lunedì 30 aprile 2012

Premi di fine stagione in NBA, ecco i pronostici


di Claudio Pavesi
L'anno scorso è toccato a D-Rose, chi sarà quest'anno a vincere l'MVP?
Photo by fresh-university.com

La stagione si chiude e i Playoffs sono alle porte quindi è arrivato il momento dell'assegnazione dei premi annuali. Mai come quest'anno è stato difficile cercare di prevedere i vincitori considerando le sedici partite in meno rispetto al solito e i ritmi asfissianti che hanno causato molti infortuni. A questo proposito ho deciso di escludere dal nostro articolo sulla corsa ai premi i giocatori assenti per circa metà delle partite in programma, tra questi ci sono nomi importanti, su tutti quelli di Jeremy Lin, Ricky Rubio e Manu Ginoboli, questo non vuol dire che effettivamente non possano vincere dei premi, semplicemente non saranno presenti in questi pronostici. Inutile fare ulteriori preamboli e passiamo direttamente ai premi tra cui mancherà però quello di Rookie of the Year a cui verrà dedicato uno speciale apposito firmato dal nostro Federico Bianchi.

COACH OF THE YEAR
3) Tom Thibodeau, Chicago Bulls. Thibodeau e i suoi Bulls si meritano la seconda piazza in questa categoria come dimostra il miglior record della NBA a pari merito con gli Spurs. Thibodeau è stato strepitoso nell'insegnare ai propri giocatori tutte le sue conoscenze difensive, le stesse che hanno reso famosi i Boston Celtics degli ultimi anni, inoltre le sue indicazioni hanno reso i Bulls la squadra con iul miglior record in trasferta dell'intera NBA. Thibodeau ha dato il meglio di sè quando ha dovuto rimediare agli infortuni, molti e pesanti, come quelli a Derrick Rose, Rip Hamilton e Luol Deng a cui però è sempre stato in grado di trovare ottimi rimpiazzi come John Lucas e, nonostante tutto, è riuscito a mantenere il primo posto nella NBA per rimbalzi di squadra a partita e punti concessi.
2) Frank Vogel, Indiana Pacers. Vogel quest'anno è l'artefice della rivoluzione dei Pacers, passati dal record di 37 vittorie e 45 sconfitte dell'anno scorso a quello fantastico da 42 vittorie e 24 sconfitte, risultati che hanno regalato a Indiana la terza piazza a Est. Vogel ha dimostrato a tutta la NBA che è possibile essere estremamente competitivi anche senza avere due/tre All-Star in quintetto, anzi, il coach di Indiana ha costruito la squadra basata su rotazioni molto lunghe con ben dodici giocatori che giocano più di dieci minuti di media a gara. L'abilità di Vogel si è notata creando un ottimo gruppo in spogliatoio, trovando un ruolo perfetto per i nuovi innesti come David West e Leandro Barbosa e aiutando i giovani a diventare giocatori migliori, lampanti gli esempi di Paul George e Roy Hibbert, l'ultimo dei quali è diventato anche un All-Star.
1) Gregg Popovich, San Antonio Spurs. Il miglior record della NBA, il miglior record in casa e le seconda miglior squadra per punti segnati a partita, tutto questo è merito principalmente di una persona, l'immenso coach Popovich. Quando tutti pensavano che la dinastia degli Spurs fosse ormai alla fine e che i leader della squadra fossero troppo vecchi per poter competere a livelli così alti ma Popovich con il suo sistema, i suoi schemi e le sue spaziature perfette ha saputo rendere gli Spurs una delle squadre più temibili in NBA. Coach Pop e le sue paziature hanno permesso anche a giocatori come Bonner di diventare membri fondamentali in vista dei Playoffs mentre il suo sistema difensivo ha portato giocatori giovani come Daniel Green e Kawhi Leonard ad avere un ruolo importante come specialisti. Cosa differenzia Pop dai precedenti due candidati? Ha inserito a metà stagione tre giocatori importanti e dall'alto minutaggio come Steph Jackson, Richard Jefferson e Patty Mills, inoltre è stato perfetto nel gestire le stelle in vista dei Playoffs garantendo loro molto riposo.

SIXTH MAN OF THE YEAR
3) O.J. Mayo, Memphis Grizzlies. Giocatore fondamentale per Memphis che, paradossalmente, da quando ha abbandonato il quintetto e ha ridotto il suo minutaggio, si è rivelato sempre più fondamentale per la causa dei Grizzlies. Tiratore pazzesco e discreto passatore ma anche ottimo atleta e rapido sulle linee di passaggio, segna 13 punti in circa 26 minuti di impiego a cui aggiunge anche 3 assist e 3 rimbalzi ma quello che più fa la differenza è la personalità, Mayo infatti è sempre pronto per realizzare un tiro importante, non conta il risultato o quanto manchi sul cronometro, lui è lì per tirare e coach Hollins lo sa bene infatti è soprattutto per questa caratterisca che gli regala la maggior parte dei suoi complimenti, tra l'altro meritatissimi.
2) Andre Miller, Denver Nuggets. Non ha mai segnato così poco in carriera e ha giocato per meno minuti solo nell'anno da rookie ma quasi mai è stato decisivo come in questa stagione. Si divide il posto di playmaker con Ty Lawson con i suoi 10 punti, oltre 3 rimbalzi e ben 6.6 assist in 27 minuti, una vera sicurezza, un leader esperto in una squadra con molti giovani, un playmaker completo, non avrà un fantastico tiro dalla lunga distanza ma tra gli esterni è il giocatore con il miglior gioco in post basso di tutta la NBA. Alla sua tredicesima stagione NBA Miller ha dimostrato che si può essere decisivi anche diminuendo le proprie statistiche, l'unica cosa che non è diminuita rispetto alle precedenti stagioni è la personalità di Miller come dimostra la sua gestione di palla nei momenti decisivi e il buzzer-beater che ha realizzato in un'occasione per la vittoria dei Nuggets.
James Harden, è lui il vincitore
più certo di quest'anno
Photo by dailybasket.it
1) James Harden, Oklahoma City Thunder. Senza il minimo dubbio questo è il premio più facile da assegnare, Harden si è rivelato un vero dominatore, un giocatore unico capace di tirare da tre punti, portare palla, andare a rimbalzo e difendere su chiunque, un vero leader. 17 punti, 4 rimbalzi, 4 assist, 50% dal campo e 40% da tre punti, queste statistiche dimostrano quanto sia speciale come giocatore quindi cari General Managers della NBA state attenti perchè i Thunder non avranno la disponibilità economica per rinnovarlo quindi non dubito che scatterà una vera e propria gara per procurarsi l'ex Arizona State, una volta free agent.

MOST IMPROVED PLAYER
3) Ersan Ilyasova, Milwaukee Bucks. Se non si fosse infortunato Jeremy Lin questa categoria sarebbe stata in mano sua ma, come già detto, vi elenchiamo le alternative. L'ala turca ha mostrato in questa stagione di essere diventato un giocato completo, buono in difesa come dimostrano le statistiche, quasi 1 stoppata e 1 palla rubata a sera, ma soprattutto ottimo in attacco come si può vedere dalla crescita nei punti segnati, dai 9.5 dell'anno scorso ai 13 di questa stagione, punti che realizza tirando con il 49% dal campo con il 45% da tre punti. Ilyasova si è trasformato anche in un ottimo rimbalzista infatti la passata stagione prendeva 6 rimbalzi a gara mentre quest'anno raggiunge addirittura quota 9, 3.3 dei quali in attacco, cifra che lo rende uno dei migliori 10 rimbalzisti in attacco dell'intera NBA. Solitamente i candidati a vincere questo premio vedono un grande implemento nel minutaggio rispetto alle stagioni prcedenti ma Ilyasova gioca solo 2 minuti in più rispetto all'anno scorso, a dimostrazione che i risultati raggiunti sono tutto merito del suo allenamento e del suo impegno.
2) Nikola Pekovic, Minnesota Timberwolves. Forte fisicamente ma molto tecnico e con piedi velocissimi, sia in attacco che in difesa e le prestazioni di quest'anno a Minnesota lo dimostrano. Rispetto all'anno scorso il suo minutaggio è raddoppiato, da 13 a 26 minuti a gara, è passato da 3 a 7.3 rimbalzi, più della metà dei quali in attacco, per non parlare dei punti che sono aumentati a dismisura rispetto all'anno scorso, da 5.5 a 14, diventando così il secondo miglior realizzatore della squadra, il secondo miglior rimbalzista e il secondo per "Efficiency Rating". L'ex Panathinaikos ha trovato la sua dimensione a fianco di Kevin Love e, se dovesse continuare a migliorare, costituirebbe uno dei cardini del futuro di Minnesota insieme a Love e a Ricky Rubio.
1) Ryan Anderson, Orlando Magic. Unico americano nella nostra Top 3 ma direttamente in cima alla classifica ma non potrebbe essere altrimenti, l'ala grande ex California University in questa stagione è riuscito a stupire chiunque, è passato come niente dai 10.6 punti della scorsa stagione ai 16 di questa crescendo anche come rimbalzista come si nota dagli 8 rimbalzi a partita di quest'anno, niente a che vedere con i 5.5 dell'anno scorso. Quello che colpisce di questi 8 rimbalzi a gara è che sono presi da un giocatore che condivide lo spazio sotto i tabelloni con Dwight Howard che, come miglior rimbalzista delle NBA, monopolizza la gran parte delle palle vaganti. Anderson però è rinato più che altro per l'attacco grazie alle sua mani fatate che lo portano a tirare l'87% ai liberi, il 44% dal campo e il 39% dal tre punti realizzando circa 3 triple a sera, senza dubbio uno dei migliori tiratori della NBA. Se i Magic sono arrivati ai Playoffs è anche grazie a lui e alle sue prestazioni oltre i 20 punti.

BEST DEFENSIVE PLAYER
3) Luol Deng, Chicago Bulls. L'ala piccola dei Bulls è l'unico in questa classifica a non essere un lungo e quindi è destinato a marcare gli esterni più forti che Chicago ha dovuto e dovrà affrontare, un esempio? LeBron James, Kevin Durant, Danny Granger, Rudy Gay, Paul Pierce e chi più ne ha più ne metta. Ricordo che Chicago, oltre ad avere il miglior record in NBA, è anche la squadra che concede meno punti in media in NBA, ciò dimostra l'abilità difensiva di Luol Deng che non avrà le statistiche più clamorose in NBA (15 punti, 6.5 rimbalzi, 3 assist e 1 rubata) ma è di certo un difensore vecchio stile, il classico giocatore che resta incollato all'avversario, uno che difficilmente porta a casa una stoppata ma impedisce all'avversario di titrare o gli concede un tiro impossibile, per fare un esempio uno alla Bruce Bowen.
2) Serge Ibaka, Oklahoma City Thunder. La super-atletica ala naturalizzata spagnola ha fatto la differenza in questa stagione, ha occupato l'area come solo pochi sanno fare e ha dominato sotto i tabelloni come si può notare dai 7.5 rimbalzi a partita ma soprattutto dalle 3.7 stoppate a gara, non male se consideriamo che JaVale mcGee, secondo in questa speciale classifica, è "solo" a quota 2.2. Ibaka ha saputo trovarsi un posto da protagonista in una squadra in cui difficilmente può prendersi più di sei o sette tiri a serata e ha saputo trasformarsi da semplice atleta esplosivo a incredibile difensore in grado di oscurare qualsiasi tipo di ala o centro in NBA.
Chandler e la sua rabbia
Photo by liveworldnew.com
1) Tyson Chandler, New York Knicks. E' lui la vera chiave dei Knicks, una squadra praticamente priva di ogni schema offensivo, costituita da giocatori che in italia definiremmo "veneziani" o "mangiapalloni" ma soprattutto da giocatori che si disinteressano della fase difensiva, una squadra in cui un grande difensore che si accontenta di tirare poche volte a partita fa la differenza. Tyson ha chiuso la stagione con 11.3 punti a gara (secondo massimo in carriera) tirando con il 68% dal campo (massimo in carriera), 9.9 rimbalzi, 1.4 stoppate e 1 rubata a gara, cifra che rendono questa una delle sue migliori stagioni, cifre che però non dicono tutto sul suo impatto in gara, sul dominio e sul timore che impone agli avversari nel centro dell'area, volete delle prove? Una potrebbe essere il record dei Knicks che si ritrovano ai Playoffs anche con un solo giocatore intento a difendere mentre un'altra è caratterizzata dalle sue prestazioni nelle partite che hanno visto Anthony e Stoudemire assenti. Se Sun Tzu ha scritto "L'Arte della Guerra" allora Chandler può scrivere L'Arte della Difesa.

MVP (Most Valuable Player)
3) Tony Parker, San Antonio Spurs. Praticamente chiunque a inizio stagione sosteneva che gli Spurs erano troppo vecchi per poter avere il miglior record della NBA, specialmente in una stagione corta e piena di back-to-back come questa ma invece San Antonio, guidata da coach Popovich e dal playmaker francese, è riuscita a conquistare il primo posto nella Western Conference. Parker è stato certamente il leader della squadra con i suoi 16.8 punti, 3 assist e 7.7 assist, mai così passatore in carriera, inoltre si è migliorato anche come tiratore di liberi raggiungendo l'80% dalla lunetta anche se non ha mai tirato così male da tre punti, solo il 23%. Probabilmente la stagione di Parker non è al livello di quella dei prossimi 2 candidati ma menzionarlo, dopo i traguardi personali e di squadra che ha raggiunto, era d'obbligo.
2) Lebron James, Miami Heat. Descrivere LeBron James sarebbe inutile, anche chi non ha mai sentito parlare di basket conosce la stella degli Heat e le sue qualità. James ha chiuso la stagione con 27 punti, 6.2 assist, 8 rimbalzi (massimo in carriera) e 2 palle rubate a gara, cosa che lo rende il terzo miglior ladro di palloni della NBA, non male per essere un ala da 115 chilogrammi. LeBron ha anche migliorato la precisione nel tiro raggiungendo il massimo in carriera sia nel tiro dal campo (53%) che dall'arco dei tre punti (36%). James quest'anno è stato paurosamente dominante, specie nella prima parte della stagione, periodo in cui sembrava la versione al meglio di Magic Johnson ma con la mole fisica di Karl Malone, salvo poi calare nel finale di stagione pur mantenendo cifre stellari. Non è certo che sarà lui a vincere il suo terzo titolo di MVP ma, se anche dovesse succedere, non sarebbe di certo uno scandalo.
1) Kevin Durant, Oklahoma City Thunder. Non penso ci siano molti dubbi sul possibile vincitore del premio più ambito di tutti, Durantula è stato superiore a chiunque per tutto l'anno sotto ogni punto di vista, miglior realizzatore della NBA con 28 punti a sera, ottimo sotto canestro con i suoi 8 rimbalzi di media a cui vanno aggiunti quasi 4 assist e come se non bastasse KD mette a segno anche più di 1 stoppata e più di 1 rubata ogni volta che scende in campo, tutto questo tirando col 47% dal campo e con ul 36% da tre punti. Durant non è solo statistiche ma anche e soprattutto carattere, riesce a essere un leader nonostante il fatto che al suo fianco ci sia un giocatore dalla personalità quantomeno ingombrante come Westbrook inoltre è una certezza quando ci si trova in svantaggio e il cronometro si avvicina allo zero come abbiamo potuto vedere negli ultimi secondi di Gara 1 della serie contro Dallas. L'unico a non essere certo che KD meriti il premio è lo stesso Durant, il quale ha dichiarato che è LeBron James ha meritarsi il premio, onestamente ho qualche dubbio.

Trenkwalder in Serie A, Cervi: "La mia Reggiana da A1, il grande gruppo ha dato risultati"

di Luca Ngoi

Photo by: daylibasket.it
Dopo cinque lunghi anni la Serie A ritroverà una delle sue piazze storiche, la Pallacanestro Reggiana, che dopo la vittoria di ieri (71-67) contro Imola ha completato la sua cavalcata verso il ritorno nel massimo campionato. Nel day-after i nostri microfoni hanno raggiunto il centro classe '91 Riccardo Cervi, già protagonista di una nostra intervista precedente, per una breve chiacchierata sulle sue sensazioni riguardo questa lunga e appassionante stagione.

Riccardo, la Trenkwalder è tornata in Serie A dopo la deludente annata scorsa, che stagione è stata?
Sicuramente è stata una stagione molto divertente, sin dalla fase di prestagione quando ci siamo trovati con Frasso (Matteo Frassineti, ndr) e Rudy (Rodolfo Valenti, ndr) e ci siamo detti: "Quest'anno o retrocediamo o andiamo in A". Si è creato davvero un grande gruppo con cui era bello andare ad allenarsi tutti i giorni.

Che effetto fa tornare in A e con che spirito salite di categoria?
La Reggiana è una squadra che con la Legadue c'entra poco, ci sentiamo da Serie A, a partire dalle strutture come ad esempio il nostro palazzetto e anche per quanto riguarda i dirigenti, tutti di alto livello.

Parliamo invece della tua stagione che ci racconta di quasi 5 punti e 5 rimbalzi con 2 stoppate di media...
Sì, ho cominciato a giocare per davvero a metà stagione perchè le prime partite giocavo poco, dai 6 agli 8 minuti, nella prima partita forse non sono neanche entrato, poi ho iniziato a giocare con continuità e sono soddisfatto soprattutto a livello difensivo, sentivo tutti i miei compagni e lo staff tecnico dire che davo continuità. Mi sento di poter far parte del gruppo che farà la Serie A l'anno prossimo.

Concludiamo chiedendoti di descriverci qual è stato il momento più bello e quello più brutto di questa stagione
Il momento più brutto è quando ne abbiamo perse due di fila, la seconda se non sbaglio con Veroli, è stato un momento difficile perchè non giocavamo bene e non pensavamo come una squadra, ma fortunatamente ci siamo ripresi. Il momento più bello penso sia ovviamente la promozione conquistata ieri nella partita contro Imola.

Ringraziamo Riccardo Cervi ancora una volta per l'estrema disponibilità e per averci concesso queste parole augurandogli la miglior fortuna per l'anno prossimo e per il resto della sua carriera.

NBA Playoffs Day 2; Clippers in rimonta, la tripla doppia di Bynum annienta i Nuggets

di Luca Ngoi


Non mancano le sorprese e le imprese epiche nel secondo giorno di playoff NBA. Cominciamo dalla sfida che vedeva opposti i Denver Nuggets e i Los Angeles Lakers, rispettivamente numero 6 e numero 3 del tabellone che ha visto i padroni di casa angeleni trionfare col sonoro punteggio di 88-103 grazie al dominio sotto le plance di un clamoroso Andrew Bynum, autore di una tripla doppia da 10 punti, 13 rimbalzi e 10 stoppate, che sono anche il record per i Lakers nei playoff. Da non tralasciare anche i 31 di Kobe e l'impatto della panchina, che in teoria avrebbe dovuto subire da quella più prolifica dei Nuggets e che invece ha dettato legge. Per Denver l'unica nota positiva viene dal nostro Danilo Gallinari, che mette insieme 19 punti e 4 rimbalzi con alcune giocate di alta scuola, ma è il resto della squadra a deludere e a patire la fisicità avversaria che sembra poter fare la differenza da qui al resto della serie. 
Rimanendo in tema di Los Angeles ci spostiamo a Memphis, dove i Clippers si rendono protagonisti di una strepitosa rimonta, da meno 27 a più 1 (99-98), guidati dai 19 punti dalla panchina di Nick Young e dai 14 con 11 assist dell'imprescindibile Chris Paul, mentre per Memphis resta il rammarico di averne praticamente già vinta una e di aver dilapidato un vantaggio che in 9 partite su 10 è decisivo, ma fatto salvo ciò restano comunque i 19 punti all'esordio nei playoff di Rudy Gay e i 17 dalla panca del solito OJ Mayo, due armi fondamentali per il resto della serie dei Grizzlies, che hanno dimostrato di poterla anche dominare a tratti, se considerata con la giusta attenzione.
Sempre ad Ovest scendevano in campo i San Antonio Spurs, che hanno fatto poca fatica a liberarsi degli Utah Jazz, col punteggio di 91-106 complici i 28 punti di Tony Parker, come al solito leader della squadra con l'importante aiuto di un Tim Duncan da 17 punti e 11 rimbalzi, troppa roba per i Jazz, che dalla loro hanno avuto soltanto i 20 di Millsap e i 17 di un Gordon Hayward sempre più in crescita e sempre più giocatore importante nel sistema di Ty Corbin, che è un buon allenatore ma che difficilmente riuscirà a trovare una qualche contromisura allo strapotere della truppa di coach Popovich.
Chiudiamo con l'unica gara valida per il primo turno della Eastern Conference, nella quale gli Atlanta Hawks si sono imposti sul parquet di casa per 74-83 sui Boston Celtics facendo corsa di testa sin dai primi minuti e toccando anche picchi di 19 punti di vantaggio. Boston ha abbozzato una rimonta arrivando anche al meno 4, ma proprio nel momento topico Rajon Rondo (comunque top scorer per i biancoverdi con 20 punti) ha deciso di farsi cacciare andando a intimidire verbalmente e fisicamente l'arbitro che lo ha quindi espulso, di fatto spegnendo il ritorno degli ospiti. Per Atlanta, squadra sempre solida e compatta, fanno la differenza i 22 punti conditi da 18 rimbalzi di Josh Smith, che è pronto a ripetersi in gara 2 assieme ai compagni visto che a Boston mancherà sicuramente Rondo e molto probabilmente Ray Allen, già assente nel primo atto per i soliti problemi fisici che metteranno in ulteriore e inaspettata difficoltà la compagine guidata da coach Rivers.

domenica 29 aprile 2012

Edimes Pavia: Obiettivo secondo posto centrato, Mortara battuta 82-67

Fonte: La provincia Pavese.
Nell’ultima gara della stagione regolare l’Edimes Pavia non sbaglia e centra una vittoria fondamentale contro la Expo Inox Mortara, in un derby che ha messo ancora una volta in luce l’ottimo stato di forma della squadra di coach Massimo Fiume. Con questa vittoria la formazione pavese sale a quota 44 punti in classifica e consolida il secondo posto, che permetterà di disputare il primo turno dei play-off contro la Cogein Savigliano (gara 1 in programma sabato alle ore 21.15 al Pala Ravizza) e di giocare le eventuali “belle” in casa.

In un Pala Ravizza che offre una buona cornice di pubblico la formazione targata Edimes parte subito forte, con un primo quarto dominato che, con Benevelli e Corcelli in stato di grazia, termina 24-15.

Nella seconda frazione di gioco la musica non cambia: è la squadra di casa a fare la partita. L’Edimes infatti non sbaglia nulla e riesce ad ipotecare il match chiudendo il primo tempo avanti di 13 punti (45-32 il punteggio).

La squadra di coach Fiume sembra essere padrona del campo e anche nel terzo periodo è la protagonista assoluta. La compagine pavese amministra la gara, riuscendo comunque ad aumentare il vantaggio, che più volte è stato superiore ai 20 punti (+16 al termine della frazione di gioco con il tabellone che dice 66-50).

L’ultimo quarto è una passerella per i ragazzi in maglia Edimes: la gara termina 82-67, l’obiettivo secondo posto è centrato e la stagione regolare termina nel migliore dei modi.

La gara ha mostrato ancora una volta i progressi fatti dalla squadra e l’ottima condizione, non solo fisica ma soprattutto mentale, raggiunta. Prestazione spumeggiante di Benevelli e Corcelli (autori entrambi di 19 punti), senza dimenticare i 16 punti di Conti (per lui anche 13 rimbalzi). Da segnalare inoltre le prestazioni di Marsili e Cristelli sotto le plance (autori rispettivamente di 12 e 9 rimbalzi) ed i 6 assist di Rossi Pose. L’applauso va a tutta la squadra: ognuno ha dato il proprio contributo, anche la panchina ancora una volta fondamentale nei momenti chiave. La grande partita della squadra pavese è infine impreziosita dalla prova del reparto difensivo, capace di tenere Mortara a soli 67 punti, contro i 78 di media.

Adesso per l’Edimes Pavia cominciano i play-off: il primo appuntamento sarà sabato 5 maggio, quando alle ore 21.15 al Pala Ravizza arriverà la Cogein Savigliano, per gara 1 del primo turno dei play-off.



Edimes Pavia - Expo Inox Mortara 82-67 (24-15, 21-17, 21-18, 16-17)


Edimes Pavia: Rossi Pose 9, Conti 16 , Marsili 8, Benevelli 19, Corcelli 19, Cristelli 3, Beretta 2, Maffi 4, Cavallini 2, Banin 0. All.: Fiume.

Expo Inox Mortara: Mossi 23, Di paola 8, Del sorbo 13, Grugnetti 6, Zandalasini 4, Manservisi 10, Pagliai 3, Fant 0, Rolandi 0, Fini 0. All.: Zanellati.

NBA Playoffs Day 1; sorpresa Magic, gli Heat distruggono i Knicks

di Luca Ngoi


Dopo 66 faticosissime partite cominciano i playoff nella NBA, è il momento di fare veramente sul serio e quello in cui le varie star sono motivate più che mai a dare il massimo per trascinare le loro squadre alla vittoria.
Nella notte tra sabato e domenica si giocavano quattro partite, tre per la Eastern e una sola per la Western Conference nella quale gli Oklahoma City Thunder hanno avuto la meglio per solo un punto (98-99) sui Dallas Mavericks al termine di una partita giocata per 48 minuti punto a punto e risolta soltanto negli ultimi secondi da un tiro di Kevin Durant, autore alla fine di 25 punti e 6 rimbalzi (top scorer di gara assieme a Nowitzki). I Mavs comunque hanno fatto corsa di testa sin da inizio partita, dimostrando di potersi giocare apertamente la serie già a partire dalla prossima gara ancora ad Oklahoma City.
Ad Est si è invece consumata la prima sorpresa di questa post season, ad opera degli Orlando Magic che si sono imposti sul campo dei Pacers col (basso) punteggio di 77-81 grazie ad un'ottima prova di Glen Davis, ripresosi per l'occasione dall'infortunio patito nella penultima gara di regular season e autore di una doppia doppia da 16 punti e 13 rimbalzi unita alle altre due buone prestazioni di Jameer Nelson e Jason Richardson, entrambi con 17 punti a referto. Indiana dall'altra parte trova soltanto i 19 e 9 rimbalzi di David West, ma dovrà operare diversi aggiustamenti nelle prossime partite per portare a casa una serie che sembrava scontata ma che forse durerà più del previsto.
Poche sorprese invece nelle altre due gare, in cui la numero 1 del tabellone, Chicago. ha avuto la meglio per 1013-91 dei Philadelphia 76ers grazie ai 23 punti di Derrick Rose poi infortunatosi molto gravemente (come vi abbiamo raccontato in un articolo precedente) nel finale in cui tutto era già scritto. Ancora meno fatica hanno fatto i Miami Heat per liberarsi dei New York Knicks, di fatto assenti dal match dalla metà del primo quarto in poi complici anche le difficoltà offensive di Carmelo Anthony, completamente annullato da un Lebron motivato più che mai sui due lati del campo soprattutto dopo il flagrant foul subito per mano di Tyson Chandler. Da lì in poi la partita non ha più avuto storia, con James che fa letteralmente quello che vuole con la difesa newyorchese e che alla fine metterà a referto 32 punti conditi da 4 rimbalzi vincendo come detto il duello con Melo che chiuderà da par suo con 11 punti e 10 rimbalzi ma un 3\15 complessivo al tiro: impossibile pensare che tutta la serie vedrà gli Heat spadroneggiare, ma di sicuro sarà necessaria un'inversione di tendenza radicale per la truppa di coach Woodson se non vorrà uscire molto velocemente da questa post season.

Dramma Bulls: fuori Rose per tutti i playoff

Di Federico Bianchi.
Fonte: www.sportsgrind.com

Vedere un "duro" del parquet come Derrick Rose fare questo tipo di smorfia dopo essere ricaduto da un salto ha fatto capire a tutti che l'infortunio del numero 1 dei Bulls era piuttosto serio.
Nell'ultimo quarto di gara-1 contro i Sixers (vinta da Chicago con 23 punti di Rose) il playmaker da inizio a una delle sue solite scorribande in area ma, prima di scaricare il pallone in angolo, appoggia male il piede sinistro e il ginocchio ha una tornsione innaturale.
Rose si sdraia subito a terra gelando lo United Center, per poi essere portato negli spogliatoi dai medici dei Bulls; non giocherà gli ultimi minuti di partita.
Vista l'azione di gioco e la dinamica dell'infortunio si pensava potesse essere alla peggio una distorsione al ginocchio, purtroppo il responso dei medici ha dato risultati peggiori: Rose ha riportato la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, un infortunio che lo terrà fuori dai giochi per il resto della stagione.
Ovviamente questa è una perdita pesantissima per la squadra di coach Thibodeau, che senza Rose perde ovviamente il suo miglior giocatore e, nonostante il record stagionale senza il numero 1 sia comunque buono, vede molto ridimensionate le speranze di arrivare al titolo.
Ovviamente il nostro saluto finale va allo stesso Derrick Rose, giocatore e persona straordinaria, speriamo che si possa ristabilire al meglio e tornare forte come ci ha mostrato essere nella prossima stagione.


venerdì 27 aprile 2012

Eastern Conference Playoffs Preview: Bulls contro Heat è la finale di conference già scritta, ma occhio alle sorprese con Celtics e Pacers

Di Claudio Pavesi e Federico Bianchi.
Fonte: espn.go.com


CHICAGO BULLS (1) vs PHILADELPHIA 76ERS (8). La prima testa di serie dell'Est, i Chicago Bulls affrontano al primo turno i 76ers, in una serie di primo turno che sembra piuttosto indirizzata verso la squadra della città del vento.
I Bulls arrivano ai playoff con la loro stella, Derrick Rose, non al top della forma, ma che sicuramente stringerà i denti per portare i suoi il più lontano possibile in questa post-season. La squadra di coach Tom Thibodeau ha dimostrato però in questa regular season di non essere assolutamente Rose-dipendente, vincendo buona parte delle partite giocate in mancanza dell'MVP in carica, anche grazie alle buone prestazioni di C.J. Watson e John Lucas, chiamati in causa nel momento del bisogno.
Oltre alla presenza di Rose a favore dei Bulls ci sono le costanti buone prestazioni di Luol Deng, uomo imprescindibile nel ruolo di ala piccola, e del reparto lunghi, che con Noah, Boozer, Gibson e Asik garantisce prestazioni notevoli sotto le plance.
I Sixers invece arrivano ai playoff dopo una stagione piuttosto altalenante, iniziata benissimo, ma proseguita non altrettanto bene. La forza della squadra di Philadelphia sta in un ottimo gruppo di giocatori giovani sugli esterni, tra cui il playmaker Jrue Holiday, Evan Turner, Louis Williams e Jodie Meeks, tutti con talento e diversi punti nelle mani, guidati dal leader indiscusso della squadra: Andre Iguodala, giocatore in grado di fare veramente di tutto su un campo da basket.
Le difficoltà maggiori per i Sixers però in questa serie verranno probabilmente dal reparto interno, infatti Elton Brand e Spencer Hawes, i due lunghi titolari, non sembrano in grado di contenere la già citata frontline dei Bulls. Se la squadra di Thibodeau riuscirà a controllare i ritmi nelle partite in casa e a imporre la sua difesa come ha sempre fatto in regular season sembra piuttosto facile il passaggio del turno per Chicago.
PRONOSTICO: 4-0 BULLS

MIAMI HEAT (2) vs NEW YORK KNICKS (7). Insieme a quella di Chicago questa dovrebbe essere la serie più scontata a Est, Miami infatti non solo ha dimostrato nella stagione regolare di essere superiore ma , avendo già conquistato da lungo tempo la seconda piazza, ha avuto la possibilità di lasciare a riposo LeBron James e Dwyane Wade per le ultime gare ed è rinomato che questa coppia, se può giocare al massimo dei suoi ritmi, può essere con pochi dubbi la migliore della lega. I Knicks sono pur sempre una mina vagante per la presenza di grandi realizzatori come Carmelo Anthony e J.R. Smith che però sono soliti intestardirsi e tagliare i compagni fuori dal gioco prendendo tiri spesso forzati, aggiungiamo a questo anche l'assenza di Jeremy Lin e avremo così un'idea più chiara delle difficoltà che dovrebbero avere i Knicks in questa serie. Un giocatore che potrebbe cambiare la serie è Amar'e Stoudemire che, nonostante abbia appena portato a termine quella che statisticamente è la peggiore stagione della sua carriera, nelle ultime partite è sembrato in ripresa e la supremazia fisica su Bosh potrebbe risultare decisiva. La chiave della sfida potrebbe essere Tyson Chandler, giocatore che quest'anno ha rivoluzionato la difesa dei Knicks e che l'anno nelle finali ha fatto letteralmente impazzire gli Heat quando ha guidato la difesa di Dallas alla vittoria del titolo.
Difficilmente Chandler potrà fermare da solo gli Heat visto che i suoi compagni spesso si dimenticano della fase difensiva e hanno la brutta usanza di lasciare avversari liberi sul perimetro, cosa proibita quando ci sono tiratori come Mario Chalmers e Mike Miller a ricevere gli scarichi di James e Wade. Dimenticavo, il finale potrà anche essere scontato ma la sfida diretta tra James e Anthony regalerà di sicuro spettacolo.
PRONOSTICO: 4-0 HEAT

INDIANA PACERS (3) vs ORLANDO MAGIC (6). Gli Indiana Pacers sono stati senza dubbio una delle migliori sorprese di questa stagione, una squadra giovane e ricca di talento che ha conquistato meritatamente la terza piazza a Est.
I Pacers si presentano a questi playoff con diverse certezze, con una squadra che con un anno in più di esperienza rispetto all'anno scorso punta a superare il primo turno, con buone speranze di farcela.
Prima fra le già citate certezze è il centro all star Roy Hibbert, che nel suo quarto anno di NBA si è dimostrato finalmente in grado di sfruttare al meglio il suo fisico potenzialmente dominante, viaggiando in doppia doppia di media in stagione.
Al suo fianco quest'anno inoltre può contare sull'esperienza del veterano David West, che con la sua tecnica e il suo gioco offensivo sembra essere il partner ideale di Hibbert.
A completare il quadro c'è un backcourt di tutto rispetto, guidato dal leader indiscusso Danny Granger, miglior realizzatore della squadra, al quale si aggiungono il taletuoso Paul George e il playmaker Darren Collison.
I Magic invece arrivano a questi playoff piuttosto malconci, con la stella della squadra, Dwight Howard, fuori uso a causa dell'ernia e dato come quasi sicuro partente alla fine di quest'anno dopo la telenovela della stagione in corso.
Howard senza dubbio era il motivo principale del successo dei Magic, che senza di lui perdono il miglior realizzatore e rimbalzista della squadra, oltre all'unico vero lungo in grado di contenere Hibbert. A provare a tenere alta la bandiera dei Magic ci sarà il playmaker Jameer Nelson e gli altri fedelissimi di coach Van Gundy, tra cui JJ Redick e Ryan Anderson, due dei migliori tiratori da tre della lega. Anche in questo caso sembra difficile pronosticare un upset, viste le condizioni opposte in cui arrivano ad affrontare la serie le due squadre.
PRONOSTICO: 4-1 PACERS

BOSTON CELTICS (4) vs ATLANTA HAWKS (5). Potrebbe essere la serie più combattuta della Eastern Conference, da un lato i Celtics che, nonostante una stagione discutibili riescono a vincere la propria Division agguantando il quarto posto, dall'altro gli Atlanta Hawks che hanno dimostrato di poter essere una squadra molto competitiva anche senza il centro Al Horford, fuori per infortunio che però potrebbe tornare per le ultime due gare della serie. Non è la prima volta che queste due squadre si affrontano nei Playoffs e gli Hawks si sono sempre dimostrati avversari ostici per i Celtics, difficili da prevedere e forti difensivamente grazie alla presenza di Josh Smith, un giocatore che tra l'altro è anche un incredibile passatore, praticamente il Kevin Garnett di Atlanta. La chiave per i Celtics sarà ovviamente la condizione fisica delle stelle dato che Garnett è da lungo tempo che attraversa alti e bassi anche se ora sembra essere tornato quello di un tempo, Pierce si è fatto male ad un dito nell'ultima uscita stagionale ma non sembra essere nulla di grave, infatti è subito rientrato in campo ma non sappiamo quanto potrà influire sul suo gioco. La situazione più preoccupante è quella che riguarda Ray Allen, infortunato da lungo tempo e a rischio per le prime partite della serie, si dice che potrebbe tornare comunque già da gara-1 ma non sarebbe al massimo della condizione. Atlanta non dispone di molti realizzatori ma è una squadra molto atletica come dimostra la presenza di una delle sorprese dell'anno, il rookie Ivan Johnson e il playmaker Jeff Teague, giocatore velocissimo e molto atletico, l'unico che può infastidire Rondo in entrambe le metà del campo.
La serie andrà in mano alla difesa più dominante e, a questo proposito, una delle chiavi sarà Mickael Pietrus, perfetto per marcare Joe Johnson, ma importante potrebbe essere anche l'atletismo quindi non stupitevi se JaJuan Johnson avrà qualche minuto in più in questa serie.
PRONOSTICO: 4-3 CELTICS

Edimes Pavia: Domani la sfida decisiva con Mortara. Rossi Pose: "E' una finale, vogliamo il secondo posto"

Fonte: La provincia pavese
Per l’Edimes Pavia arriva la partita che vale una stagione: domani infatti alle ore 20.30 presso il Pala Ravizza di Pavia i ragazzi di coach Fiume affronteranno la Expo Inox Mortara, in derby che deciderà chi si aggiudicherà il secondo posto in classifica. Solo con una vittoria infatti i pavesi potranno consolidare la seconda posizione, che garantirebbe loro un accoppiamento favorevole nei play-off, oltre alle eventuali “belle” da disputare in casa.

“Siamo molto concentrati, sappiamo che per noi è una gara fondamentale” – afferma Gaston Rossi Pose – “aspettiamo questa partita da molto, il fatto che sia un derby sicuramente è uno stimolo in più, ma ciò che ci deve spronare è la conquista del secondo posto: per noi è una finale, vogliamo arrivare secondi”.

Anche Davide Cristelli tiene particolarmente al match e dice: “Siamo pronti, sono partite che fa sempre piacere giocare, perché sono cariche di significato. Ci sono tanti valori in gioco, ci ricordiamo dell’andata, dove subimmo una brutta sconfitta: vogliamo rifarci e conquistare il secondo posto in graduatoria.”

Certamente sarà importante il fattore pubblico, come spiega Rossi Pose: “Spero di vedere parecchia gente sugli spalti, certamente un pubblico caldo ci aiuterebbe molto, in queste gare serve tutto”. Anche Cristelli è d’accordo e afferma: “Sarà una sfida fra due buonissime squadre, invito tutto il pubblico pavese a recarsi Pala Ravizza per spingerci alla vittoria”.

Si ricorda che l’Edimes Pavia ha previsto le seguenti iniziative per favorire l’afflusso di pubblico in occasione della sfida decisiva contro Mortara: biglietto di ingresso (posto unico) a 5 €, gratuiti Under 14, Over 65 e gli iscritti al settore giovanile della squadra pavese (per questi previsto inoltre un accompagnatore gratis).

giovedì 26 aprile 2012

Western Conference Playoff Preview: Thunder favoriti? Occhio a Spurs e Grizzlies; mai sottovalutare il Mamba

di Davide Quaranta e Luca Ngoi




SAN ANTONIO SPURS (1) vs UTAH JAZZ (8). Forse la serie meno spettacolare e più scontata di tutte, ma come ci insegna il primo turno dell'Ovest dello scorso anno, in cui proprio la squadra di Pop è stata eliminata da Memphis, ma dare nulla per scontato. San Antonio ha dalla sua, guarda un po', un allenatore esperto, che durante quest'ultima parte di stagione ha centellinato l'impiego dei big three, per farli arrivare freschi alla postseason. Ginobili, dopo parecchi infortuni, è  tornato ad essere il vero playmaker della squadra, Parker continua a giocare a  100 km/h e Duncan sembra quello dei giorni migliori e con Diaw hanno aumentato ancora il loro QI cestistico, aggiungendo anche freschezza con Leonard, Green e il folle Jackson; giocano la miglior pallacanestro di sistema di tutta la lega, e potrebbe essere la loro ultima possibilità di vincere un anello. Utah si è qualificata per un soffio ai playoff, battendo i Phoenix Suns a tre giornate dal termine della Reguar Season. Non sono i Jazz di Deron Williams, ma con la pattuglia di giovani a disposizione, possono mettere in difficolta qualsiasi squadra: Hayward, Favors, Harris, Jefferson e Millsap possono vincere con qualsiasi squadra su gara singola. Ecco, gara singola, ma purtroppo per la squadra di Corbin, la serie si gioca su 7 partite, e questa volta l'upset sembra davvero lontano.
PRONOSTICO: 4-1 SPURS

OKLAHOMA CITY THUNDER (2) vs DALLAS MAVERICKS. Senza dubbio la serie più  combattuta di questo primo turno, nonchè rivincita della scorsa finale di Conference. I Thunder si sono visti sfilare il primo posto nella Western dagli Spurs, ma rimangono indubbiamente la squadra più atletica e più difficile da contenere, fisicamente e mentalmente, di tutta la NBA. Con Durant (più che probabile MVP di stagione regolare) a guidare l'attacco e Ibaka a fare da "buttafuori" al centro dell'area, a Nowitzki e compagni servirà un'impresa. Per quanto possa sembrare folle, il vero problema potrebbe essere Westbrook, che spesso ha peccato di eccessiva sicurezza, forzando situazioni decisive, invece che dare la palla a Durant (emblematica la gara4 contro i Grizzlies finita al triplo overtime). Coach Brooks dovrà essere bravo a tenere sotto controllo il morale dei suoi, ma grande importanza avranno le condizioni di James Harden, al rientro dopo la violentissima gomitata subita dall'ex Ron Artest allo Staples, unite con l'apporto che la panchina saprà portare alla causa. I Mavs di quest'anno, invece, sono molto diversi da quelli che hanno battuto gli Heat nella Finals 2011, senza i fondamentali Barea e Chandler, perso Odom in corso d'opera, si affideranno ai soliti Dirk e Terry per cercare di eliminare i favoriti al titolo. Dallas è da sempre considerata "underdog" dagli addetti ai lavori, ma va ricordato di come il tedesco col 41 cambi sempre marcia quando le partite cominciano a contare; chissà che anche questa volta non riescano a compiere una clamorosa impresa? Per me, onestamente, no. Ma nella NBA "mai dire mai".
PRONOSTICO: 4-2 THUNDER

LOS ANGELES LAKERS (3) vs DENVER NUGGETS (6). I Lakers sono in ripresa, proprio come i Nuggets in questa ultima parte di stagione dunque si prospetta un duello decisamente aperto tra due squadre che, quando si sono incontrate nei playoff hanno storicamente dato vita a sfide di grande livello. LA ha recuperato pienamente Kobe, mutatosi per sette partite in Coach Bryant, che ha scrutato la squadra dall'alto per poi riprenderne il controllo, ma ha contestualmente smarrito quell'Andrew Bynum che per larghi tratti di questa stagione si è rivelato dominante. La serie girerà sul fattore fisico, aspetto sotto il quale i gialloviola sono nettamente favoriti potendo contare sul centro a due teste Bynum-Gasol da opporre alla povera frontline dei Nuggets che vede invece il super atletico (ma poco concreto) Mcgee e la rivelazione Kenneth Faried a fare da Davide contro i colossi angeleni. Denver ha però da giocare la carta Gallinari e l'estrema rapidità di Ty Lawson che potrebbe mettere in serissima difficoltà Sessions e i suoi compagni di back court molto più abituati a ragionare che a correre. Si prevede molta molta fatica per i Lakers, che potrebbero non uscirne vivi. PRONOSTICO: 4-2 NUGGETS.

MEMPHIS GRIZZLIES (4) vs LOS ANGELES CLIPPERS (5). Al momento in cui scriviamo i Grizzlies avrebbero il fattore campo vista la sconfitta dei Clips contro New York, ma di qui a sabato le cose potrebbero ancora cambiare. Ad ogni modo Memphis si presenta per il secondo anno di fila ai playoff e lo fa in una posizione molto più alta rispetto all'anno scorso, ma non è la sola cosa ad essere cambiata rispetto alla scorsa stagione. La panchina infatti è molto più lunga e di qualità con l'innesto di Arenas, che pare essersi rimesso in riga, mentre il quintetto si può valere della presenza di Rudy Gay (assente nella serie contro gli Spurs del 2011), alla sua prima apparizione nella post season e per questo motivatissimo. I Clippers da par loro mettono in campo il miglior playmaker della Lega, Chris Paul, che li ha condotti fin qui, ma restano le incognite sulla possibilità di incidere nei momenti decisivi di Blake Griffin (anche lui esordiente nei playoff) e sull'assenza di un uomo di esperienza tra gli esterni ad affiancare CP3, viste le altalenanti prestazioni di Randy Foye e in questo senso la presenza di un veterano come Caron Butler potrebbe risultare fondamentale per la Los Angeles rossoblu, comunque fortemente determinata a dare battaglia per passare il primo turno per la prima volta nella storia. Detto ciò Memphis appare più solida e strutturata nell'insieme, quindi li diamo come favoriti anche in caso di fattore campo sfavorevole. PRONOSTICO: 4-2 GRIZZLIES.

mercoledì 25 aprile 2012

Per la Novipiù vincere potrebbe non bastare


di Francesco Beccio

Matt Janning, cecchino della Novipiù
Photo by: www.dailybasket.it

                            
Oggi Pomeriggio è in programma la 14a giornata di ritorno del campionato di Serie A. Alle 18.15 al Palazzetto dello sport Paolo Ferraris di Casale Monferrato, si sfideranno la Novipiù Casale Monferrato e la Canadian Solar Bologna. Quasi un testacoda quello in scena oggi nella capitale del Monferrato. Partita di fondamentale importanza per i locali, vista la quasi matematica retrocessione in LegaDue; tuttavia i ragazzi di coach Valentini dovranno scendere in campo con la testa solo alla partita focalizzando davanti a loro una vittoria qusi obbligata. Tutti, oggi, a partire dai giocatori, lo staff, il coach e il pubblico dovranno credere in questa vittoria di importanza vitale. Ma questo potrebbe non bastare. Infatti se 700 chilometri più a sud, la Banca tercas Teramo dovesse ottenere i due punti nella sfida casalinga contro la Fabi Shoes Montegranaro, le residue speranze di salvezza di Casale sarebbero azzerate. La Virtus arriva in Piemonte senza grandi obbiettivi, se non quello di migliorare la propria classifica e, di conseguenza, la propria posizione nella griglia playoff. Coach Finelli non potrà ancora contare sul nuovo arrivato Ivan Pauic, guardia serba, non ancora tesserato. Matt Janning ha analizzato così il pre game di Casale Bologna: "Per noi è una partita senza domani. La potremo vincere giocando con questo spirito, mettendo tutte le energie che abbiamo sul campo. Bologna ha dimostrato già all'andata il suo valore, è una squadra combattiva e a Casale cercherà punti per scalare la classifica. Due nomi su tutti? Dovremo stare molto attenti al dinamismo di Poeta e al talento di Koponen". Arbitri dell'incontro Tolga Sahin, Marco Giansanti e Emanuele Aronne.

martedì 24 aprile 2012

Coach Fiume: "Con Mortara sfida decisiva: stiamo bene, se diamo il 100% possiamo farcela!"


“E’ certamente una partita molto stimolante, che vogliamo giocare bene mettendo in campo tutto quello che abbiamo”. Con queste parole Massimo Fiume, allenatore dell’Edimes Pavia, descrive il derby contro la Expo Inox Mortara in programma sabato al Pala Ravizza di Pavia alle ore 20.30.
“La squadra viene da una vittoria a Cantù che dà certamente la carica e il morale giusto per affrontare la settimana di lavoro” – prosegue coach Fiume – “Affronteremo i nostri avversari con grande determinazione e con la giusta grinta”.
L’allenatore pavese continua presentando la sfida: “Mortara ha lo stesso gruppo di giocatori e lo stesso allenatore da molti anni ormai, mentre invece noi siamo un collettivo completamente nuovo, che tuttavia sta facendo molto bene: dopo 29 partite siamo lì al secondo posto, non è un caso. Battere una squadra così ben collaudata come la Expo Inox per noi sarebbe davvero un successo”.
A proposito delle condizioni della formazione pavese coach Fiume spiega: “Stiamo bene, ci siamo ricompattati nel modo giusto. Adesso siamo davvero una squadra. Sappiamo che l’avversario è di quelli tosti, ma se diamo il 100 % possiamo farcela”.
L’allenatore dell’Edimes conosce bene l’importanza della sfida e afferma: “Sappiamo che dobbiamo vincere per ottenere matematicamente il secondo posto e il fatto che la gara decisiva sia un derby ci dà sicuramente uno stimolo in più”.
Il match di sabato è un crocevia della stagione e massimo Fiume chiama a gran voce il pubblico pavese al Pala Ravizza: “E’ una partita decisiva, contro una grande squadra, è un derby: tutti elementi che caricano di significato la gara. Se il pubblico vuole vedere una bella partita di pallacanestro può star certo che non rimarrà deluso. Tifosi: abbiamo bisogno di voi!”
Accogliendo l’appello del proprio allenatore l’Edimes ha previsto una serie di iniziative per favorire l’afflusso del pubblico al Pala Ravizza: biglietto di ingresso (posto unico) a 5 €, gratuiti Under 14, Over 65 e gli iscritti al settore giovanile della squadra pavese (per questi previsto inoltre un accompagnatore gratis).

lunedì 23 aprile 2012

Tyrus Thomas e la rissa (persa) con coach Silas


di Claudio Pavesi
Thomas sembra sorpreso, forse proprio dalla reazione del suo coach
Photo by Keith Coward / SportsPageMagazine.com

L'ormai famoso "scontro" tra David West dei Pacers e Moondog, la mascotte dei Cleveland Cavaliers, non è stato l'unico episodio pittoresco e curioso di questa stagione NBA. A proposito di "pittoresco e curioso" come potremmo non parlare dei Charlotte Bobcats? Sicuramente una delle peggiori squadre della storia della NBA, se non la peggiore in assoluto come testimonia il record da 7 vittorie e 56 sconfitte a solo tre partite dalla fine. Nonostante stiano cavalcando una serie quantomeno negativa costituita da 20 sconfitte consecutive i Bobcats sono riusciti comunque a conquistare le prime pagine grazie al siparietto che l'ala Tyrus Thomas e il coach Paul Silas hanno messo in atto negli spogliatoi a seguito della sconfitta di settimana scorsa contro i Boston Celtics per 82 a 94. Coach Silas era piuttosto arrabbiato con Thomas dato che, nonostante i Bobcats stessero perdendo, il suo numero 12 continuava a ridere e scherzare con gli avversari, come se non avesse il minimo interesse nella partita e, per questo motivo dunque coach Silas, una volta negli spogliatoi, ha alzato non poco la voce con il suo giocatore, usando anche parole abbastanza colorite. Lo sfogo di Silas non ha toccato più di tanto l'ex Louisiana State University che ha risposto mandando a quel paese il proprio allenatore, dimostrando quindi poco rispetto innanzitutto per la figura dell'allenatore e, in secondo luogo, per la persona di Paul Silas che in passato è stato ben tre volte campione NBA, due volte un All-Star e selezionato per cinque volte nei migliori due quintetti difensivi.
Le parole di Thomas hanno infiammato Silas che non è più riuscito a trattenersi. Presentiamo prima a dovere i due sfidanti. Nell'angolo destro, dal peso di circa 115 chilogrammi sparsi su 201 centimetri e con i suoi 68 anni suonati: Paul Silas. Nell'angolo sinistro, dal peso di 102 chilogrammi per 208 centimetri di pura esplosività muscolare, ecco a voi lo sfidante di soli 25 anni: Tyrus Thomas.
Coach Silas ha dimostrato di essere
ancora in grande forma
Photo by Kent Smith / Getty Images
Considerando i 43 anni di differenza il risultato sembrerebbe scontato ma, come nel migliore dei film americani, la "vecchia gloria", facendo uso delle sue forze più nascoste, riesce a surclassare il giovane avversario, nello specifico Silas ha scagliato Thomas contro gli armadietti per poi fiondarsi contro l'avversario e chiudere definitivamente l'incontro salvo essere fermato dallo staff e dai giocatori dei Bobcats.
Un'altra nota negativa quindi alla stagione di Tyrus Thomas, la peggiore della sua carriera per tutti i parametri statistici come dimostrano i soli 5 punti e 4 rimbalzi in 19 minuti a partita, non certo le cifre che ci si aspetta da un'ex quarta scelta assoluta.
C'è una morale in tutto questo? Certo, ce ne sono addirittura due. La prima: non sottovalutare mai l'avversario. La seconda: Non irritare mai un allenatore che sta per entrare nella storia per essere stato a capo della squadra più perdente della storia della NBA.

domenica 22 aprile 2012

Inside the Campus: UNLV Runnin' Rebels


di Claudio Pavesi
Photo by sportslogos.com

Il campus che visiteremo oggi è situato in un posto inaspettato, immaginatevi le luci e i divertimenti della mitica Las Vegas, siete appena entrati nel dipartimento chiamato Paradise e state percorrendo la via più famosa della città, la Strip, al vostro fianco passano le insegne di casinò come l'MGM Grand, il Bellagio e il Ceasar Palace ma ad un tratto potrete scorgere anche un'insegna meno luminosa delle altre sulla quale potrete leggere la scritta UNLV: University of Nevada, Las Vegas.
Di solito abbiamo a che fare con scuole nate tra fine 1800 e inizio 1900 e quindi comunque recenti in confronto con le università italiane ma in questo caso abbiamo a che fare con un'altra particolarità, l'intera area di Paradise è stata fondata solo nel 1950 e UNLV nacque solo nel 1957 proprio vicino alla Strip, la via dei casinò, ma in pochi anni riuscì a farsi un nome sia a livello sportivo che accademico, infatti resta una delle pochissime scuole pubbliche ad avere le proprie squadre in Division 1.
Il programma di basket nasce praticamente subito, nel 1958, e la squadra prende il nome di Runnin' Rebels, non ci è voluto molto perchè raggiungesse l'apice, infatti entra nella Division 1 nel 1970 potendo così affrontare costantemente gli storici rivali: i Nevada Wolfpacks e i BYU Cougars. Non ci vuole molto perchè UNLV venga riconosciuta a livello nazionale, la storia cambia nel 1973 all'arrivo di coach Jerry Tarkanian, conosciuto come Tark the Shark, uno dei più grandi allenatori della storia del college basketball che in soli quattro anni riesce a condurre UNLV alla sua prima Final Four, quella del 1977 in cui uscirono sconfitti in semifinale contro North Carolina. Quella del '77 era la squadra conosciuta come Hardaway Eight ed era formata da giocatori come Reggie Theus e il defunto Glen Gondrezick (giocatori visti anche in Italia) ma gran parte del merito del successo va dato a coach Tarkanian il cui sistema di gioco era rivoluzionario, rapido e incisivo diventando la squadra in grado di segnare più punti in una singola stagione (3426), record successivamente distrutto dalla famosissima Loyola-Marymount del 1990 e i suoi 122 punti a partita.
Lo strepitoso quintetto del 1990
Photo by UNLV media
Ormai UNLV era diventata una scuola con un programma di basket molto rinomato anche se successivamente al '77 ci furono alcuni anni in cui non raggiunse mai il Torneo NCAA salvo poi diventare una vera e propria potenza negli anni '80. Dopo il ritorno al Torneo NCAA nel 1983 i Runnin' Rebels diventarono una vera e propria potenza raggiungendo nuovamente le Final Four nel 1987 dopo una stagione regolare da una sola sconfitta anche se dovettero cedere a Indiana in semifinale. Il prestigio di UNLV era alle stelle tanto che nella stagione 89-90 era considerata la squadra da battere, la numero 1 in tutti i Ranking, grazie alla presenza di giocatori come Greg Anthony, Stacy Augmon e la futura stella degli Charlotte Hornets Larry Johnson, appena trasferitosi ai Runnin' Rebels da Odessa College. La stagione fu trionfale e anche nel Torneo NCAA UNLV provò le sue abilità ponendo fine al sogno di Loyola-Marymount e imponendo un forte dominio durante tutte le Final Four vincendo in finale contro Duke con 30 punti di vantaggio grazie soprattutto alle prestazioni di Anderson Hunt, vincitore del premio di MVP delle Final Four.
Le Final Four vennero raggiunte anche nel 1991 quando persero il rematch dell'anno precedente contro Duke, una sconfitta che sancì l'addio a UNLV di coach Tarkanian dopo diciannove anni di panchina, arrabbiato per la squalifica al Torneo NCAA del 1992 per alcune violazioni sul recruiting che mandarono su tutte le furie il coach. Gli anni successivi furono difficili per i Runnin' Rebels che avranno un record spesso in negativo pur con qualche lampo i speranza dettato dalla presenza di ottimi talenti come Shawn Marion, speranze che vennero nuovamento affondate da nuove irregolarità sul recruiting scoperte nel 2000 riguardanti i favori concessi a Lamar Odom durante il suo recruiting.
L'attuale stella Mike Moser
Photo by Ethan Miller / Getty Images
Negli anni 2000 UNLV non riuscì ad ingaggiare Rick Pitino come allenatore e riusci a trovare una buona alternativa solo nel 2004 con Lon Kruger che vinse il titolo di conference nel 2007 e riuscì a raggiungre le Sweet Sixteen nel Torneo NCAA.
Oggi la squadra è sotto il controllo di Dave Rice che ha appena concluso il suo primo anno nel Nevada con una qualificazione al Torneo NCAA e con alcune vittorie molto importanti in stagione come quella sulla numero uno del Ranking North Carolina pur avendo una squadra non eccezionale guidata dal senior Chace Stanback, dalla guardia al terzo anno Anthony Marshall e dal lungo Mike Moser, incredibile difensore e ottimo attaccante, ala sophomore al primo anno nel Nevada dopo il trasferimento da UCLA, il giocatore che rappresenta le vere speranze dei Runnin' Rebels in quanto uno dei più grandi talenti che abbia messo piede nel campus negli ultimi anni, luogo comunque abituato a vedere giocatori di discreto livello NBA come Marcus Banks, Joel Anthony e Louis Amundson. UNLV resta un campus molto ambito considerando che ESPN l'ha posizionata alla ottava posizione nella classifica delle scuole più vincenti degli ultimi trent'anni per non parlare del fatto che i Runnin' Rebels possiedono la quarta miglior percentuale di vittorie nella storia dell'intera Division 1. Come se non bastasse già dalla prossima stagione la squadra dell'ateneo di Las Vegas lascerà il Thomas & Mack Center, casa dei Rebels dal 1983, per un nuovo palazzetto, il Mendenhall Centre, un capolavoro da 12 milioni di dollari che comprende due campi da gioco, spogliatoi, palestra e sala stampa, tutto ad un livello pari a quello NBA, ma ospiterà anche una Hall of Fame all'ingresso, aule dedicate accademiche e stanze dedicate allo studio dei video delle squadre avversarie (le cosiddette film-room). Un fantastico progetto, ormai concluso, dove oltre 20000 spettatori potranno assistere ogni volta alle partite di UNLV.
Visuale del nuovo Mendenhall Center
Photo by Sam Morris / Las Vegas Sun
Il progetto dei "nuovi" Runnin' Rebels sembra funzionare dato che l'anno prossimo, oltre agli ottimi ritorni di Moser e Marshall, ci sarà anche una delle migliori guardie disponibili nel recruiting della classe 2012 cioè Katin Reinhardt che per due anni consecutivi ha vinto con il suo liceo, di cui era il leader, il titolo del campionato della California. A far compagnia a Reinhardt ci sarà anche Demetris Morant, centro di Bishop Gorman High School, lo stesso liceo di Shabazz Muhammad. A questa lista potrebbe aggiungersi anche un altro vero talento, Anthony Bennett, il canadese di Findley Prep, scuola proprio di Las Vegas frequentata anche dal nostro connazionale Amedeo Della Valle, un ala grande dotata di grande potenza e atletismo che, se dovesse scegliere UNLV, diventerebbe il fiore all'occhiello di un ottima campagna di reclutamento che potrebbe simbolizzare il biglietto da visita per il ritorno al vertice di UNLV.
La basi per un ottimo futuro ci sono, UNLV dovrà solo evitare di rovinarsi con le proprie mani come già ha fatto in passato a dimostrazione che non tutto quello che avviene a Las Vegas resta a Vegas.

sabato 21 aprile 2012

Biella-Casale: tempo di verdetti

di Francesco Beccio


Shakur, grande protagonista dell'andata.
Photo by: www.radiogold.it

L'anticipo della tredicesima di ritorno vede andare in scena il derby del Piemonte. Novipiù Casale e Angelico Biella invertono solamente il campo rispetto alla gara del 30 dicembre. All'andata vinsero i monferrini 77-70 con una superba prestazione di Mustafa Shakur, autore di 20 punti e protagonista nel finale, agguantando il rimbalzo decisivo e piazzando due punti pesantissimi, che permisero alla compagine dell'allora coach Crespi di mettere al sicuro due mattoncini fondamentali salvezza. Biella arrivava al Ferraris avendo osservato il turno di riposo, però viaggiando tra i top team della classifica, sognando ad occhi aperti. Ad oggi, entrambe lottano per la salvezza e se Biella ha bisogno di questa vittoria per guadagnarsela matematicamente, per Casale questa sfida somiglia di più a un "Dentro o fuori" visto che i punti di distacco dalla Banca Tercas Teramo, penultima in classifica, sono otto ed un ulteriore sconfitta comprometterebbe indelebilmente la permanenza nella massima serie dei ragazzi di Valentini. Biella arriva a questa sfida dopo quattro sconfitte consecutive, ultima quella casalinga contro Varese. Cancellieri può contare su tutti i suoi giocatori per provare a ribaltare il risultato dell'andata, che segnò pesantemente la classifica dei biellesi, che da quel momento iniziò a peggiorare fino ad arrivare a combattere per la permanenza in serie A. I Monferrini sbarcano al Lauretana Forum con lo stesso dubbio di formazione che attanagliò Valentini prima del match contro Siena, che non vide scendere in campo Olu Nnamaka e Garrett Temple. Al loro posto furono schierati Jasmin Hukic e Matt Janning, in ripresa dopo l'infortunio alla mano. La decisione verrà presa solo all'ultimo momento. Oggi pomeriggio, se la Novipiù vorra far saltare il BiellaForum, dovrà stare sul pezzo per 40 minuti limitando al massimo i due americani, Pullen e Coleman, oltre al capitano Matteo Soragna correndo tanto in contropiede cercando di non forzare conclusioni dall'arco dei tre punti e sbagliando poco, molto poco. La salvezza non è impossibile, obbligatorio crederci.

venerdì 20 aprile 2012

Edimes Pavia, domani la sfida decisiva contro Cantù



Archiviata la bella vittoria contro il Cogein Savigliano per l’Edimes Pavia è il momento di tornare in campo. Domani infatti alle ore 21.00 è in programma presso il Pala Parini di Cantù la sfida contro la Gorla Cantù, valida per il ventinovesimo turno di Divisione Nazionale C (Girone A). Il match sarà una tappa decisiva nel cammino dei ragazzi di coach Massimo Fiume, che devono cercare una preziosa vittoria per consolidare la seconda posizione, attualmente occupata insieme alla Expo Inox Mortara, anch’essa a quota 40 punti in classifica e impegnata nell’incontro casalingo contro la capolista Orsi Derthona Basket Tortona. L’Edimes arriva al penultimo turno stagionale forte delle tre vittorie nelle ultime tre gare disputate e una sola sconfitta nelle ultime 7 giornate, conscia del fatto che, con una vittoria, la strada verso il secondo posto in graduatoria sarebbe tutta in discesa, anche in virtù del fatto che l’ultimo decisivo match della regular season è in programma presso le mura amiche del Pala Ravizza di Pavia proprio contro la Expo Inox Mortara. Gli avversari della squadra di coach Fiume di presentano quinti in graduatoria a quota 36 p
unti, con tre vittorie nelle ultime sette gare disputate. Massimo Fiume, allenatore pavese, suona la carica e afferma: “Non sarà una partita facile, i nostri avversari in casa sono fortissimi, infatti sono l’unica squadra ad aver battuto la capolista Tortona, ma noi ci crediamo più che mai: confido nella voglia dei miei ragazzi. Se difendiamo bene e riusciamo già ad entrare in clima play-off possiamo sbancare Cantu’”.


Fonte: Ufficio Stampa Edimes Pavia

mercoledì 18 aprile 2012

Larry Brown torna al college basketball: allenerà Southern Methodist

di Luca Ngoi

Photo by: Getty Images
L'ultima esperienza nel variopinto mondo del basket targato NCAA, Larry Brown l'ha avuta nel 1988, quando fu allenatore di Kansas avendo anche l'onore di vincere un titolo. Da lì in poi tanto tempo tra i professionisti, togliendosi diversi sfizi tra cui, più che il titolo con i Pistons, spicca l'abilità nell'aver tenuto a bada per un anno l'estro bizzoso di Allen Iverson, arrivando a quella drammatica finale con i Lakers vinta poi dai gialloviola per 4-1. Successivamente il caratterino di Brown ha acceso, sempre per il tempo di una stagione, i freddi animi dei tifosi degli Charlotte Bobcats, condotti per la prima volta ai playoff salvo subire irrimediabili scontri con le stelle della squadra, Steph Jackson e Gerald Wallace, e abbandonare la nave l'anno successivo.
Insomma, come avrete capito il signore in questione è uno che tende a stufarsi presto dei propri giocatori, ma è anche uno degli allenatori più carismatici (e vincenti) presenti attualmente sulla piazza e allora ecco che la piccola e poco conosciuta università di Southern Methodist ha deciso di correre il rischio, non avendo nulla da perdere, e puntare su di lui per far crescere il proprio programma di basket. Secondo indiscrezioni coach Brown avrebbe chiesto all'attuale allenatore di Illinois State, Tim Jankovich, di fargli da assistente ma le prime risposte sarebbero state negative, mentre più entusiasmo è arrivato da Jerrance Howard che dovrebbe seguire Brown nella sua nuova avventura. Un'avventura sicuramente non facile, ma più che mai interessante dato che, con la presenza di un allenatore così esperto e famoso, non escludiamo la possibilità che alcuni prospetti anche di buon livello possano compiere la coraggiosa scelta di approdare in un college molto poco blasonato pur di farsi guidare dal mentore di tanti giocatori professionisti, che per giunta ci sa fare pure con i talenti più sregolati (ma non fatelo arrabbiare).

lunedì 16 aprile 2012

Il Khimki vince l'Eurocup, l'anno prossimo sarà in Eurolega

di Luca Ngoi

Photo by: sports.yahoo.com
Alla fine ce l'ha fatta. La seconda squadra della Mosca cestistica finalmente è diventata grande e ha conquistato il primo vero titolo importante della sua storia, una Eurocup conquistata battendo Valencia in una accesa finale per 77-68. Troppo forte per gli spagnoli un ispiratissimo Zoran Planinic, che sta ritrovando la sua vena di talento dopo forse troppi anni di dispersione tra la NBA di New Jersey ed un'Europa in cui non riusciva a tornare protagonista. Nella partita andata in scena sul suo parquet (si giocava infatti nella capitale russa)  la guardia ex Nets è riuscito a sfruttare nella maniera migliore il suo post basso contro gli impotenti esterni valenciani, che hanno dovuto soffrire questa caratteristica fino alla fine.
Non solo i 19 di Planinic però nel successo dei padroni di casa, che hanno trovato buone cose anche dal lungo Kresimir Loncar (14 punti) e da Vitaly Fridzon, guardia di quantità che ha offerto alla causa 9 punti e tanta intensità difensiva e voglia di sbattersi, quello che di fatto mancava ai gialloblu, da diversi anni a questa parte pieni di talento ma quasi privi di quella classe operaia che si rivela quasi sempre decisiva nei successi. Non si è risolto definitivamente il rebus Chris Quinn, playmaker americano con un passato discreto in NBA tra Miami, New Jersey e San Antonio, arrivato durante il lockout teoricamente per fare la differenza ma quasi mai in grado di guidare la palla oltre le sue palle perse, per la verità limitate ad una sola nella gara decisiva.
Valencia non può rammaricarsi di nulla, è rimasta in partita fino agli ultimi minuti non arrendendosi mai e mettendo in difficoltà il Khimki con gli accoppiamenti difensivi, con l'unica pecca di non trovare un rimedio al post medio-basso del suddetto Planinic. Sotto canestro Nick Caner-Medley si è dimostrato un lungo di altissimo livello, al di là dei 23 punti e 11 rimbalzi con cui ha chiuso la serata, stando benissimo con un Loncar decisamente meglio piazzato di lui, e anzi in alcuni tratti dominandolo pure. E pensare che il ragazzo poteva salire agli onori della cronaca già qualche anno fa, quando Gianmaria Vacirca lo scelse per la sua Capo d'Orlando, prima del fallimento della squadra siciliana che lo costrinse ad emigrare in Spagna e a rifarsi una carriera europea da capo. La delusione del match per gli iberici resta Nando De Colo, che totalizza la miseria di 7 punti con un solo canestro dal campo e 3 palle perse palesando più di un dubbio sul suo futuro al di là dell'Oceano dove i San Antonio Spurs sono sempre attenti ai suoi progressi.
In precedenza, nel pomeriggio, il Lietuvos Rytas ha dato un senso al suo viaggio in Russia battendo lo Spartak San Pietroburgo per 71-62 nella finalina per il terzo e quarto posto mettendo in mostra la prima scelta dei Raptors l'anno passato, il gioiello Jonas Valanciunas autore di una doppia doppia da 10 punti e 12 rimbalzi che fa ben sperare per il suo debutto in NBA tra qualche mese, ma anche un altro buon talento lituano, quel Renaldas Seibutis che con i suoi 21 punti ha fatto il vuoto e regalato ai suoi il bronzo in questa emozionante edizione dell'Eurocup

domenica 15 aprile 2012

Si chiude con una sconfitta la stagione della Paul Mitchell

di Luca Ngoi

Photo by: Pianetabasket.com

Doveva essere una festa completa per la Paul Mitchell Pavia, che però si arrende al clima vacanziero e lascia i due punti ad una Anagni decisamente più combattiva e concentrata, che di fatto fa un sol boccone dei pavesi, già ampiamente salvi e dunque senza nulla da chiedere a questo campionato.
La partita non ha praticamente mai storia sin dall'inizio in cui i laziali vanno sopra 7-0 e di fatto non lasciano più la testa della partita, in cui i padroni di casa ne approfittano per far giocare i ragazzi meno impiegati durante l'anno e alcuni giovani con buone prospettive per il futuro anche immediato. Come nel caso di Simone Laboranti, che segna i suoi primi due punti in stagione, oppure del classe '94 Stefano Poggi, che chiude con un errore al tiro ma con ben 3 rimbalzi in 13 minuti, o anche di Jacopo Migliorini, il giovane più impiegato quest'anno e anche nella partita in cui sta in campo per 21 minuti pur non segnando. Insomma, per Pavia sono diverse le note per cui sorridere in vista dell'anno prossimo, in cui si spera di poter confermare gli ottimi giocatori visti durante questa annata e chissà anche puntare con decisione a quei playoff sfumati per un soffio nella stagione finita oggi. Comunque restano i ricordi di imprese importanti come quella casalinga contro Omegna, della serie di cinque vittorie consecutive e di una continuità anche in trasferta, cosa mai avvenuta nelle recenti stagioni targate biancoblu. Per questo, e per tanto altro, grazie ragazzi.

Tabellino:
PAVIA (Bozzetto 14, Furlanetto 7, Borgna 16, Cazzaniga 13, Cissè 8, Mink 2, Migliorini, Poggi, Laboranti, Maiocco)

ANAGNI (Santolamazza 7, Corral 10, Circosta 30, Benedusi 12, Pozzi 4, Baroncelli 14, Zanelli, Ciribeni, Vanni 2, Colangelo)

EA7 Milano: il playmaker del futuro si chiama Juan Fernandez

Di Federico Bianchi.
Fonte: www.datasport.it


Nella giornata di venerdì il sito ufficiale dell'Olimpia Milano ha comunicato che la EA7 ha raggiunto un accordo pluriennale con il playmaker Juan Fernandez.
Fernandez è un classe 1990, uscito quest'anno dall'università di Temple, nato a Rio Tercero in Argentina, ma dotato passaporto italiano, motivo per cui non è stato un problema tesserarlo.
Juan ha giocato per 4 anni in Division One, mantenendosi anche in doppia cifra di media nelle sue ultime tre stagioni (nell'anno da Senior 11,4 punti e 3,9 assist), guidando gli Owls al torneo NCAA per quattro stagioni di fila, salvo però uscire al primo turno in tre occasioni, a parte quest'anno, quando la sconfitta è arrivata al secondo turno per mano di USF.
Una scelta particolare della dirigenza di Milano, che si assicura un giocatore giovane, che in NCAA ha dimostrato una buona intelligenza cestistica e le potenzialità per diventare il playmaker d'ordine che da qualche anno manca alla EA7, sicuramente un ottimo prospetto.
Ora non ci resta che aspettare di vederlo all'opera l'anno prossimo con la maglia biancorossa, nel frattempo mi sento di fare i complimenti alla dirigenza milanese per la mossa di mercato, forse azzardata e audace, ma sicuramente interessante e in linea con alcune scommesse già fatte da altre squadre del campionato italiano, per esempio Biella, maestra nel pescare tra i talenti NCAA.



David West manda all'ospedale la mascotte di Cleveland


di Claudio Pavesi
David West in azione con Indiana
Photo by Chris Chambers / Getty Images

Da quando Lebron James ha abbandonato i Cavaliers, la città di Cleveland ha perso la sua più importante (e forse unica) attrattiva non solo dal punto di vista cestistico. I Cavaliers non hanno più avuto molta attrattiva e non ci sono più stati molti highlights nelle loro stagioni. Fino ad oggi. Recentemente Cleveland ha affrontato gli Indiana Pacers di David West, da sempre ritenuto uno dei giocatori più tranquilli e buoni di tutta l'NBA, non certo un giocatore sullo stile del trio Ron Artest-Jermaine O'Neal-Stephen Jackson, gruppetto che si è fatto più volte conoscere per i propri comportamenti sopra le righe come ad esempio la famosa rissa del Palace of Auburn Hills a Detroit il lontano 19 novembre 2004. David West però questa volta è entrato nel gruppo dei grandi "picchiatori" dei Pacers quando ha mandato all'ospedale la mascotte dei Cavaliers, il cane Moondog, anche se è giusto precisare che è stato un incidente.
Moondog prima della "rissa"
Photo by msn.com
Moondog è solito divertirsi ingaggiando finte risse con giocatori e allenatori avversari nel prepartita ma, purtroppo per lui, o meglio, purtroppo per la persona all'interno di Moondog, questa volta ha iniziato una finta scazzottata con David West che però si è fatto prendere leggermente la mano, cosa non certo piacevole dato che il West in questione porta a spasso 109 chili in un corpo da 206 centimetri. Dopo un breve scambio di pugni l'ala dei Pacers ha rifilato due montanti al morbido volto del cane dei Cavaliers che è crollato al suolo dolorante e, successivamente, è stato obbligato a recarsi in ospedale per medicare l'occhio ferito. West non si era nemmeno reso conto dell'accaduto ma, nella conferenza stampa post-partita, alcuni giornalisti divertiti gli hanno comunicato l'accaduto e West, imbarazzatissimo, si è prontamente scusato: "Stavamo giocando poi a un certo punto è crollato a terra, è stato un incidente, credevo scherzasse. Spero davvero stia bene, mi sento malissimo a riguardo e voglio solo che sappia che mi dispiace moltissimo."
L'ex New Orleans Hornets non l'ha fatto di certo apposta ma c'è da dire che è stata una scena piuttosto comica soprattutto perchè Moondog è stato visitato in campo dal medico dei Cavaliers quando ancora aveva addosso tutto il costume da cane, testa compresa.
Moondog soccorso dallo staff di Cleveland
Photo by Presswire
Con Moondog si allunga nuovamente la lista degli infortunati dei Cavaliers, il suo recupero dovrebbe essere piuttosto rapido ma, anche in caso contrario, non credo che Cleveland si affretterà a cercare un sostituto, magari promuovendo la mascotte della squadra della D-League.