, ma anche un ottimo Pietro Aradori per la seconda volta consecutiva. Dopo i 15 punti registrati ieri contro la Finlandia sono infatti arrivati i 20 contro un avversario tecnicamente più valido; numeri che dimostrano un pensiero che in molti avranno: non si capisce in base a che cosa l'ex giocatore di Siena sia inferiore a Marco Belinelli, anzi in alcuni frangenti può essere anche considerato migliore. Il neo giocatore di Chicago ha infatti snobbato la Nazionale mesi e mesi prima del dovuto, affermando di voler prima sistemarsi in NBA e poi se mai di poter prendere in considerazione l'estate azzurra, e comunque nelle precedenti apparizioni con questa maglia (soprattutto in quella dell'Eurobasket scorso) si era dimostrato più un peso che un valore aggiunto per la squadra, presentandosi in evidente sovrappeso e forzando qualsiasi cosa in campo. L'umile Aradori invece ha provato una volta di più che può tranquillamente essere la prima punta (o se non altro la seconda) offensiva in una Nazionale che se la gioca a livello europeo. Del resto la capacità di segnare è il suo ultimo problema, difensivamente non va mai in difficoltà, conosce alla perfezione il sistema di Pianigiani e si sa muovere all'interno di certe regole, se può concentrarsi solo sulla parte realizzativa non ha assolutamente nulla da invidiare all'ex Hornets.
Per il resto registriamo un'altra solida prova di Stefano Mancinelli, ancora una volta miglior passatore del lotto, coadiuvato da un buon Chiotti, che continuando così potrà a buona ragione superare Marco Cusin nelle gerarchie per il ruolo di centro titolare. Il neo canturino ed ex pesarese da parte sua ha mostrato qualche distrazione di troppo nel finale, ma ha comunque segnato 10 punti e dato il suo apporto fisico sotto canestro, dove anche Angelo Gigli è parso costante rispetto a ieri. Note negative individualmente invece per Daniel Hackett, ancora non perfettamente a suo agio nel ruolo di playmaker, probabilmente anche lui può mostrare il meglio come numero 2, nel quale potrà essere più concentrato sul suo gioco tutto penetrazioni e accelerazioni evitando forzature inutili. Anche per Jeff Viggiano non sono state due ottime partite: coach Pianigiani gli chiede di entrare per fornire intensità in difesa, ma finora non è ancora stato in grado di garantirlo.
Il tempo per migliorare c'è per tutti, l'estate è ancora lunga e domani sarà il turno dell'ultima gara di questa Trentino Basket Cup contro il Montenegro, altra formazione che ultimamente è riuscita a prendersi un suo spazio all'interno del panorama europeo e che ha tra le sue punte di diamante un certo Nikola Pekovic. Si prospetta un test probante per i lunghi azzurri, staremo a vedere come lo affronteranno.
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