mercoledì 29 febbraio 2012

L'Edimes Pavia sfoltisce la rosa: via Pomenti e Carrera

Il New Bridge decide di fare a meno di Andrea Pomenti e Alessandro Carrera, ma non ingaggia nessuno. Scadono oggi le liste di trasferimento dei giocatori per la divisione nazionale C, così la società pavese ha deciso di intervenire per tempo. «Credo che nessuna squadra di serie C abbia un organico di dodici giocatori – afferma il presidente Gabriele Ripa –. Fossimo stati primi in classifica con un vantaggio ampio, forse avremmo fatto uno sforzo economico in più, ma nelle nostre condizioni di classifica dodici giocatori rappresentano un lusso inutile, così abbiamo scelto coloro che, secondo il nostro parere, hanno reso meno del previsto».
L’Edimes si è attivata per trovare una sistemazione ai due giocatori. «Carrera ha deciso di accettare il trasferimento a Bergamo, andando a giocare con Mascherpa – continua Ripa –. Avendo firmato un giovane come Corcelli, avere Alessandro sarebbe stato un lusso».
Pomenti invece non ha accettato un trasferimento a Gela, in Sicilia.«Abbiamo contattato il suo procuratore che ci ha fornito un elenco di dieci società che cercavano un pivot – afferma il presidente della Edimes – Gela è stata l’unica con cui siamo entrati in contatto e che ha offerto al giocatore, per due mesi, uno stipendio più alto di quanto percepisce a Pavia, con la clausola di averlo subito a disposizione per giocare una partita importante, altrimenti non se ne sarebbe fatto nulla. Pomenti ha rifiutato e se entro domani (ieri sera, ndr) non troverà una squadra lo metteremo fuori rosa e vedremo il da farsi».
La società non sostituirà nessuno. «Due i motivi – chiude Ripa – sul mercato non c’è nessuno che faccia la differenza e poi non vogliamo chiedere agli sponsor uno sforzo, quando la squadra non lo merita. Nessuno di noi, coach compreso, in estate conosceva i giocatori, sia dal punto di vista
tecnico che caratteriale. Il prossimo anno l’obiettivo sarà firmare un allenatore che conosce i giocatori della categoria in cui giocheremo».

Fonte: La Provincia Pavese

Tanta voglia di Ranking (28/2/2012)


di Claudio Pavesi

AP Top 25
RK
TEAM
RECORD
PTS
1
Kentucky (63)
28-1
1,623
2
Syracuse (2)
29-1
1,562
3
25-5
1,459
4
25-4
1,409
5
24-5
1,372
6
25-4
1,314
7
25-4
1,253
8
24-5
1,150
9
25-5
1,055
10
23-6
1,036
11
22-6
906
12
28-1
885
13
21-8
766
14
21-8
764
15
26-4
754
16
22-7
638
17
24-6
531
18
22-7
444
19
22-7
426
20
20-10
357
21
22-6
304
22
19-9
252
23
22-6
158
24
21-7
142
25
25-5
140

Ragazzi iniziate a fare il conto alla rovescia perché siamo agli sgoccioli, questa è la penultima settimana prima dell’inizio della stagione che conta davvero, quella che assegna i titoli e che consiste nei tornei di conference e nel Torneo NCAA.
Come al solito partiamo dalle prime della classe, la “secchiona” di turno resta sempre la Kentucky di coach Calipari, al momento decisamente troppo forte rispetto a chiunque altro nell’intera NCAA, figuriamoci in SEC, conference non fortissima e quest’anno più che mai sottotono. I Wildcats portano a casa il titolo della regalur season della SEC con anticipo dopo aver staccato di quattro partite #16 Florida, in settimana caduta a Georgia, mentre tra le non classificate nel Ranking vanno segnalate Vanderbilt e Alabama, tornate in auge nel finale di stagione approfittando anche della crisi che ha colpito Mississipi State,  giunta ormai alla quinta sconfitta in fila, l’ultima delle quali arrivata propria dalla principale rivale in classifica, la già citata Alabama.
Kentucky sarà anche la prima della classe e prenderà sempre il massimo dei voti ma non si può dire che Syracuse, seconda assoluta, sia da meno, gli Oranges infatti hanno portato a casa il titolo della regular season della Big East dato che hanno ormai irrimediabilmente staccato #8 Marquette che invece ha congelato la seconda posizione grazie alle prestazioni dell’asse composto dalla guardia Johnson-Odom e dall’ala Jae Crowder, senza dubbio uno dei giocatori più migliorati dell’anno.
A contendersi la quarta e la quinta piazza sono #11 Georgetown e #20 Notre Dame con la prima leggermente favorita dato che, nonostante il record in parità con la seconda citata, ha lo scontro diretto favorevole dopo la vittoria di ieri notte in casa in cui gli Hoyas hanno approfittato del fatto che Notre Dame era alla terza partita in cinque giorni rifilandogli la seconda sconfitta consecutiva, motivo per cui i Fighting Irish rischiano di uscire dal Ranking e anche perché sono l’unica squadra nella Top 25 ad avere dieci sconfitte. A lottare per le restanti posizioni vediamo Cincinnati che ha da poco battuto #19 Louisville ma ha perso contro South Florida, le due principali contendenti alle restanti posizioni di rilievo della Big East, posizioni in cui possiamo scordarci di vedere UConn, sempre più fuori dai giochi nonostante il fenomeno Jeremy Lamb ed è quindi probabile che non vada nemmeno al Torneo NCAA, competizione che dovrà saltare anche l’anno prossimo per la sospensione causa motivi accademici di cui abbiamo già parlato.
Alla posizione numero 3 assoluta troviamo una novità, i Kansas Jayhawks che in settimana rivoluzionano completamente l’intera Big12 dato che in settimana si assicurano il titolo della regular season della conference mettendo a segno ben tre vittorie una delle quali ai danni della rivale diretta #7 Missouri contro cui vincono un’incredibile partita in cui i Jayhawks rimontano uno svantaggio di 19 punti e riscono a ad arrivare all’overtime grazie ad una stoppata all’ultima secondo di Thomas Robinson (28 punti e 12 rimbalzi alla fine) ed è proprio nel tempo supplementare che arriva la vittoria di Kansas per 87 a 86. Come se non bastasse Mizzou perde anche con Kansas State ed è quindi a seguito della prima serie negativa della stagione che dovrà affrontare Iowa State, squadra in formissima e intenzionata a raggiungere #9 Baylor al terzo posto nella Big12 ma che avrà un schedule difficilissima dato che oltre a Missouri dovrà affrontare proprio i Bears di Baylor.
La conference più combattuta è senza dubbio l’ACC in cui milita Duke, numero 4 del Ranking, che condivide la testa della conference con #6 North Carolina. La settimana scorsa ci eravamo lasciati con Florida State in testa con lo stesso record delle due scuole già citate ma in settimana è cambiato tutto quindi cerchiamo di fare ordine: i Tar Heels hanno battuto #24 Virginia e North Carolina State, giunta ormai alla quarta sconfitta in fila mentre Duke ha vinto contro Virginia Tech e #22 Florida State che a sorpresa ha perso anche contro Miami, vera e propria mina vagante dato che in stagione ha vinto anche con Duke. La classifica vede quindi in testa Blue Devils e Tar Heels seguiti da Florida State la cui posizione non dovrebbe essere in pericolo dagli attacchi delle inseguitrici Virginia e Miami. Molto probabilmente a decidere la vincitrice della regular season dell’ACC sarà la partita del 3 marzo che vedrà scontarsi proprio Duke e North Carolina in una nuova tappa della rivalità più sentita degli Stati Uniti.
E’ alla quinta posizione assoluta del Ranking che troviamo Michigan State che momentaneamente è in testa alla B1G con 2 partite di scarto su #11 Ohio State e #13 Michigan ma non è ancora tempo di sentenze dato che mancano ancora due partite al termine della regular season e in questi matches gli Spartans affronteranno #18 Indiana e gli stessi Buckeyes dello stato dell’Ohio, decisiva quindi l’ultima giornata prevista per il 4 marzo anche se non bisogna sottovalutare la già citata Michigan a cui spetta la schedule più facile ma aspetterei a dirlo dato che in settimana hanno perso contro Purdue, e neanche di poco. A giocarsela alle loro spalle troviamo #14 Wisconsin e #18 Indiana, la seconda esce da una settimana di vittorie contro squadre non proprio irresistibili e, come abbiamo già detto, in vista di scontri ben più impegnativi mentre la prima delle due, guidata dal playmaker Jordan Taylor, viene da una stupenda vittoria contro Ohio State anche se in precedenza aveva messo a referto una sconfitta contro Iowa a segnalare l’inconsistenza dei Badgers.
Grandi sorprese ci sono state anche in Mountain West in cui settimana scorsa la testa era tenuta da New Mexico che invece in settimana è crollata perdendo con Colorado State e TCU e per questo motivo è uscita dal Ranking e ha consentito a #17 UNLV e #21 San Diego State di raggiungerla in testa alla MWC. Nell’ultima settimana, la prossima, non ci saranno incroci tra queste tre squadre ma ci sono forti dubbi su quanto potrà reggere la piccola New Mexico anche se dovrà affrontare le due squadre col peggior punteggio nella conference cioè Air Force e Boise State.
Al posto di New Mexico ha fatto il suo ritorno nel Ranking col numero 25 la Creighton di Doug McDermott la cui stagione regolare si è già conclusa con un secondo posto nella Missouri Valley Conference, vinta dalla #15 Wichita State, decisiva per Creighton la clamorosa settimana dal 4 all’11 febbraio in cui persero tre partite consecutive.
Nelle altre piccole conference da segnalare è la vittoria della stagione regolare della Ohio Valley Conference da parte di #12 Murray State che ha già concluso una stupenda stagione in cui ha subito una sola sconfitta anche se contro Tennessee State, principale rivale di conference, e questo fa un po’ temere in vista del torneo della OVC. Chiudiamo con la #23 Temple che è ad un passo da assicurarsi il titolo della regular season della Atlantic 10 Conference anche se la sconfitta settimanale contro Saint Joseph’s lascia ancora possibilità a ben 3 inseguitrici, Saint Louis, Xavier e Saint Bonaventure con la prima favorita su tutte nella rincorsa alla A10, conference che ogni anno è patria di almeno una mina vagante del Torneo NCAA.
Molti verdetti sono già stati decretati ma attenzione perché la vera stagione, il motivo per cui l’NCAA è così bello, inizia tra circa dieci giorni quindi continuate a seguirci!

martedì 28 febbraio 2012

Matchups: Paola Ellisse

intervista realizzata da: Davide Quaranta.

Torna la rubrica delle interviste di Basketzone RTP, e lo fa con un altro componente del team "Sky" che segue il basket a stelle e strisce: Paola Ellisse, che spazia dalle sue prime esperienze a contatto con la pallacanestro, al progetto da lei sostenuto per i bambini malati, fino ai soliti, immancabili pronostici.

Come e quando è nata la passione per la pallacanestro?
La passione è nata nel 1987, quando ho conosciuto quello che poi sarebbe diventato mio marito, Franco Boselli. Lui cominciava la carriera, io seguendolo ho cominciato ad incuriosirmi nei confronti di questo sport che mi coinvolgeva, ho sentito il desiderio di capire quanto accadeva in campo. Da lui mi facevo spiegare tutto, e lui pazientemente mi ha insegnato.

Visto che è molto tempo che segui il basket come è cambiato secondo te questo gioco col passare del tempo?
E’ cambiato moltissimo. Se oggi guardi una partita degli anni 80 tutti sembrano lenti, tra difensore ed attaccante c’e’ sempre uno spazio che oggi è impensabile, ma soprattutto la differenza si vede a livello fisico. 30 anni fa un Antonello Riva era un unicum, oggi gambe come esplosive le sue sono la norma. In compenso alcune doti tecniche si sono un po’ perse, sacrificate all’atletismo.

C'è stata la violenta esplosione di Jeremy Lin, cosa ne pensi? Potrà durare tanto?
Se Lin non avesse giocato a New York probabilmente non ci sarebbe stata tutta questa risonanza mediatica intorno a lui. Certo, l’exploit di cui è stato protagonista è strabiliante, ma starei con la dichiarazione di LeBron: “ha giocato 11 partite, aspettiamo a giudicare”. Sembra che la testa sia quella giusta, il ragazzo pare avere i piedi saldamente piantati per terra, ma è troppo presto per esprimere qualsiasi parere, e troppo spesso abbiamo visto pronostici ribaltati in questo senso.

Parlando di basket nostrano; Siena è da considerarsi competitiva anche per la vittoria finale in Eurolega?
Siena è senz’altro una possibile protagonista da final four, poi quando sei a quel punto vale tutto. Ci sono ancora 2 mesi, durante i quali puo’ succedere di tutto. Per vincere l’Eurolega essere forti è fondamentale, ma è necessaria anche un po’ di fortuna, quella che per esempio ti porta a competere nei momenti più importanti con il roster al completo e con la testa libera da altri pensieri. L’augurio è che Siena possa arrivarci ed essere al 100%. Farebbe molto bene al nostro basket.

Cosa ne pensi della Milano di questo periodo?Dopo tanti cambiamenti (visto anche l'addio di Nicholas), può migliorare?
Non ho visto Milano con continuità, quindi l’opinione si basa su quanto letto e sul poco che ho visto. La sensazione è che l’Olimpia sia una Ferrari che, non da quest’anno, viaggia con il freno a mano tirato. Ci sono giocatori tecnicamente validi ma un po’ troppo “soft” nell’atteggiamento, ce ne sono alcuni visibilmente in difficoltà “mentale”, dare spazio ai giovani è difficile in una città come Milano dove il “tutto e subito” è necessità; oppure succede che Alessandro Gentile, arrivato in corsa e solo 19enne, prenda i primi 3 tiri in una partita di Eurolega, o l’ultimo tiro a fil di sirena, cosa che in una squadra con gerarchie ferree difficilmente potrebbe succedere. Difficile capire da dove cominciare per trovare gli equilibri.

Passiamo alla Nazionale: il peggio è passato? Con la generazione "d'argento" (l'Under 20) e gente come Della Valle possiamo tornare a sognare?
La Nazionale a mio parere paga il fatto che gli italiani siano stati troppo protetti negli ultimi anni. La regola dei 6 italiani a referto ha fatto in modo che la competitività tra i nostri ragazzi sia diminuita, perché molti di loro trovavano ingaggi a prescindere dal merito. Se a questo aggiungiamo la “fuga di talenti”- cioè il fatto che tanti ragazzini non trovando strutture o società pronte ad accoglierli si siano dedicati ad altri sport – e l’abbandono delle attività giovanili da parte di tante società, è comprensibile che mettere insieme una Nazionale competitiva diventi difficile. La speranza è che i 20enni d’argento diano una spinta ad una crescita che sembra essere iniziata, ma temo che la strada per tornare ai massimi livelli sia ancora lunghetta.

Segui anche il basket femminile, oppure ti limiti a quello più vivace giocato dagli uomini?
Purtroppo non ho mai avuto modo di seguire con particolare attenzione il basket femminile, mi manca il tempo per farlo, e questa è senz’altro una mancanza da parte mia. Com'è avere successo in un campo sportivo prettamente maschile come questo?
Da tempo sono abituata ad essere l’unica donna in un mondo popolato da maschi. Non è facile, sei sempre nel mirino dei critici, perché il mondo dello sport è abbastanza maschilista. Io però sono stata fortunata perché ho trovato persone stupende con le quali lavorare, nessuno mi ha mai fatto sentire a disagio per il fatto di essere una donna. So di essere “diversa”, so che questo mi rende più vulnerabile, e quindi mi obbliga ad essere più forte. E quando mi arriva qualche critica che ritengo gratuita, o qualche insulto, penso che faccio il lavoro più bello del mondo, e la voce di qualche incavolato non potrà mai cambiare questo fatto.

Hai cominciato a Telepiù con calcio e tennis, molti si sarebbero fermati al calcio ,sport più seguito, perchè hai voluto puntare proprio sul basket?
Ho fatto anche la Formula 1, ma il basket è sempre stato il mio punto di arrivo. So che molti avrebbero fatto qualsiasi cosa per andare a bordo campo per una partita della Juve o del Milan, io quando ero all’Olimpico o a San Siro morivo di noia….mentre quando sono in un palazzetto non mi annoio mai! E poi vuoi mettere poter lavorare con gente come Flavio, Federico e tutti gli altri della squadra Sky?

Sei una dei volti del progetto "Primo Salto" che coniuga lo sport alla salute dei bambini, cosa ci puoi dire di questo progetto?
Come qualsiasi progetto che riguarda i bambini, Primo Salto merita tutta l’attenzione da parte di chiunque possa spendere il proprio nome o la propria immagine per sostenerlo. Si spera che possa avere sempre più appoggio anche dal mondo del basket istituzionale. La nostra pallacanestro ha bisogno anche di rendersi utile per tornare a farsi amare.

Ultima domanda al quale tutti sono sottoposti: chi vince l'NBA, chi l'Eurolega, chi l'NCAA e chi la serie A?
Santo cielo, non ho mai indovinato un pronostico nella mia vita! Allora: NBA Miami, Eurolega CSKA, NCAA North Carolina, Serie A Siena. Non molto originale, vero?!

Ringraziando Paola per la sua estrema disponibilità e cordialità, le auguriamo tutte cose belle per il futuro professionale e non, e invitiamo voi lettori a continuare a seguire Basketzone RTP per gli aggiornamenti dal mondo della pallacanestro e per le prossime interessantissime interviste.

domenica 26 febbraio 2012

Jeremy Evans e Kevin Love trionfano nell'All Star Saturday

di Luca Ngoi


Il consueto appuntamento del Sabato dell'All Star Game è tra i più attesi della kermesse di metà Febbraio, ma non certo per le esibizioni che aprono la serata, ovvero quella dello Shooting Stars, nel quale vecchie glorie NBA, giocatrici della WNBA e giocatori attuali si affrontano in una gara di tiro a squadre e quella dello Skills Challenge, nella quale sei stelle della Lega si danno battaglia (non esattamente all'ultimo sangue) in un percorso atto ad evidenziare le loro doti di ball handling e passaggio. Per la sola cronaca nella prima competizione è stato il Team New York, formato da Allan Houston, Landry Fields e Cappie Pondexter delle New York Liberty a trionfare in finale sul Team Texas guidato da un poliedrico Kenny Smith, visto finora nelle vesti di: commissioner del Rising Stars Challenge, partecipante allo Shooting Stars, presentatore ed intervistatore della gara delle schiacciate e telecronista (che poi sarebbe sempre il suo ruolo principale), insomma giornate piene quelle dell'ex Rocket. Nella seconda gara è stato invece Tony Parker a trionfare su Deron Williams, Kyrie Irving, John Wall e Russell Westbrook in un concorso come anticipato qualche riga fa non esattamente tra i più agguerriti, tanto che nella finale a tre sembrava quasi che i partecipanti giocassero a perderla, ma nonostante tutto c'è stato il tempo di vedere l'ennesima roboante schiacciata del week end di John Wall, pur completata al secondo o terzo tentativo.


Il volume dell'entusiasmo si è alzato durante il 3-point  Shootout, durante il quale Anthony Morrow ha pagato il suo tributo ad una leggenda di questo gioco come Drazen Petrovic, visto in NBA con la maglia dei suoi Nets, puntualmente indossata dalla guardia che però non è riuscita ad approdare in finale, nella quale a trionfare è stato Kevin Love dopo uno spareggio con Kevin Durant. Non ricorderemo questa gara per delle prestazioni balistiche clamorose, se è vero che Love per vincere ha totalizzato "soli" 17 punti, ben lontani dalle grandi prove passate di Jason Kapono, vincitore per due edizioni consecutive di questo concorso nel quale però trovare il ritmo in poco tempo è più che mai fondamentale ed un inizio più o meno convincente può risultare decisivo.
Come detto in apertura però il vero evento del sabato notte è sempre la gara delle schiacciate, nella quale si affrontavano Jeremy Evans, Paul George, Chase Budinger e Derrick Williams, giocatori giovani e in grado di saltare davvero in alto. Alla fine ad avere la meglio, grazie al nuovo formato che mette il responso in mano al pubblico di tutto il mondo che può votare attraverso il sito NBA.com, mandando sms o su Twitter (e come ti sbagli), è stata l'ala dei Jazz Evans, che ha cominciato piano salvo poi salire di tono con una schiacciata col doppio pallone saltando il compagno Gordon Hayward e mettendo su una discreta pagliacciata facendosi consegnare da un attore-postino la maglia del Postino per eccellenza: la leggenda dei Jazz Karl Malone e saltando poi il postino stesso in maniera piuttosto fragorosa, un siparietto chein giro per il globo potrebbe aver fatto la differenza per la sua vittoria finale. Da segnalare per gli altri la prima schiacciata di Chase Budinger, che ha saltato il famoso rapper e produttore P. Diddy su assist del compagno Chandler Parsons, non tanto per l'inventiva del gesto, ma quanto per la potenza della schiacciata; da ricordare poi, se non altro per la coreografia magniloquente la seconda schiacciata di Paul George, che ha spento le luci dell'Amway Center e, indossando una maglia speciale fosforescente è andato a schiacciare dopo un treesessanta, gesto al quale ha risposto lo stesso Budinger con un tributo a Cedric Ceballos, ex Phoenix Suns che schiacciò bendato, così come ha fatto l'ala dei Rockets che per l'occasione ha indossato la maglia del "Cedro" versione 1993. Insomma, per concludere, probabilmente questo slam dunk contest non passerà certo alla storia come il più bello di sempre, ma non si può dare la colpa a questi ragazzi che si sono impegnati per creare qualcosa di divertente e in parte ci sono riusciti: il problema è l'appeal che va dato all'evento, che senza grandi nomi verrà sempre criticato. Se solo Blake Griffin avesse accettato di difendere il titolo conquistato l'anno scorso siamo sicuri che i siti americani non definirebbero questo Slam Dunk Contest come "disastrous" (non c'è bisogno della traduzione) e se solo Lebron si avventurasse in questa sfida allora non si invocheranno più formati sbagliati e quant'altro. Serve una svolta, anche in queste "piccole cose" per far ri-decollare una Lega che ha dovuto attendere l'avvento di un taiwanese uscito da Harvard per ritrovare l'appeal perduto.

sabato 25 febbraio 2012

Il Team Chuck fa suo il Rising Stars Challenge, ma la notizia non sta nel risultato

di Luca Ngoi


Il nuovo formato della nuova Rising Stars Challenge, fu Rookie Challenge, doveva garantire più equilibrio e, se non proprio una partita vera, perlomeno punteggi più umani e magari un minimo di difesa, e invece anche a questo giro si sono ripresentate le care vecchie abitudini, merito delle scelte del "Black Pat Riley", all'anagrafe Shaquille O'Neal che ha interpretato magistralmente il suo ruolo di General Manager scegliendo la bellezza di sei playmaker, ovviamente inadeguati a fronteggiare l'atletismo del Team Chuck, quello messo insieme da un distratto Charles Barkley, che durante la gara ha ammesso candidamente ai microfoni di Craig Sager: "ci pagano per guardare queste partite". Finalmente è stato detto anche questo, ed in effetti solo un personaggio come Sir Charles poteva riuscirci.
Passando alle note "tecniche", se così si possono definire ovviamente non si sono contate le schiacciate, gli alley hoop e le giocate di grande fantasia sciorinate da questi ragazzi, piuttosto vogliosi in generale, con qualche eccezione (leggasi Greg Monroe, visibilmente fuori luogo nel contesto). Tra tutti i rookie e i sophomore mostrati ieri notte citiamo ovviamente l'MVP di serata, quel Kyirie Irving autore alla fine di 34 punti con 9 assist e la perfezione al tiro da 3 con un 8/8 che sicuramente farà sorridere i suoi Cavs che sperano in altrettanta precisione dalla lunga distanza anche alla ripresa delle operazioni, ma assieme a lui meritano una menzione d'onore anche Ricky Rubio, protagonista di quello che a mio modesto parere è il momento (tecnico) della serata, quando si è esibito in un tunnel alla Leo Messi a centrocampo su Demarcus Cousins, per poi finire con un lob per l'alley hoop gentilmente offerto da un Blake Griffin che per la verità si è visto ben poco in campo (soltanto 10:33 minuti di impiego per lui, ma lo ritroveremo domani notte) così come Jeremy Lin, fatto esibire per 8 minuti e spiccioli un po' a sorpresa, dato il momento tutto particolare del taiwanese che, sempre a mia opinione, mi aspettavo giocasse non meno di 20 minuti. Dall'altra parte, oltre a Irving, per il Team Chuck si è visto un John Wall decisamente in palla e con voglia di dimostrare che la sua annata storta è soltanto qualcosa di passeggero, non come la vena creativa di Marshon Brooks, protagonista ma in negativo con quello che a mani basse va annoverato come il "blooper", l'errore della serata, quando da solo sotto il canestro avversario ha provato ad avventurarsi in una schiacciata raccogliendo il rimbalzo sul parquet salvo sbagliare clamorosamente il tempo di salto e impatto con la sfera e rifugiarsi quindi in un passaggio in extremis per la susseguente schiacciata di Evan Turner: esilarante. Proprio come quello che va considerato a tutti gli effetti l'highlight della partita, ma non parliamo di un gesto tecnico, o meglio avremmo potuto parlarne ma non sarà così. Merito di quel burlone di Greg Monroe, come detto estraneo al gioco per 39 minuti salvo riscattarsi proprio nelle ultime battute di gioco con un'azione mai vista, anche in questo tipo di gare. Quando mancano solo pochi scampoli di gioco e tutti stanno ormai visibilmente camminando, anzi si è addirittura fermi, John Wall decide di approfittarne e di improvvisare un suo personale antipasto dello Slam Dunk Contest di oggi e quindi va per la schiacciata roboante dopo un auto-assist con rimbalzo sul terreno di gioco, ma non ha fatto i conti con il simpaticissimo Greg, che proprio nel momento appena precedente il decollo del playmaker dei Wizards interviene sulla palla a spicchi sottraendogliela. Quando sono quasi le 5 del mattino sono cose come queste che ti regalano la soddisfazione di aver resistito fino a quell'ora e di non essere crollato prima. Grazie Greg.

Mercato NBA: ecco cosa faremmo noi (parte 2).

di Davide Quaranta.

Siamo al secondo appuntamento con la rubrica "mercato NBA: ecco cosa faremmo noi", dove questa volta non sarà Federico ad esprimere le proprie opinioni e scelte, ma sarò io, Davide, ad immedesimarmi nel ruolo di General Manager NBA.
La partenza è ovviamente dedicata alla squadra per cui tifo da quando sono bambino, i Los Angeles Lakers. Dopo aver analizzato i gialloviola, si passa ai Boston Celtics, per poi chiudere con qualche salto da una franchigia all'altra in giro per la lega.


Los Angeles Lakers:
Ormai fatta per la firma di Rasheed Wallace con il club della famiglia Buss (e con Metta World Peace in spogliatoio ci sarà da divertirsi), i Lakers devono andare a caccia di quell'esterno, possibilmente playmaker, in grado di completare un reparto piccoli impreziosito dalla presenza di Kobe Bryant. I nomi più insistenti sono quelli di Rajon Rondo, che i Celtics starebbero pensando di scambiare per cominciare il processo di rivoluzionamento della squadra. Si era parlato di uno scambio con Pau Gasol che, avendolo già ceduto in estate, salvo poi dover fare "dietrofront", la dirigenza vorrebbe usare come pedina di scambio. Rondo nel sistema di Brown sarebbe una buonissima alternativa all'ormai "anziano" Fisher che, insieme a Blake, potrebbero dare quel minimo di profondità che manca in cabina di regia. Gli altri nomi sono quelli del sorprendente Kyle Lowry, ottime cifre per lui a Houston, e (si parla già di Fantabasket) di Deron Williams, che vorrebbe a tutti i costi vestire la maglia di una squadra pretendente al titolo.
Da non dimenticare la crescita esponenziale che sta avendo Andrew Bynum, ormai secondo terminale offensivo dell'attaco dei californiani, che si sta rivelando anche una macchina da rimbalzi.
Con l'arrivo di Sheed, la partenza di Gasol sarebbe sicuramente meno amara e, con la mossa giusta della dirigenza, potrebbe riportare i Lakers a lottare per la finale NBA.


Boston Celtics:
Aria di rivoluzione anche in casa Celtics, dove la dirigenza vorrebbe cercare di cambiare l'assetto della franchigia, magari ringiovanendo il roster. Dei big three (più Rondo), sicuramente non si vuole fare partire Paul Pierce, bandiera (e ce ne sono poche nella NBA moderna) e capitano storico della squadra. Difficile che Kevin Garnett cambi maglia, essendo diventato l'altro leader emotivo e difensivo della squadra di Rivers. Più probabile la partenza di Ray Allen che, nonostante la non tenera età, potrebbe essere ritenuto pedina di scambio importante per un giovane di medio borgo NBA. Oltre a tutto ciò c'è il "problema" Rondo: i Celtics lo cederebbero, se solo avessero una riserva all'altezza a roster, ma Bradley non rispecchia necessariamente il prototipo della pointguard ideale a cui affidare una squadra. Piccolo parere personale: Rondo non lo cederei mai, cercando di portare a casa una guardia di prospettiva, rinunciando magari a He Got Game.


Per la serie: "Altri Campi":
Ancora senza fine la telenovela "Dwight Howard", con il (ex?) centro dei Magic che una volta esprime la volontà di andarsene, e la volta dopo dichiara di stare bene in Florida dove vuole continuare a giocare. Si era accostato il suo nome ai Lakers, dicendo che Kobe stesso lo avrebbe chiamato per provare a convincerlo ad approdare a Los Angeles, fatti poi smentiti subito dal Mamba.
A parere di chi scrive, Howard non riuscirà a vincere un titolo con Orlando, a meno che non possa arrivare uno come Deron Williams, che sposterebbe di molto gli equilibri ad Est, ma non è esattamente il giocatore che serve ai Lakers che, con un Andrew Bynum così in palla e un sistema di gioco come quello di Mike Brown, farebbero un affare controproducente ad acquisire Howard.
Chiudiamo parlando proprio di Deron. Visto che i Nets, being the Nets (cit.), non sembrano intenzionati a muoversi in maniera decisa sul mercato, sta cercando di lasciare Brooklyn per approdare ad una franchigia che possa garantirgli la lotta all'anello. I nomi fatti sono quelli dei Knicks, prima della "Linsanity" ma che ora, con il ritorno del Barone e l'arrivo di JR Smith, hanno complicato la faccenda. Deron potrebbe andare, come detto, ai Lakers, ai Magic (dove sarebbe la principale ragione per non far andare via Howard) o a Dallas, dove porterebbe Jason Kidd al più consono ruolo di riserva di lusso.

Per oggi è tutto con il mercato NBA, noi vi invitiamo a rimanere sintonizzati su Basketzone RTP per una nuova "puntata" della mini-rubrica appena lanciata.
Nel salutarvi vi auguro un buon All Star Weekend e vi chiedo di commentare questo articolo, esprimendo il vostro consenso (o dissenso) alle mie osservazioni.
Stay tuned.

BREAKING NEWS: Il ritorno di 'Sheed, firmerà per i Lakers

di Luca Ngoi


La notizia di un suo ritorno stava già circolando da diverso tempo, addirittura dall'anno scorso quando sembrava vicino a rifirmare per la sua ultima squadra, i Boston Celtics, ma ora sembra quasi prendere le tinte dell'ufficialità il ritorno di Rasheed Wallace che, stando alle voci riportate dal sito americano CSNNE.com sarebbe molto vicino ad unirsi ai Los Angeles Lakers. Avete capito bene: stiamo parlando proprio di quei Lakers grandi rivali dei suoi ex Celtics, ma si sa che le bandiere nello sport americano sono un concetto quanto mai aleatorio e relativo, fatto sta che è pronto al ritorno uno dei giocatori che a mio parere sarebbe potuto essere uno dei primi tre interpreti ogni epoca di questo gioco e che invece tutti ricordiamo soltanto come un "ottimo giocatore", ma non un fenomeno assoluto o un dominatore del parquet, cosa che il talento in suo possesso gli avrebbe benissimo permesso di diventare. Sheed comunque è stato ben più di un semplice giocatore di basket: è stato un'icona, un personaggio, un oggetto di culto per tutti gli appassionati, come il sottoscritto che oltre ad impazzire per il modo assolutamente innovativo di interpretare il ruolo di "numero 4" andavano letteralmente in brodo di giuggiole per i suoi comportamenti e il suo modo di relazionarsi ad arbitri, compagni, avversari e media, tutte caratteristiche che non vediamo l'ora di riabbracciare e inoltre i Lakers, dal canto loro, potranno aggiungere dal lato tecnico molta profondità e altrettanta qualità nel loro reparto lunghi, anche se in questo modo le voci riguardanti la cessione di Pau Gasol si faranno ancor più insistenti prima del 15 Marzo. Ovviamente non quotiamo neanche la litigata con coach Mike Brown, forse non il più adatto a gestire una personalità come quella dell'ex Pistons, ma del resto lui è fatto così sin dai tempi di North Carolina, quando fu la madre ad accompagnarlo al campus e a permettere all'allora coach dei Tar Heels, il leggendario Dean Smith, di usare pure le maniere forti con il figlio chè non si riusciva a gestire completamente da solo, e con questo abbiamo detto tutto. Welcome back, 'Sheed.

venerdì 24 febbraio 2012

Mercato NBA: ecco cosa faremmo noi (Parte 1).

Di Federico Bianchi.



Questo weekend come molti di voi sapranno arriva finalmente l'All Star Game di Orlando, weekend delle stelle che come ogni anno significa divertimento, spettacolo, le migliori stelle dell'NBA, ma anche mercato NBA. Negli anni scorsi abbiamo visto come la pausa del weekend delle stelle sia un'occasione per portare a termine diverse operazioni di "riparazione", prima della deadline del 15 marzo.
Quest'anno noi di Basketzone ci aspettiamo colpi col botto come sempre, soprattutto da parte di alcune squadre, così abbiamo deciso un po' per gioco di calarci nella parte del general manager di alcune delle squadre che probabilmente saranno attive sul mercato, per rendervi partecipi di come cercheremmo noi di migliorare queste squadre e più in generale di come la pensiamo in termini di mercato.
Ho l'onore di fare questo esperimento per primo, spero che condividiate le mie scelte, iniziamo il mio lavoro come GM dalla mia squadra del cuore.

BOSTON CELTICS.
I biancoverdi sono una delle squadre che si presume si attiveranno prima della deadline e la dirigenza dei celtics ha fatto capire di essere disposta anche a rivoluzionare la squadra che ha portato al titolo del 2008. Questo fa presumere che almeno uno dei big4 dei celtics dovrà partire.
Tra le quattro stelle di Boston sarà sicuramente impossibile privarsi di Paul Pierce, leader carismatico e simbolo di questa squadra; lo stesso discorso a mio modo di vedere vale per Kevin Garnett, in quanto non credo che ci sia alcun giocatore in grado di sostituire The Big Ticket per l'apporto difensivo e di leader che da alla squadra.
I papabili a lasciare Boston rimangono quindi Rajon Rondo e Ray Allen.
Per il primo il discorso è complicato, in quanto un'eventuale cessione dell'unica delle 4 stelle in età ancora futuribile presume l'arrivo in cambio di un giocatore giovane di livello altrettanto alto, ma servirebbe un playmaker e non mi sembra che ce ne siano molti in giro che possano essere inseriti in uno scambio. Anche una pista assurda come Deron Williams sembra difficile da percorrere.
La scelta migliore a mio modo di vedere è vendere Ray Allen, che può fare comodo a diverse squadre e la contropartita potrebbe essere un paio di giocatori giovani o possibilmente delle scelte che si presumono alte al prossimo draft, che sarà ricco di talenti.

LOS ANGELES LAKERS.
Kobe continua a lasciare dichiarazioni importanti riguardo ai rinforzi che vuole avere entro il limite delle deadline. Il giocatore che sembra scontato debba partire è Pau Gasol, che era già stato inserito nella trade che doveva portare Cris Paul a LA. I Lakers sono sicuramente in cerca di un playmaker e si parlava di un possibile scambio Gasol-Rondo, che però mi sembra difficile da percorrere, perchè lascerebbe entrambe le squadre con un ruolo scoperto.
Un'altra alternativa sarebbe Deron Williams, anche se anche questa pista sembra difficile.
L'opzione secondo me più vantaggiosa per i Lakers sarebbe mandare il catalano agli Houston Rockets, squadra alla quale doveva approdare già in estate.
I Rockets infatti possono mettere sul piatto il playmaker Kyle Lowry, che sta giocando una stagione fantastica da 15.6 punti, 7.6 assist e 5.3 rimbalzi a gara, davvero niente male; inoltre insieme a lui potrebbero essere inseriti nella trade anche altri giocatori interessanti che andrebbero a rinforzare il reparto delle ali.

ORLANDO MAGIC.
In casa Magic il caso più scottante è ovviamente quello della stella Dwight Howard.
Superman ha rilasciato dichiarazioni recenti in cui lascia intendere la sua volontà di andare via da Orlando, il problema è come e a chi cedere una stella come Howard senza eventualmente perderci in uno scambio.
Le opzioni sono principalmente tre: Lakers, Nets e a mio modo di vedere i Bulls.
I Bulls sono la squadra con più giocatori da poter inserire nell'affare Howard, giocatori che possono piacere molto a Van Gundy, per esempio Joakim Noah, Luol Deng, Taj Gibson...
Tuttavia il "contro" di questo scambio è che non so fino a che punto coach Tom Thibodeau sia disposto a privarsi dei giocatori che gli permettono di giocare la miglior difesa dell'NBA.
Per quanto riguarda i Lakers la contropartita ideale sarebbe Bynum, ma la partenza più importante per i Lakers dovrebbe essere Gasol e vedo difficile una coesistenza di Howard e Bynum nella stessa squadra.
I Nets invece avrebbero in Brook Lopez la contropartita ideale per Howard, al quale però andrebbe aggiunto almeno un altro giocatore di New Jersey e in questo modo Howard andrebbe a giocare praticamente solo con Deron.
Il caso Howard sembra una matassa davvero difficile da districare per i Magic.

MINNESOTA TIMBERWOLVES.
I T-Wolves apparentemente sembrano aver trovato un equilibrio, anche grazie all'apporto di Ricky Rubio e Nikola Pekovic nelle ultime uscite; tuttavia a mio modo di vedere c'è troppo affollamento nel reparto ali, con Michael Beasley, Derrick Williams e Kevin Love che giocano praticamente lo stesso ruolo. Partendo dal presupposto che Love non si tocca e Derrick Williams ha il potenziale per divetare un alla star, secondo me potrebbe partire Beasley.
Il numero 8 dei T-Wolves è un giocatore di grande talento offensivo, che però non ha mai convinto appieno. Proprio per questo motivo Minnesota potrebbe privarsene, cercando magari di portare a casa un giocatore che vada a rafforzare il reparto lunghi, che prima del miglioramento delle prestazioni di Pekovic era il punto debole di questa squadra.
Non è facile però individuare una contropartita adatta in quanto ci sono poche squadre che possono permettersi di vendere un lungo di livello.

UTAH JAZZ.
I Jazz stanno giocando un ottima stagione, ma dopo la partenza di Deron Williams, non hanno più il volto di una squadra che può competere ad alto livello a ovest.
In questi casi provare a cambiare qualcosa può essere utile e, anche se non ci sono voci concrete su operazioni di mercato in cui i Jazz sarebbero coinvolti, io credo che un pensierino a entrare sul mercato dovrebbero farlo. Per esempio un possibile partente potrebbe essere Al Jefferson a mio modo di vedere, in quanto la sua mancanza sarebbe colmata dal super rendimento di Millsap e da due giovani talentuosi e scalpitanti come Favors e Kanter. L'arrivo di un realizzatore importante sul perimetro in cambio di Jefferson per esempio potrebbe cambiare il volto della franchigia dello Utah, ma come ho già detto non c'è nulla di concreto ed è solo quello che farei io se fossi GM.

Penso che in questa sessione di mercato queste 5 potrebbero essere protagoniste, ma l'NBA nel weekend dell'all star game ci ha abituato a grandi colpi che possono rivoluzionare la scena del campionato più spettacolare del pianeta. Per la prima puntata è tutto, commentate l'articolo e continuate a seguire il blog per sapere cosa ne pensano i miei tre compagni di viaggio riguardo all'argomento, grazie per l'attenzione e buon all star weekend a tutti.


Pavia si ferma allo Stop di Treviglio

di Luca Ngoi


Si ferma il magic moment della Paul Mitchell, che dopo mesi torna a perdere tra le mura casalinghe contro la più quotata Blu Basket Treviglio. E dire che la serata si era messa bene, con la Paul Mitchell molto precisa al tiro e con gli avversari in netta difficoltà contro le strette maglie difensive dei biancoblu, che però subiscono l'energia e l'atletismo dei giovani ragazzi scuola Benetton ospiti, i quali, guidati soprattutto dalle incursioni di Cazzolato (in foto, ndr) e del lunghissimo centro scuola Fortitudo Jacopo Borra riescono pian piano a farsi sotto e a mettere paura ad una Pavia che comunque si presenta alla pausa tra primo e secondo tempo in vantaggio, seppur risicato, di due punti: 27-25 anche a causa dei soli 8 punti segnati dai padroni di casa nel secondo periodo.
Il riposo non fa bene ai pavesi, che tornano in campo e non riescono più a tirare con le percentuali del primo quarto e anzi vengono sorpresi dalla maggiore verve fisica dei giovani guidati da coach Vertemati, che alla fine manderà la bellezza di cinque giocatori in doppia cifra. La partita, insomma, non è bella, così come testimoniato anche dal "tweet" di Jacopo Borra: "nella partita di stasera di basket s'è ne è visto molto poco però l' abbiamo portata a casa #bravinoi"  però è probabilmente proprio quello che Treviglio voleva: metterla sui temi della fisicità e della pura forza bruta, della quale è sicuramente più provvista di Pavia e così, nel finale, anche a causa di qualche fischio non chiarissimo e del quale anche coach Baldiraghi si è lamentato nel post partita, la Co.Mark riesce ad avere la meglio di una Paul Mitchell che probabilmente deve dire addio al sogno playoff in virtù di uno 0-2 nello scontro diretto proprio contro Treviglio, anche se rimane ancora da giocare la gara sul parquet di casa contro Casalpusterlengo, altra concorrente diretta per un obiettivo che resta un sogno, considerato il roster inferiore a corazzate come Casalpusterlengo e Treviglio, ma soprattutto visto il budget con cui questa squadra è stata costruita in estate. Una squadra, quella di Pavia, che comunque con tutta probabilità conquisterà l'obiettivo con cui era partita in questa stagione, ovvero quello della salvezza, peraltro ben più che tranquilla. Se poi a tutto ciò aggiungiamo il cuore che questi ragazzi mettono in campo ad ogni partita, in casa e in trasferta, non possiamo che essere soddisfatti di una stagione di grazia come non se ne vedevano da un po' di tempo a questa parte.

Tabellino:

PAVIA (Cazzaniga 14, Maiocco 11,  Cissè 6, Maggio 2, Migliorini, Furlanetto 10, Pederzini 13, Borgna, Bozzetto 4, Mink)

TREVIGLIO (Cazzolato 12, Planezio 6, Borra 10, Marulli 11, Molinaro, Fabi 11, Marino 11, Zanella 4, Tomasini, Giacchetta)

In punta di penna; i rimorsi di Siena, il male delle italiane e...le retate fiscali

di Luca Policastro


Ci scuserete, ma per alcuni motivi tecnici non siamo riusciti a pubblicare la puntata di "In punta di penna" come di consueto nella giornata di giovedì, quindi l'appuntamento slitta a oggi con le consuete opinioni fuori dal coro del nostro Luca Policastro.

Apriamo la nostra rubrica parlando come di consueto dello sport nobile per eccellenza , la pallacanestro. Capitolo Eurolega : Montepaschi  Siena beffata in quel di Bilbao da un tiro , è proprio il caso di dirlo, sul fil di sirena del play spagnolo Raul Lopez . Diciamo che i toscani sono vicinissimi al primo posto nel girone in ogni caso ( devono solo evitare di perdere in casa di 30 punti col Real Madrid) . Curiosità della partita stessa : sembrava che nessuna volesse vincerla con una miriade di falli sistematici, scelte discutibili, palle perse e time out chiamati a pochi secondi dalla fine.

Basket NBA : ultime news riguardo al week end imminente che vedrà protagonista l’all Star Game. Joe Johnson , stella degli Hawks-anche molto sopravvalutato per il sottoscritto- , sarà costretta a rinunciare all’evento a causa di un infortunio. Probabile sostituto Rajon Rondo. No comment al riguardo…
Partita più interessante della notte appena di mercoledì : Miami –Sacramento giocatasi a South Beach. Innanzitutto per rimarcare lo stile di gioco dei Fuochi  voluto quest’anno da Spoelstra,  è rivoluzionario anzichenò; sicuramente invogliato dall’atletismo straripante del duo Wade-LeBron il coach di origine filippine sta facendo girare a mille la sua formazione. Molto spesso sembra di vedere giocate appartenenti ad altri sport come la pallavolo (certe stoppate sembrano la cosiddetta “veloce” o il football americano per i passaggi a una mano a tutto campo stile quarter-back). Se continuano di questo passo e con questo ritmo non si vede chi possa batterli a giugno.
Vorrei segnalarvi un giocatorino niente male che milita nelle file dei Kings : Isaiah Thomas ( c’è una “a” in più) autore di 20 punti … direte voi, nella partita? No no nel terzo quarto con 5/6 al tiro pesante. Nota di colore : questo viene fischiato a NYC perché ricorda il più famoso Isiah non molto amato nella Grande Mela per le cervellotiche scelte (vedi trade Melo e Co coi Nuggets).
Restando sulle rive del fiume Hudson esprimo la mia opinione sul fenomeno(da baraccone ) Jeremy Lin : farà sì tanti punti , sarà stato anche decisivo (vedi buzzer beater a Toronto) però per essere il play titolare di una franchigia NBA non puoi perdere così tanti palloni e accentrare il gioco su di te (che poi il tiro è appena buono e quindi c’è sempre la soluzione unica di buttarsi dentro). Evitiamo di paragonarlo a un genio e un fenomeno come Steve Nash. Grazie

Sport minori : Calcio. Champions League . L’andata del primo turno a eliminazione diretta della competizione per le squadre italiane è stata decisamente buona ( 2 su 3 ) e pessima (Inter).
Partiamo dalla sconfitta dei nerazzurri contro probabilmente la peggior squadra del lotto ; Ranieri non può puntare allo 0-0 ( vedi cambio Zarate per Obi a pochi minuti dalla fine) contro una formazione di una pochezza allucinante. Han fatto diventare buono questo Ayew che finora era conosciuto per essere discendente di A.Pelè . Applauso invece al Napoli che ha schiantato un Chelsea timoroso, provo di idee guidato in panchina da uno che a Mourinho non può pulire nemmeno le scarpe. Sarà un caso ma 2 partite che manca il tecnico di Livorno 2 vittorie , 6 gol fatti e 1 subito .
Accenno d’obbligo merita la sfida di San Siro di domani.  Sfida che scaramanticamente non pronostico e che è sicuramente da tripla nella Schedina. Dai ragazzi, dai ragazzi, dai ragazzi (cit.)


Extra sport : siccome siamo in periodo di esami universitari e son certo che molti lettori siano attanagliati da questa incombenza , colgo l’occasione per portare tutto il mio disprezzo verso quella categoria di persone che scrive sui vari social network tutti i propri voti ottenuti in sede di esame(se son superiori al 27) o che ci scartavetra i cosiddetti con stati descriventi le loro paranoie o insicurezze quando son sicuri che ,avendo studiato 30 ore al giorno , prenderanno 30 e lode. BASTA, PAR PIASE’

E’ finito il festival di Sanremo : non sto qui a criticare o incensare la manifestazione perché questo è proprio il genere di eventi che spezza in due l’opinione pubblica quindi io me ne guardo bene da ripetere cose banali e trite. Penso però che se nel nostro paese dobbiamo fare una questione di stato perché Belen porta o non porta l’intimo , Celentano dichiara che dona i suoi compensi  ai bisognosi (se non l’avesse fatto chissà !) , e la valletta che ha la cervicale e  ride come un cavallo ecc ecc . Ecco discorsi simile me li sarei aspettati dal parrucchiere sotto casa ma non da programmi televisivi (o pesudo tali) che su questi “temi” ci facevano intere puntate. UN PO’ DI RISPETTO E ALLORA…

Capitolo retate fiscali : invece di stupirci del fatto che si facciano dei controlli approfonditi sui vari esercizi commerciali perché non ci incazziamo che in occasione degli stessi i negozi in questione facciano introiti maggiorati del 200 o 300 % ? Invece di lamentarsi sul fatto che i controlli facciano scappare i clienti non possiamo chiederci il perché questo succeda ? Se in Italia nonostante tutto non cambia mai niente un motivo ci sarà ed è troppo comodo dare sempre la colpa a chi ci governa nonostante questi non ne siano esenti.