martedì 19 giugno 2012

Siena nella storia: sesto titolo di fila, ma Pianigiani va verso il Fenerbahce

di Luca Ngoi


Siena è riuscita in ciò che nessun altra squadra prima d'ora era mai riuscita a fare: completare il famoso repeat del threepeat. Gli ultimi a riuscire a compiere un'impresa di questo genere erano stati i Chicago Bulls, che nelle proprie fila annoveravano però un certo Micheal Jordan, e in panchina avevano un mago di nome Phil Jackson. Non esattamente due personaggi che capitano tutti i giorni.
Anche Siena, nel suo piccolo e fatte le dovute proporzioni, ha il suo MJ. Si tratta del folletto "macedone" Bo McCalebb ed è proprio da qui che vogliamo partire nella nostra analisi di questo storico scudetto, il settimo nella storia del club. B-Mac arrivò a Siena l'anno scorso dopo aver disputato un'annata stupefacente con la maglia del Partizan Belgrado, trascinato praticamente in solitario fino alle Final Four dove perse di misura con l'Olympiacos. Arrivato in Italia per sostituire il leggendario Terrell McIntyre qualcuno aveva diversi dubbi al suo riguardo, dubbi che però vennero spazzati via dopo una manciata di partite, il tempo di ambientarsi e di fiutare l'ambiente in cui era capitato. Se lo si valutasse dai nudi e crudi numeri in regular season (13.9 punti, 3.5 assist, 35.7 da tre) si potrebbe anche pensare che tutto sommato il ragazzo non sia nulla di che, un giocatore normale che dà il suo contributo insomma. E invece a guardare le partite ci si accorge che intanto il plus\minus medio è un non disprezzabile 7.9 (10.1 nei playoff), il che sta a significare che con lui in campo la squadra domina gli avversari quasi sempre, cambiando nettamente ritmo. Il tutto è testimoniato dal meritatissimo premio di MVP della finale, giocata in pieno controllo e dando l'impressione di poter alzare e abbassare i ritmi a piacimento, seminando il panico nella pur buona difesa milanese e dimostrando di essere realmente diventato se non il migliore uno dei tre migliori giocatori presenti in campo europeo.
Essendo però il basket uno sport di squadra non è possibile dimenticare in questo scudetto l'apporto decisivo di tutti gli altri giocatori, alcuni dei quali probabilmente alla fine del loro ciclo senese. Primo tra tutti il capitano Shaun Stonerook, protagonista di tutti e sei i titoli biancoverdi e ancora decisivo con le sue triple, la sua regia occulta e i suoi "intangibles" anche in questa finale, giocata ad un livello in cui non lo si vedeva da moltissimo tempo. Impossibile dimenticare anche l'importanza di Ksistof Lavrinovic, ormai totalmente a suo agio nel ruolo di sesto uomo che entra e cambia la gara potendo prendersi tiri e responsabilità che viceversa partendo in quintetto non potrebbe avere, così come i vari Aradori (dimostratosi un giocatore di ruolo ma che può avere un impatto a livello di punti in ogni partita), Zisis (cambio importantissimo per dare ordine nei momenti di follia di McCalebb), per finire con Carraretto e Ress, forse non esattamente compatibili ad altissimo livello europeo ma ormai uomini di provata esperienza e che di questo sistema sanno tutto e il contrario di tutto.
Non ci siamo dimenticati ovviamente di David Andersen, il giocatore che c'era nel primo scudetto, conquistato con Charlie Recalcati e che è tornato in questa stagione in cui ha disputato grandi partite alternate a gare anonime ma che comunque ha aiutato Siena soprattutto a non subire eccessivamente il gap fisico con le altre grandi d'Europa. Ma la Montepaschi non sarebbe quello che è adesso se non avesse avuto tra i suoi un altro elemento fondamentale: Rimantas Kaukenas, guardia che ha saputo unire all'estrema classe che lo ha sempre contraddistinto anche un cuore e una presenza nei momenti fondamentali delle partite che lo hanno riportato nell'elite degli esterni europei dopo la brutta parentesi di Madrid, e assieme a lui Igor Rakocevic e Bootsy Thornton arrivati a stagione in corso e che hanno avuto impatti sostanzialmente diversi. Il croato doveva essere uno dei go to guys della squadra, ma non si è mai realmente ambientato, ha sempre fatto molta fatica e di fatto non è mai riuscito ad offrire il 100 percento di sè stesso alla causa (capita anche ai migliori), mentre l'americano, comunque avvantaggiato da una precedente esperienza in toscana, è riuscito ad avere più continuità nonostante la sua veneranda età ed in alcuni momenti è sembrato anche decisivo.
Tutto ciò comunque non sarebbe potuto succedere senza la guida di un tecnico come Simone Pianigiani, che ormai ha raggiunto tutto ciò che si poteva raggiungere con questo gruppo, ha centrato per quattro anni consecutivi il grande slam italiano fallendo soltanto il premio più grosso: l'Eurolega.
Proprio per questo motivo sono sempre più insistenti le voci che danno il c.t. della Nazionale via dalla sua città e dalla sua squadra, e più precisamente in Turchia, al Fenerbahce. Pianigiani ha ormai fatto la storia del basket italiano e crede di aver sfruttato completamente le potenzialità di un gruppo che gli ha dato soddisfazioni immense ma che, come detto, non è riuscito in più di un'occasione ad andare fino all'ultimo atto di Eurolega nonostante due Final Four. E' sempre mancato quel centesimo per fare l'euro, per circostanze diverse e discutibili ma probabilmente con questi giocatori e soprattutto questo budget arrivare più in là di una Final Four (comunque non cosa da tutti) sembra un'impresa più titanica delle altre.
Domani a Siena è prevista la conferenza stampa del coach, che con tutta probabilità sarà l'ultima e che dunque lo porterà a firmare nei prossimi giorni il suo contratto con i turchi, dove avrebbe tutta l'intenzione di portarsi non solo Luca Dalmonte come assistente (in tal caso sarà seguito anche dal figlio Lorenzo) ma anche da una nutrita colonia senese. L'obiettivo primario di Pianigiani infatti sarebbe proprio il fresco MVP delle finali, Bo McCalebb per il quale comunque ci sarebbe da contrattare un lauto buyout con Siena, mentre l'altro pretoriano che potrebbe seguirlo sarebbe il lituano Lavrinovic, pronto a fare coppia col fratello Darius già in forza ai turchi. 
Tutto ciò comunque si potrà capire da domani. Per ora possiamo ancora fare soltanto i complimenti a questa Siena, grande organizzazione prima che grande squadra. Il futuro è incerto, e probabilmente si dovrà rifondare ma la mentalità vincente rimarrà, ed è quella il primo passo fondamentale verso nuovi successi.

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