giovedì 30 agosto 2012

Cezar Guerrero lascia Oklahoma State e raggiunge Fresno State nel suo grande progetto


di Claudio Pavesi
Guerrero in azione con la sua ex squadra, gli OSU Cowboys.

Dopo una sola stagione a Oklahoma State l'interessantissimo point man Cezar Guerrero ha già deciso di cambiare aria. Dopo aver lasciato l'ateneo di Stillwater lunedì scorso non c'è voluto molto tempo per prendere una decisione, dopo una sola visita ufficiale a Fresno State per Guerrero è stato facile preferire i Bulldogs a Washington State, Long Beach State e New Mexico State, tre delle scuole che avevano bussato alla porta dell'ormai ex Cowboy. Cezar ha sempre detto di trovarsi molto bene a Oklahoma State e anche il coaching staff ha sempre creduto in lui tanto che quest'anno, con la partenza della stella Keiton Page dopo la sua stagione da senior, sarebbe diventato la point guard titolare di una squadra estremamente talentuosa e interessante come si può notare dalla presenza di potenziali NBA quali Le'Bryan Nash, Michael Cobbins e Brian Williams, a cui si aggiungono gli esperti del "lavoro sporco" sul parquet Markel Brown e Jean-Paul Olukemi.
Guerrero, californiano di Bellflower, torna così a casa per stare vicino alla madre, persona fondamentale nella vita di Cezar la quale si trova con problemi di salute. La prima stagione ai Cowboys si è conclusa con medie da 5.6 punti, 1.6 rimbalzi e 1.6 assist a sera con picchi anche da 29 punti, medie calate nel finale di stagione per problemi accademici, motivo per cui era stato anche sospeso nella sfida contro Baylor.
Risolti i problemi scolastici ha raggiunto i Bulldogs che si preparano dunque nel migliore dei modi per la loro prima stagione nella Mountain West Conference: oltre all'ex numero 1 di OSU infatti sono arrivati anche l'ex Kansas Braeden Anderson, l'ex talento di Kansas State Robert Upshaw e infine Allen Huddleston, ottimo nelle sue prime due stagioni a Pacific.

lunedì 13 agosto 2012

Chris Monroe torna in Italia: vestirà la maglia di Cantù

di Davide Quaranta 
Chris Monroe in maglia Edimes Pavia
Ci sono posti nei quali è sempre bello tornare, e l'Italia deve essere uno di questi per Chris Monroe, che vivrà la sua quinta reincarnazione italiana a Cantù.
La guardia da George Washington University ha deciso di rientrare nel bel paese, sposando il progetto della Pallacanestro Cantù, che vedrà la propria partenza il 15 agosto alle 18.00 presso la NGC Arena, che coinvolgerà, oltre ai "soliti" Mazzarino, Leunen, Scekic e Abass, anche Jerry Smith, Jeff Brooks, il lituano Cukinas, Joe Scott e Di Giuliomaria.
Agli ordini di coach Andrea Trinchieri arriva un giocatore ormai esperto (32 anni il prossimo 18 gennaio), che ben conosce la pallacanestro italiana, avendola assaggiata ormai per diversi anni, con risultati sempre positivi.
In maglia Pallacanestro Pavia trascina la squadra alla finale playoff contro la Scavolini Pesaro, siglando in gara 1 la tripla della vittoria all'Adriatic Arena, che porta i pavesi sull1-0. Dopo il pareggio in gara 2, Monroe esplode con 40 punti nella infinita gara 3, decisa solamente al secondo overtime.
Sulla scia delle prestazioni in maglia Edimes, il Basket Napoli decide di assicurarsi le prestazioni di Chris, che ben impressiona nel finale di stagione, non riuscendo però a portare la squadra ai playoff, ma arrivando nono nella classifica marcatori della Serie A (16.0 a partita)
Dopo una parentesi a Roanne, si trasferisce al Paok Salonicco. Nel 2010 avviene il suo terzo ritorno, con la firma per l'Olimpia Milano finalista scudetto (persa 4-0 contro Siena), dove comunque mostra buone giocate nello spazio (poco) che Coach Bucchi gli concede.
La stagione seguente veste la maglia della neopromossa Enel Brindisi, dove gioca solo 3 partite a causa di un infortunio.
Tutti i tifosi pavesi saranno sicuramente orgogliosi di vedere un idolo della tribunetta calcare i parquet di tutta europa e vestire la maglia storica di Cantù (con la quale disputerà anche l'Eurolega).
Anche Basketzone si unisce all'orgoglio pavese, augurando al giocatore le migliori fortune.
Good luck, Chris!

Team USA è ancora d'oro, ma onore alla Spagna

di Luca Ngoi


Sono state nuovamente le Olimpiadi di Team USA, che vogliate o meno aggiungerci un “Dream” all’inizio. Sta di fatto che lo strapotere a stelle e strisce è andato di scena anche a Londra, dimostrando che fino a quando scenderanno in campo quelli veri pensare a un piazzamento superiore al secondo posto per tutti coloro che non hanno scritto “USA” sulle maglie sarà quantomeno improbabile. Anche questa edizione dunque non ha fatto eccezione, con un cammino che ha visto Lebron e compagni attraversare senza grandi difficoltà sia la fase a gironi (nella quale hanno sofferto solo con la Lituania) sia la fase ad eliminazione diretta, nella quale hanno avuto la meglio dell’Australia prima e dell’Argentina poi prima di scontrarsi in finale con la Spagna.
Già, la Spagna di Sergio Scariolo, la squadra che più di tutte (insieme alla già citata Lituania) ha saputo stare in partita e giocarsela con quelli che possiamo tranquillamente battezzare come veri e propri marziani del campo da gioco. Le Furie Rosse hanno saputo calarsi immediatamente nel tipo di partita che avevano sapientemente preparato e che erano pronti a giocare da alcuni mesi. Gioco a metà campo, togliere la transizione e zona come se piovesse: questa la ricetta iberica per arginare gli americani, che nonostante tutte queste misure hanno sì faticato più del previsto, ma sono quasi sempre stati davanti, pur dando vita ad un match combattutissimo per più di tre quarti durante i quali le due squadre sono sempre state separate talvolta da uno, talvolta da due o tre punti ma sempre vicine nel punteggio: un vero e proprio spettacolo per i milioni di persone davanti alle tv di tutto il mondo, che hanno potuto gustarsi 40 minuti di basket giocato ad un livello tecnico e fisico appartenente ad un altro mondo.
Come passare sopra infatti alla classe infinita di Pau Gasol, MVP dei suoi, trascinatore ed interprete perfetto del ruolo di numero 4 del terzo millennio, capace di giocare spalle e fronte a canestro, dentro e fuori con una naturalezza che ti porta a definire facili cose al limite delle capacità umane. Buone notizie per i Lakers quindi, che ritroveranno uno spagnolo finalmente tornato ad un livello globale al quale non ci aveva sempre abituato durante questa stagione, in cui sono stati in molti a criticarlo per il suo atteggiamento un po’ “soft”, del quale però si sono perse le tracce in questi giochi, che hanno sancito anche (per restare in casa giallo viola) l’ultima partita con la Nazionale di Kobe Bryant, che ha dato l’addio alla maglia di Team USA così come farà di qui a pochi giorni anche coach K, del quale si sta ancora cercando il sostituto (Doc Rivers, John Calipari e Gregg Popovich sono tra i candidati più accreditati).
Per il resto abbiamo visto i soliti big: Durant a suo agio anche nel ruolo di leader maximo offensivo, Lebron che finalmente ha imparato a giocare anche per i compagni liberando le sue doti di passatore supremo e traendo comunque vantaggio a livello personale in attacco grazie a tagli fulminei ma precisi e semplici, ma insieme a loro sono stati decisivi i contributi (Kobe a parte) di Chris Paul con la sua sapiente regia, opportunamente alternata a quella di Deron Williams e ai lampi di atletismo di Russell Westbrook, che nel basket FIBA può tranquillamente ricoprire tre ruoli per doti fisiche e trattamento della palla. Da non dimenticare però anche gli Iguodala, i Chandler, persino gli Anthony Davis di questo mondo, che hanno saputo o dovuto mettersi nettamente in secondo piano per fornire un apporto più limitato e circoscritto ma in cui si sono comunque messi in luce come pedine efficaci.
Potrebbe essere stata l’ultima volta che abbiamo visto il vero Team USA, quello con le grandi stelle della NBA, perché si fanno sempre più insistenti le voci che a Rio i vertici americani siano convinti a portare una selezione formata da ragazzi under 23 ai quali dare una vetrina internazionale (forse la massima espressione a livello cestistico dopo le Finali NBA) e ai quali far mettere in bagaglio un’esperienza globale di gruppo come quella delle Olimpiadi, il massimo a cui un atleta di qualsiasi sport può aspirare. Ognuno è libero di pensarla come vuole a proposito di questa iniziativa, che lascia alcuni (me compreso) favorevolmente colpiti e altri più critici. Personalmente non credo che vedere all’opera ipotetici Kyrie Irving, Demarcus Cousins, Greg Monroe, Brandon Knight, Evan Turner, Stephen Curry (e l’elenco potrebbe continuare ancora) tutti insieme in un contesto diverso da quello NBA e che li metta a confronto con i migliori giocatori europei ed internazionali possa fare così male: si limiterebbero le scoppole tipo il +83 contro la Nigeria e la competizione sarebbe in generale più aperta, inoltre con il tecnico giusto in panchina, che sappia valorizzare nel modo giusto un gruppo di giovani ragazzi, sono sicuro che ci divertiremmo quasi in maniera eguale alla squadra con i Durant e i Lebron, ai quali diciamo comunque grazie: ci avete regalato l’ennesima prova del perché amiamo questo sport.

venerdì 10 agosto 2012

Clamoroso allo Staples: arriva Dwight Howard e si pensa al titolo; ecco i dettagli della trade


di Luca Ngoi

Alla fine è successo. Dopo più di un anno di voci, smentite, litigi, diatribe ecco l’acquisto a cui i Los Angeles Lakers miravano veramente: Dwight Howard. L’operazione si è svolta in tempo molto minore a quello che si poteva pensare. Era di ieri pomeriggio infatti la voce che Lakers e Magic si fossero rimessi attorno al tavolo per parlare della cessione del centro nativo di Atlanta, e stamattina (orario italiano) è arrivata la conferma a più voci (LA Times, Denver Post, Yahoo.com) dell’affare fatto.
Contrariamente a quello che molti (noi compresi) potevano pensare la trattativa si è conclusa su un quadruplo fronte Denver-Los Angeles-Philadelphia-Orlando muovendo ovviamente un carico di giocatori molto lungo, dunque cerchiamo di riepilogare brevemente i fatti prima di passare a un commento finale.  Denver si aggiudica l’ala piccola Andre Iguodala, attualmente impegnato a Londra con Team USA, e lascia andare in direzione Orlando Arron Afflalo e Al Harrington. I Magic stessi, oltre ovviamente ad Howard si privano anche di Jason Richardson che raggiunge Philly insieme ad Andrew Bynum, mentre in Florida oltre ai due ex Nuggets arrivano l’ex prima scelta dei Sixers Nikola Vucevic e l’attuale prima scelta Moe Harkless sempre da Philadelphia.
Un giro abbastanza contorto che, forse un po’ a sorpresa, non vede coinvolto Pau Gasol, che dunque resterà a Los Angeles formando con Howard una coppia di lunghi impressionante. I Lakers a questo punto si candidano serissimamente al titolo, potendo contare su un quintetto stellare formato da Steve Nash in regia, Kobe Bryant come realizzatore principale, Metta World Peace nel solito ruolo di difensore arcigno e la suddetta coppia di lunghi con lo spagnolo e DH12, che potenzialmente può andare a comporre un pick n roll devastante insieme al playmaker canadese. Ma le opzioni tattiche saranno pressoché infinite con uno starting five di questa qualità tecnica e fisica.
Nonostante ciò però permangono alcuni dubbi, almeno al sottoscritto. Numero 1: la profondità della panchina, che non vede ancora un vero e proprio sostituto per Howard, anche se il mercato è ancora lungo e sicuramente qualcosa sarà fatto per ampliare anche il reparto esterni che necessita di un cambio più credibile di Steve Blake nel ruolo di playmaker. Numero 2: l’intenzione di coach Brown di impostare un sistema d’attacco sul modello Princeton Offense, che prevede in sostanza tanti tagli backdoor e dei lunghi in grado di passare la palla ottimamente e al tempo stesso di giocare svariati minuti lontano da canestro. Probabile che nelle visioni dell’ex tecnico dei Cavs questo ruolo sarà ricoperto da Gasol, che è esattamente quel tipo di giocatore, ma con una squadra così piena di talento sarà realmente il caso di giocare un sistema così rigido e standardizzato? Visti gli ultimi acquisti potrebbe essere che Mike Brown si sia ricreduto, e che non andrà ad attingere a piene mani dal sistema inventato tanti anni fa da coach Pete Carril, ma una cosa è sicura, Princeton o non Princeton: il palazzo giallo viola sarà pieno dal primo all’ultimo giorno, con buona pace dei signori Buss.

sabato 4 agosto 2012

Pallacanestro Pavia, ecco il girone di C regionale


di Davide Quaranta






Sono online sul sito del Comitato Regionale Lombardo i gironi della serie C regionale, stagione 2012/13, che vedrà coinvolta anche la Pallacanestro Pavia, inserita nel girone C insieme alle seguenti squadre.

  • OPERA BASKET CLUB (MI) 
  • SPORTIVA BOFFALORESE (MI) 
  • PALL. CESANO BOSCONE (MI) 
  • CORNAREDO BASKET (MI) 
  • USD NERVIANESE (MI) 
  • PALL. CERRO MAGGIORE (MI) 
  • PALLACANESTRO PAVIA (PV) 
  • BASKETBALL GALLARATE (VA) 
  • CISTELLUM CISLAGO (VA) 
  • BASKET CASSANO MAGNAGO (VA) 
  • BASKET BOSTO VARESE (VA) 
  • BK VALCERESIO ARCISATE (VA) 
  • POL. DAVERIO (VA) 
  • G.S. CASORATESE (VA) 
  • CAMPUS VARESE (VA) 
  • SPORTLANDIA TRADATE (VA)
Il girone sicuramente non è dei più facili per la squadra di Coach Roberto "Cico" Sacchi, che affronterà squadre di grande tradizione in C regionale come Cerro Maggiore, Cislago e il Campus Varese.
La Pallacanestro Pavia è l'unica squadra della provincia, e dovrà sottoporsi a trasferte in quel di Varese e Milano, alla ricerca di una promozione che proietterebbe subito la squadra nuovamente in un campionato, seppur non della stessa caratura di Legadue e Adilettanti, nazionale.

mercoledì 1 agosto 2012

Basket olimpico, giorno 2: Team U.S.A, Russia e Spagna senza problemi. E Parker ha la Meglio su Ginobili

di Davide Quaranta


Si sono disputate ieri le partite del secondo giorno del torneo Olimpico di pallacanestro maschile, dalle quali sono emerse alcune certezze già sospettate prima dell'inizio dei Giochi.

La difesa russa ha soffocato l'attacco cinese
La prima partita di giornata ha visto una bellissima Russia sconfiggere agevolmente la Cina di Yi (73-54), apparsa troppo prematura in fase di costruzione di gioco, spesso favorendo gli ottimi meccanismi della squadra allenata da David Blatt. Per i Russi risalta la grande prestazione di Shved (16+6) e Kirilenko che, dopo i 35 della prima gara, torna sulla terra segnandone 16.



photo by: sports.yahoo.com
Nella seconda partita a programma, la Spagna di Scariolo ma senza Navarro (fascite plantare) ha avuto la meglio per 82-70 su una Australia che, contro le attese, si è dimostrata dura a morire, dando del filo da torcere agli iberici, che hanno dovuto dar sfogo a tutte le energie per vincere la partita.
 Con la grande energia fornita da Ibaka e San Emeterio (entrambi in uscita dalla panchina), la Spagna riesce a mettere il naso avanti dopo una  brutta partenza, spronata anche da un Pau Gasol chirurgico, autore di 20 punti. Al rientro dall'intervallo lungo è un altro giocatore NBA ha dare la scossa alla partita: Rudy Fernandez, che guidando il 12-0 di parziale in favore della Roja, mette a referto 17 punti, coadiuvato dai 12 di Marc Gasol. Il terzo periodo fà segnare un perentorio 26-10 che, di fatto, chiude la partita e, probabilmente, con l'abilità dei Gasol e il buon sistema difensivo messo in piedi da Scariolo, rende la selezione Spagnola la più accreditata per combattere il dominio statunitense.

Si rialza la Lituania, colpita nel vivo dalla bruciante sconfitta di due giorni prima subita contro una grande Argentina guidata da Ginobili, e lo fa battendo con un ottimo 72-53 la Nigeria.
I baltici si affidano alla loro asfissiante difesa che, unita alla stanchezza della selezione africana, sigla l'accelerazione decisiva, portando lo scarto oltre le 20 lunghezze. A tutto ciò si deve sommare la prova di Sarunas Jasikevicius, autore di 9 punti ed altrettanti assist, illuminando il parquet di Londra con una regia che spesso ci ha abituato a vedere in Eurolega.
Note positive arrivano comunque dai "verdi", con i 12 punti e 10 rimbalzi di Ike Diogu, mostrando una preparazione e una capacità fisica e atletica mostruosa, forse seconda solamente a quella statunitense.




La partita più affascinante è stata senza dubbio quella delle 20.00, nella quale Argentina e Francia si sono date battaglia per 40 minuti (all'interno del match c'era un po' di Italia, con Gigi Lamonica a dirigere l'incontro), dai quali sono usciti i transalpini, guidati da un Parker ritrovato dopo la prova incolore contro Team U.S.A all'esordio. Proprio TP è stato il miglior realizzatore dei Bleus con 17 punti, ma una grandissima mano l'hanno data i due centri Turiaf e Seraphin, abili ad imbrigliare Luis Scola, tenendolo a "soli" 16 punti e 8 rimbalzi. Bene anche Batum, autore di 14 punti, 7 rimbalzi e 3 assistenze, mentre all'Argentina è mancata la precisione dall'arco di Carlos Delfino, letale per la Lituania due giorni prima.

photo by: espn.go.com
Ultima partita di giornata è stata forse la più scontata da tante edizioni delle Olimpiadi a questa parte: Team U.S.A ha asfaltato la Tunisia, con il punteggio di 110-63 che lascia pochi spazi alle considerazioni di tipo tecnico. I migliori realizzatori sono stati Kevin Love e Carmelo Anthony, autori di 16 punti a testa, seguiti subito dai 13 e 10 rimbalzi di Kevin Durant. Buona impressione fatta anche da Davis, autore di 5 schiacciate, per un totale di 12 punti.
Tra le fila magrebine da ricordare la prestazione di Romdhane, autore di 22 punti e 4 assist, per quello che è, visto l'avversario, qualcosa di unico nella carriera del giovane tunisino.

Nella terza partita di giornata il Brasile ha sconfitto i padroni di casa della Gran Bretagna con il punteggio di 67-62. Per i sudamericani sugli scudi Splitter (21+8 rimbalzi) e Huertas (13+8 assist), mentre per i britannici brillano Clark, Freeland e Mensah Bonsu.


Rimanete collegati con Basketzone per i recap delle giornate del basket olimpico di Londra 2012.





martedì 31 luglio 2012

L'Edimes Pavia ufficializza Alessandro Villa e Gianluigi Prestini

Alessandro Villa 
Gianluigi Prestini



















Il mercato dell’Edimes Pavia entra nel vivo e, dopo l’ufficializzazione di Michele Roselli avvenuta nella giornata di ieri, la società rossonera annuncia due importanti colpi: in riva al Ticino arriveranno infatti Alessandro Villa e Gianluigi Prestini.

Il primo, classe 1990 e scuola Olimpia Milano, è un play/guardia, la scorsa stagione in forza al Bakery Cortemaggiore, in precedenza ha giocato due anni a Domodossola. “E’ certamente un onore giocare in una città come Pavia, con una storia di basket importantissima – afferma Villa – Devo dire che da subito mi hanno colpito la serietà della società e gli obiettivi importanti per cui scenderemo in campo”. Il neo acquisto pavese conosce bene la forza del gruppo nella categoria e spiega: “In DNC è fondamentale avere uno spogliatoio unito e forte, non solo in partita ma anche e soprattutto durante gli allenamenti. E’ certamente più importante questo dei grandi nomi o delle stelle”. L’ex Cortemaggiore non vede l’ora di cominciare a afferma: “Saremo una squadra giovane ma che conosce bene la categoria, con tanto entusiasmo e voglia di fare”. Mentre, a proposito di coach Petitti, Villa dice: “Sono contentissimo di lavorare ancora con lui: cura alla perfezione qualunque aspetto, sia in campo che fuori, è un coach super che quest’tanno potrà esprimere al meglio le sue idee di pallacanestro”.

Gianluigi Prestini, ala grande/centro, lo scorso anno tra le fila di Bluenergy Novara, in precedenza è stato a Iseo in B2. Il neoacquisto rossonero arriva a Pavia dopo una splendida annata in cui è riuscito a portare Novara in finale promozione a gara 3 contro la corazzata Tortona, con una media di 10.6 punti e 6.4 rimbalzi (che arrivano a 7.7 nei play-off) a partita. Prestini, vero e proprio colpo di mercato, dice: “Sono carico per questo anno sportivo che comincia. So bene che Pavia è una grande piazza, che credo si meriti anche categorie superiori. Sono felice di aver firmato con l’Edimes e di poter lavorare con coach Romano Petitti che, anche se non conosco di persona, so essere un tecnico serio e molto preparato, un lusso per la categoria”.

Edimes Pavia, arriva Michele Roselli

Prosegue l’allestimento dell’Edimes Pavia versione 2012/2013: dopo l’ufficializzazione della panchina di Romano Petitti la società del presidente Gabriele Ripa non si ferma e annuncia l’ingaggio di Simone Bianchi come secondo allenatore. Bianchi, pavese doc, può vantare una già buona carriera fra le fila della Pallacanestro Pavia, sia a livello giovanile che come assistente allenatore della prima squadra: un innesto importante quindi per Pavia Basket, che potrà contare dunque su una figura che conosce bene l’ambiente e la città, due fattori determinanti nella gestione del gruppo durante l’anno sportivo.

La società rossonera inoltre non perde tempo e comincia ad allestire la squadra che parteciperà al campionato di DNC 2012/2013: il primo nome ufficiale è quello di Michele Roselli. Classe 1982 Roselli è un’ala piccola d’esperienza, lo scorso anno in forza al Bakery Cortemaggiore, in carriera ha giocato anche a Brindisi in B1, oltre a diverse esperienze in B2 (Pesaro, Reggio Calabria, Benevento).

“Somo molto contento di questa scelta – afferma Roselli – In questi giorni ho parlato tanto con l’allenatore e mi ha fatto capire che sarò l’uomo di maggior esperienza della squadra: è proprio il tipo di situazione che preferisco, perché mi dà tanta motivazione. Credo che potremo fare bene, non vedo l’ora di iniziare.”

Il neo acquisto rossonero conosce bene coach Petitti e, a tal proposito, afferma: “Credo che, al di la della preparazione tecnica che non si discute, sia una grande persona a livello umano. Sa capire bene le situazioni e le affronta con estrema intelligenza: penso che farà tante cose positive”.

Edimes Pavia, il coach sarà Romano Pettiti



Comincia a formarsi l’Edimes Pavia targata 2012/2013: dopo il rinnovo dell’iscrizione al campionato di Divisione Nazionale C la società rossonera è lieta di annunciare ufficialmente l’approdo in riva al Ticino di coach Romano Petitti, che nella prossima stagione guiderà la prima compagine pavese della città. Un acquisto importante, a dimostrazione della serietà e della professionalità del progetto firmato Edimes, che porterà certamente quella dose di esperienza e preparazione determinante nei momenti cruciali della stagione.

Coach Petitti, lo scorso anno sulla panchina di Bakery Cortemaggiore in DNC, inizia la propria carriera da allenatore nel settore giovanile del Banca Popolare di Milano nella stagione 1976-77, per poi diventare nelle due stagioni successive il responsabile del settore giovanile della Xerox Milano. Dopo aver maturato diverse esperienze da primo allenatore in C2 e in D, dal 1985 al 1989 diventa assistente allenatore della prima squadra e responsabile del settore giovanile di Desio (A1 e A2). Nei primi anni novanta l’allenatore milanese diventa presenza fissa in B1 e in B2 sulle panchine di Avellino, Pozzuoli, Rieti e Vigevano. Nella stagione 1997-98 allena proprio a Pavia (B1), cui seguono ancora numerose panchine in B1 e B2 (Fidenza, Castelletto, Saronno) e alcune esperienze nel basket femminile.

Non servono presentazioni dunque per Romano Petitti, una vita dedicata alla pallacanestro e una carriera invidiabile. Ecco le prime parole del neo coach pavese: “Questo per me è un gradito ritorno a Pavia. Ho ottimi ricordi sia della città che del pubblico; credo che il nostro primo obiettivo debba essere far tornare la gente al palazzetto facendola divertire. Voglio una squadra che lotti su ogni pallone e che dia sempre il 100% - prosegue coach Petitti – Conosco bene la categoria, avendola frequentata per diversi anni, e so che non servono i grandi nomi o le star, ma un gruppo unito e tanta voglia di vincere”. Mentre, a proposito delle esperienze nel basket rosa, Petitti afferma: “Sono state esperienze meravigliose, che mi hanno arricchito e fatto crescere molto, soprattutto per quanto riguarda i rapporti interpersonali”.

In Punta di Penna...a volte ritornano; da Team USA alla perturbazione Circe passando per Fabio Caressa

di Luca Policastro

Photo by: blogo

Il pensiero che poteste essere andati in vacanza senza ascoltare la mia opinione su argomenti, oserei dire, random non mi faceva dormire la notte quindi rieccomi. Devo precisare che per una serie di motivi che non sto qui a elencare ma che appartengono alla sfera personale e accademica, ho dovuto rinunciare a scrivere su questo blog. Devo anche dire che la mia assenza non si è sentita per la bravura e la maestria dei miei colleghi.
Come da tradizione, il primo tema del mio “pezzo” è la palla a spicchi, il basket o il baloncesto ( tre lingue perché noi siamo cosmopoliti) :
Capitolo Olimpiadi di Londra : sembra proprio che il Team USA (non dei sogni per non scomodare MJ, Magic e compagnia cantante di Barcelona ’92) sia venuto giù e nemmeno troppo con intenzioni amichevoli; anche per il fatto che è arrivata la First Lady americana (il cui marito, nonché uomo più influente al modno, si muoverà solo per la finale) le nostre stelle NBA hanno sconfitto la Francia del redivivo Tony Parker(che indossava occhiali molto fashion dopo aver rischiato di perdere un occhio per una rissa in discoteca) con un marchio che non passerà inosservato. Peggiori in campo due protagonisti del mercato del paese dello Zio Sam : Deron Williams che si è fatto convincere dai dollari-rubli del magnate sovietico Prokorov a restare in quel di Brooklyn (ex New Jersey Nets) anche perché affiancato dall’eterno incompiuto Joe Johnson ma non dal Centro del ventunesimo secolo (Anthony ”monociglio” Davis permettendo)  Howard che pare invece relegato a Orlando. Probabilmente la Disney lo rallegrerà con quel mega-parco a tema che è presente nella città della Florida.
 Nelle file francesi male male Batum anch’egli forse attratto dalle sirene del Minnesota e dei conseguenti milioni di dollari (pluriennale a 56). Guardando, per la verità poco, le altre partite possiamo sicuramente affermare che la stella di Carlos Delfino si sia riaccesa in maniera perentoria nella vittoria dei companeros argentini contro la Lituania. Anche il Nasone decisamente in palla anche se ogni tanto in amministrazione controllata.
Non possiamo non rammaricarci nel vedere alle Olimpiadi formazioni semi-dilettantistiche mentre la nostra Nazionale guidata dal nuovo “profeta” in Turchia (curiosissimo di vedere l’epilogo di questa stagione incoming) è obbligata a spareggiare sempre, e perdere ahimè, con le peggio formazioni del vecchio Continente. Questo nonostante possiamo schierare la miglior squadra dopo quella che a Mosca nell’80 prese l’argento; siamo anche superiori ai ragazzi di Atene che si arresero dopo una magnifica cavalcata ai predetti argentini nella finale olimpica.
Capitolo Extra-basket: in tutti questi mesi di assenza avrei l’imbarazzo della scelta circa le cose che potrei raccontarvi, però preferisco sempre restare in tema olimpico o comunque su avvenimenti della recente cronaca. Il mio primo pensiero va a Fabione Caressa, adesso prestato al nuoto. Immancabile la sua “poesiola” di apertura prima di ogni serata olimpica. La domanda nasce spontanea: perché? Altra cosa immancabile sono le sue digressioni sempre molto precise per carità ma anche molto saccenti riguardo a uno sport che non l’ha mai visto protagonista (chi l’ha visto dal vivo lo può ben immaginare il motivo). Stasera si è anche cimentato in un excursus medico circa i benefici dell’arte natatoria che ci saremmo volentieri risparmiati. Tutto questo a scapito di Rosolino che, nonostante possa battere il record di parole al minuto tanto è rapido nel turpiloquio, è sempre costretto in seconda fila. Nonostante tutto viva SKY che ci dà una copertura olimpica mai vista prima con moltissimi canali dedicati.
Qui però non posso non riportare una nota dolente, soprattutto per noi adepti dell’Avvocato: lo stesso, come da sue parole su Facebook, ha affermato che a Londra “avrebbe fatto perfino l’interprete”. Ora, io mi domando, perché non sfruttare la sapienza e la quasi onniscienza di Federico Buffa il quale avrebbe avuto ascolti top anche se messo a commentare il badminton o il tennistavolo di turno? Perché trattarlo sempre come l’ultima ruota del carro preferendogli gente come Pessina o Casalini che hanno avuto regolarmente il loro biglietto di business class per la capitale inglese? Ecco l’emittente satellitare con più abbonati in Italia dovrebbe fornire agli stessi una spiegazione in merito.
 La chiusura la dedico a un tema che mi sta tanto a cuore : l’informazione radio-televisiva. Non penso ci voglia un fisico quantistico né un ingegnere nucleare per capire che, ebbene sì, di inverno fa sempre freddo e talvolta (ma tu pensa) nevica mentre d’estate c’è caldo e l’afa è opprimente e la colonnina di mercurio schizza verso i 40 C. Adesso l’ultima manìa che appassiona l’italiano medio (imboccato dagli organi di informazione) è quella di dare appellativi mitologici(Ulisse, Caronte, Circe ecc) alle perturbazioni o ai fenomeni anticiclonici. Tutto questo può avere un senso nel ventunesimo secolo e nel paese considerato l’ottava potenza mondiale? Con questo spunto, vi lascio a rimuginare e colgo l’occasione per augurare a tutti buone vacanze. Ci ribecchiamo su questi “lidi” al più presto.

venerdì 27 luglio 2012

Olimpiadi, preview del Girone B; Spagna favorita, ma regna l'equilibrio

di Luca Ngoi


Dopo aver analizzato nella giornata di ieri gli scenari del girone A oggi Basketzone vi presenta le squadre che prenderanno parte al girone B, con l'equilibrio che la farà da padrone in un raggruppamento che presenta l'elite del basket mondiale, dalla Spagna al Brasile, dall'Australia alla Russia e con l'incognita Cina. Non perdiamo dunque altro tempo e iniziamo a prendere in esame squadra per squadra.

SPAGNA. I campioni d'Europa in carica sono i grandi favoriti della vigilia, non solo per la vittoria del gruppo ma anche per dare del filo da torcere a Team USA alla caccia all'oro. Coach Sergio Scariolo ha messo insieme un gruppo profondo ai limiti dell'impossibile, che ha grandissime punte di talento nei tre NBA (i due Gasol e il naturalizzato Serge Ibaka), ma che potrà contare anche sui soliti veterani come Navarro, Calderon e Sergio Rodriguez che garantiscono grande versatilità nel settore guardie, spaziando dall'ordine del giocatore dei Raptors alla creatività di "Chocolate Blanco" Rodriguez per arrivare alla concretezza di Navarro, giocatore che sa sempre essere decisivo nei grandi eventi.  Per non parlare poi del talento di Rudy Fernandez, insomma ancora una volta questa Spagna si presenta come un "Dream Team" made in Europe, e nonostante la batosta presa in amichevole a Barcellona dagli americani una riedizione della finale di Pechino è ben più che uno scenario possibile.

RUSSIA. Come in quasi tutte le ultime competizioni internazionali i russi sono la più probabile mina vagante. La squadra ha il giusto mix di chili e centimetri per giocarsela alla pari con la Spagna sotto le plance (Kaun, Khryapa, Monya, Mozgov), unito alla variabile Kirilenko che per conformazione fisica e doti tecniche può giocare tranquillamente in tre ruoli e che ha dimostrato nell'ultima edizione di Eurolega di valere ancora un alto livello competitivo. Il settore meno ricco è quello degli esterni, dove pure spiccano i nomi di Shved (grande protagonista col CSKA quest'anno) e Vitaliy Fridzon, altro giocatore solido e utile. L'impressione è che tanto passerà dal gruppo dei lunghi e dall'ispirazione di Kirilenko, ma azzeccando la giusta combinazione un'eventuale medaglia non appare così lontana.

BRASILE. Il roster dei sudamericani non è di quelli più giovani, ma bensì si punta su un gruppo ben rodato da diversi anni di competizioni disputate tutti insieme. Per questo anche loro sono da considerare per una delle squadre che possono superare questo girone eliminatorio e, perchè no, fare anche una discreta strada all'interno del torneo. Le punte sono i soliti Leandro Barbosa, Tiago Splitter, Nenè e Varejao, che insieme daranno vita ad una coppia di centri ben assortita e pericolosa per tutti. Da non sottovalutare anche elementi dalla provata esperienza in campo europeo come Marcelinho Huertas, che avrà in mano la regia, Alex Garcia che sarà il cambio di Barbosa nel ruolo di guardia e un vecchio lupo di mare come Gui Giovannoni, ormai uscito dal giro del grande basket ma che potrà dare una mano ai lunghi per una decina di minuti di qualità a partita.

GRAN BRETAGNA. I padroni di casa non hanno una squadra molto talentuosa, ma proprio per questo non sono da sottovalutare. Le gerarchie interne infatti sono ben stabilite, con Luol Deng che sarà il go to guy designato e gli altri che lotteranno con impegno per aiutarlo il più possibile. A parte il giocatore dei Bulls comunque i britannici possono mettere in campo uomini di buona esperienza in Europa come l'ex fortitudino Kieron Achara, lungo dinamico ma dal tiro ondivago, oltre al centro di Malaga Joel Freeland, protagonista di un'ottima annata in Eurolega prima di infortunarsi e ovviamente l'altro lungo Pops Mensah Bonsu, atleta di primo livello che si è affinato al Besiktas dove quest'anno ha vinto anche una Eurochallenge. Il resto della squadra ha poco da dire, e sicuramente passare il primo turno sarà già un'impresa ma non scartiamoli a priori.

AUSTRALIA.  Come la Gran Bretagna anche l'Australia non è una delle candidate a passare il turno, ma nonostante questo potrà dare filo da torcere a tutti dall'alto di un roster ben equilibrato e tutto sommato completo. Manca il giocatore più rappresentativo, Andrew Bogut, ma al suo posto ci sono giocatori che disputano da anni le principali competizioni europee come Matt Nielsen, Aleks Maric e Brad Newley, i quali non avranno il talento e il fisico del neo Warrior ma che sanno come si gioca contro i migliori giocatori d'Europa. Anche il reparto esterni è ben fornito, con il playmaker Patty Mills, da diversi anni in NBA, Joe Ingles che si è fatto notare come buon realizzatore nel Barcellona e Matt Dellavedova, guardia di St.Mary's in NCAA che partirà come riserva ma che è in grado di segnare e dirigere i compagni. Anche per l'oro l'obiettivo massimo sarà passare il turno, ma all'interno del gruppo possono dare fastidio a tutti.

CINA. Nonostante il livello del basket cinese sia cresciuto negli ultimi anni grazie ai tanti giocatori dalla NBA che si sono trasferiti in Asia la rappresentativa giallorossa parte un gradino indietro rispetto alle altre protagoniste di questo girone B. La punta di diamante è quell'Yi Janlian che si era messo in luce in NBA con le maglie di Milwaukee, New Jersey e Dallas, ma ora anche lui ha fatto ritorno in patria portando così a zero il numero di giocatori cinesi che sibattono oltre i confini interni. Proprio per questo sono i più indicati ad essere la squadra materasso del girone, anche se le doti misteriose di alcuni elementi potrebbero sorprendere.

giovedì 26 luglio 2012

Secondo successo per la Nazionale, Aradori sugli scudi contro la Bosnia

di Luca Ngoi


Ventiquattr'ore dopo la vittoria contro la Finlandia l'Italia si ripete avendo la meglio sulla Bosnia Erzegovina per 84-81.
Dopo un primo tempo di ottimo livello, durante il quale gli azzurri scavano un vantaggio anche di 13 punti e mostrano azioni ad alto ritmo, buone spaziature, voglia di giocare di squadra e intensità in campo aperto la squadra si perde un po' nella seconda frazione in cui i bosniaci, mai domi, rientrano guidati dall'ex romano Nihad Dedovic, autore alla fine di 28 punti, ma sempre in controllo. In particolare a convincere poco è la fase difensiva, con zona e uomo alternati continuativamente ma mai convincenti fino in fondo. Soprattutto nelle fasi a zona i ragazzi di coach Pianigiani hanno dimostrato di poter fare molto meglio, date le triple troppo facili concesse ai vari Dedovic, Teletovic e Mazic che quasi sempre ne hanno approfittato ricucendo i vari svantaggi per arrivare anche ad avere il pallone per il vantaggio. Difesa a parte ad essere carente è ancora la presenza a rimbalzo, nettamente inadatta per i grandi livelli europei con i quali legittimamente ci si dovrà confrontare l'anno prossimo. Poca convinzione ed intensità sotto le plance si pagano anche in amichevole, figuriamoci con i colossi della palla a spicchi europea, e necessariamente questi difetti andranno appianati: non si possono acquistare i centimetri, ma la cattiveria e l'intensità sì.
Non solo note negative ovviamente in questa seconda serata trentina, ma anche un ottimo Pietro Aradori per la seconda volta consecutiva. Dopo i 15 punti registrati ieri contro la Finlandia sono infatti arrivati i 20 contro un avversario tecnicamente più valido; numeri che dimostrano un pensiero che in molti avranno: non si capisce in base a che cosa l'ex giocatore di Siena sia inferiore a Marco Belinelli, anzi in alcuni frangenti può essere anche considerato migliore. Il neo giocatore di Chicago ha infatti snobbato la Nazionale mesi e mesi prima del dovuto, affermando di voler prima sistemarsi in NBA e poi se mai di poter prendere in considerazione l'estate azzurra, e comunque nelle precedenti apparizioni con questa maglia (soprattutto in quella dell'Eurobasket scorso) si era dimostrato più un peso che un valore aggiunto per la squadra, presentandosi in evidente sovrappeso e forzando qualsiasi cosa in campo. L'umile Aradori invece ha provato una volta di più che può tranquillamente essere la prima punta (o se non altro la seconda) offensiva in una Nazionale che se la gioca a livello europeo. Del resto la capacità di segnare è il suo ultimo problema, difensivamente non va mai in difficoltà, conosce alla perfezione il sistema di Pianigiani e si sa muovere all'interno di certe regole, se può concentrarsi solo sulla parte realizzativa non ha assolutamente nulla da invidiare all'ex Hornets.
Per il resto registriamo un'altra solida prova di Stefano Mancinelli, ancora una volta miglior passatore del lotto, coadiuvato da un buon Chiotti, che continuando così potrà a buona ragione superare Marco Cusin nelle gerarchie per il ruolo di centro titolare. Il neo canturino ed ex pesarese da parte sua ha mostrato qualche distrazione di troppo nel finale, ma ha comunque segnato 10 punti e dato il suo apporto fisico sotto canestro, dove anche Angelo Gigli è parso costante rispetto a ieri. Note negative individualmente invece per Daniel Hackett, ancora non perfettamente a suo agio nel ruolo di playmaker, probabilmente anche lui può mostrare il meglio come numero 2, nel quale potrà essere più concentrato sul suo gioco tutto penetrazioni e accelerazioni evitando forzature inutili. Anche per Jeff Viggiano non sono state due ottime partite: coach Pianigiani gli chiede di entrare per fornire intensità in difesa, ma finora non è ancora stato in grado di garantirlo. 
Il tempo per migliorare c'è per tutti, l'estate è ancora lunga e domani sarà il turno dell'ultima gara di questa Trentino Basket Cup contro il Montenegro, altra formazione che ultimamente è riuscita a prendersi un suo spazio all'interno del panorama europeo e che ha tra le sue punte di diamante un certo Nikola Pekovic. Si prospetta un test probante per i lunghi azzurri, staremo a vedere come lo affronteranno.

Road to London 2012: preview del girone A


di Davide Quaranta


Alla vigilia della cerimonia d'apertura dei giochi olimpici di Londra 2012, Basketzone vi propone una piccola presentazione dei due gironi del torneo di pallacanestro maschile.

TEAM U.S.A: I grandi favoriti per il primo posto del gruppo (e anche per il gradino più alto del podio) sono loro, che proveranno a difendere l'oro di Pechino 2008. Per tentare di bissare il successo cinese, lo staff tecnico e coach K hanno deciso di affidarsi ai grandi nomi già presenti quattro anni fa, con l'aggiunta di qualche volto nuovo: alle superstar come Kobe, LeBron, Melo, Paul e Deron, ccnfermatissimo il pilastro difensivo Chandler, che avrà il compito di fare da guida alla prima scelta Anthony Davis, convocato senza neanche una partita NBA alle spalle. Il volto, o meglio la barba, più nuovo è quello di James Harden che, insieme a Durant e Westbrook, torna a formare i big three già visti ad OKC.

ARGENTINA: Alla guida del generale Manu Ginobili (alla sua ultima olimpiade), Luis Scola, Andres Nocioni, Pablo Prigioni (fresco di firma con i Knicks) e Carlos Delfino cercheranno in tutti i modi di infastidire le stelle NBA, forti del piccolo scarto subito nella sconfitta contro gli U.S.A in amichevole a Barcellona (86-80 il finale). I sudamericani sono duri a morire, e ben se lo ricordano proprio gli statunitensi, memori dell'eliminazione patita alle olimpiadi di Atene 2004 da Ginobili e soci, poi campioni contro l'Italia; se quest'anno l'oro sembra lontano, l'obiettivo di salire sul podio potrebbe non essere così utopico.


FRANCIA: Dopo tante attese, la Francia arriva alla manifestazione come una delle favorite per i primi tre posti, forte della finale europea giocata (e persa) contro la Spagna dei fratelli Gasol. Condottiero dei bleus sarà Tony Parker che, coadiuvato da De Colo (approdato anche lui in NBA),Diawara, Diaw, Turiaf e Batum, vorrà imporsi come uno dei playmaker del torneo portando la sua nazionale alla conferma anche in ambito mondiale.

LITUANIA: Vera e propria veterana delle olimpiadi, questa volta la nazionale di Jasikevicius è dovuta passare da Caracas per disputare il preolimpico che ha permesso a Kaukenas e compagni di staccare il biglietto per Londra. Mancano i Lavrinovic, ma spiccano i nomi di Songaila, il neosenese Maciulis e il talento Valanciunas, che la prossima stagione la disputerà in NBA. I giovani non mancano, ma con i veterani a guidare la squadra, i baltici vorranno fare valere il proprio prestigio nel mondo del basket che, in Lituania, è una vera e propria religione.


NIGERIA: Per gli africani essere alle Olimpiadi vale già quanto una medaglia, se si considera che nel preolimpico hanno eliminato la ben piú quotata Grecia in una partita al cardiopalma decisa negli ultimi secondi. Il go to guy dei verdi è Al Farouq Aminu, che insieme a Ike Diogu avranno il compito rendere ancora più memorabile questa spedizione già di per sè incredibile.


TUNISIA: Le incognite su questa nazionale sono francamente molte: mai vista giocare in manifestazioni anche solo simili ai Giochi, il roster non presenta nomi di spicco. Come per la Nigeria anche per i Tunisini il successo sta nella sola qualificazione all'Olimpiade. Saranno quasi certamente la squadra materasso del girone, ma non avendo nulla da perdere, tutto puó succedere.


A breve arriverà anche il preview del girone B, per preparare i nostri lettori alla prima palla a due di queste tanto attese Olimpiadi che, anche se non vedranno impegnata la nazionale Italiana, verranno comunque seguite con grande interesse e impegno.

mercoledì 25 luglio 2012

Primo successo per l'Italbasket, bene Mancinelli e Aradori, ma che fatica con la Finlandia

di Luca Ngoi

photo by: libero.it

Prima uscita per la nuova Italia di Simone Pianigiani e prima vittoria. Nell'ambito della Trentino Basket Cup, competizione amichevole che vedrà coinvolte oltre agli azzurri e ai finnici anche Bosnia e Montenegro, l'Italia ha la meglio proprio sui nordici guidati da Petteri Koponen per 79-73 in una partita non bella ma che ha mostrato diverse indicazioni al neo coach del Fenerbahce.
Nel primo tempo la squadra subisce e non poco la precisione al tiro degli avversari, che infatti a fine primo tempo oltre ad essere sopra di 5 hanno anche un clamoroso 6\12 dalla lunga distanza. Ciò che si vede sul parquet non è molto confortante, con un gioco che stenta a decollare, troppe iniziative solitarie e pochissima intensità sia a rimbalzo sia le poche volte che riesce a ripartire in contropiede. Insomma, sembra la solita Italietta che prende sotto gamba un avversario tecnicamente meno preparato ma determinato e comunque solido.
Nella seconda frazione però qualcosa cambia sin dall'inizio con una prestazione più determinata da parte di tutti. In particolare è il neo capitano Mancinelli a prendersi diverse responsabilità offensive e a ricoprire di fatto anche il ruolo di play occulto dispensando servizi deliziosi per i canestri di un ispirato Pietro Aradori (autore alla fine di 15 punti). Anche in difesa la storia cambia, con i finlandesi molto meno in stato di grazia dall'arco e stranamente inconsistenti anche in frangenti molto semplici come nelle situazioni di tiro sotto canestro. Gli azzurri allora ne approfittano mettendo in campo un'intensità tutta diversa, rubando palloni e andando in contropiede con cattiveria e continuità. Anche a rimbalzo tutto sommato si evidenziano dei miglioramenti, anche se non ancora sufficienti per competere ad un piano superiore rispetto ad un match contro la Finlandia.
Alla fine coach Simone Pianigiani può essere moderatamente contento, se non altro per ciò che si è visto nel terzo e nel quarto quarto, con una squadra determinata che ha cercato di mettere in pratica le esercitazioni dei primi allenamenti in ritiro a Folgaria, dove l'ex tecnico di Siena ha posto l'accento sul movimento continuo in attacco e nel non esitare in situazioni di tiro aperto (cosa ancora non molto chiara ad alcuni). Da tenere buone, oltre alle positive prove di Mancinelli ed Aradori anche alcune sorprese come Chiotti, guerriero determinato ma anche dotato di una discreta tecnica (addirittura migliorata dalla stagione a Casale) e sorprendentemente Daniele Cavaliero, sul quale ero personalmente piuttosto scettico ma che ha dimostrato di saper stare in campo sui due lati anche ad un livello maggiore rispetto a quello del campionato italiano.
Ora il gruppo è atteso a qualche ora di riposo, ma non ci sarà neanche il tempo di riprendere completamente le forze che domani saranno nuovamente attesi in campo per un test leggermente più probante come quello con la Bosnia, anch'essa dotata di qualche elemento di grande talento, uno su tutti Mirza Teletovic, in queste ore in contatto con i Brooklyn Nets che potrebbero decretare il suo passaggio in NBA.

domenica 22 luglio 2012

DNC, ecco il girone dell'Edimes Pavia

di Davide Quaranta 




Sono stati resi pubblici i gironi del campionato di C nazionale 2012/13 nel quale militerà anche il Pavia Basket targato Edimes.
Oltre alle già note Alessandria, Mortara, Biella, Savigliano e Sestri, per Pavia si prospetta un ritorno al passato nel derby contro quell'Aurora Desio che tanto infiammava i cuori pavesi ai tempi della serie A1.
La squadra rossonera punterà senza dubbio alla promozione in DNB, cercando di ridare lustro ad una città che, con la perdita della Pallacanestro Pavia ad alti livelli, vuole ancora partecipare al basket che conta.


Ecco tutte le 15 squadre partecipanti al girone A:

Alessandria
Biella
Brà
Crocetta Torino
Desio
Domodossola
EDIMES PAVIA
Gazzada
La Spezia
Mortara
Oleggio
Saronno
Savigliano
Sestri Levante


lunedì 9 luglio 2012

Russia, Lituania e Nigeria completano l'elenco delle squadre partecipanti ai giochi olimpici

                                 di Davide Quaranta
il logo ufficiale dei giochi Olimpici
photo by: www.london2012.com




Si è concluso a Caracas il torneo preolimpico che ha fornito gli ultimi tre nomi delle squadre che prenderanno parte al torneo di Basket dei giochi olimpici: oltre alla Lituania di Jasikevicius e Kaukenas, hanno staccato il biglietto per Londra anche la Russia di David Blatt e, a sorpresa, la Nigeria guidata da Aminu e Diogu, che nella finale 3-4 posto ha battuto la Repubblica Dominicana per 88-73.

La vera sopresa è e rimane l'esclusione della Grecia, che in una semifinale eroica è stata battuta dalla compagine africana in un finale al cardiopalma, che ha visto trionfare i verdi con il punteggio di 80-79.

Uno sconsolato Bourousis assiste alla festa della Nigeria
nella semifinale del preolimpico
photo by: www3.lastampa.it
Con la conclusione del torneo in Venezuela è stato possibile anche comporre i due giorni da sei squadre ciascuno che rappresentano il primo passo verso l'oro olimpico.



Team USA sembra pronta a trionfare ancora
photo by: www.gettyimages.com
Nel girone A sono stati inseriti i campioni in carica di U.S.A Team insieme ad Argentina, Francia, Lituania e le due sorprese Tunisia e Nigeria. 
Proprio gli Stati Uniti hanno ufficializzato la "sporca dozzina" (come titola nba.com) che sbarcherà nel vecchio continente: oltre ai "veterani" James, Bryant, Durant, Anthony, Williams, Paul, Chandler e Iguodala, sono stati aggiunti Harden, Griffin, Love, Westbrook e la prima scelta del 2012 Anthony Davis, per un roster che sembra non poter trovare degni rivali che possano ostacolare l'ascesca verso il secondo oro olimpico consecutivo.



La Spagna durante i festeggiamenti dopo la vittoria 
dell'Europeo 2011
photo by: www.fiba.com
Se i vincitori sono stati inseriti nel gruppo A, l'altra finalista di Pechino 2008 è nel gruppo B; infatti oltre ad Australia, Gran Bretagna, Russia, Cina e Brasile, svetta tra tutte la Spagna di Scariolo, campione d'europa e determinata a rompere il dominio americano per vendicare la bruciante sconfitta di quattro anni fa.
In un girone nettamente più semplice, Navarro e compagni dovranno difendersi dalle insidie di squadre quasi sconosciute al panorama olimpico che, non avendo nulla da perdere, potrebbero rivelarsi scomode da affrontare.


Le olimpiadi non sono ancora cominciate, ma già la febbre è altissima, per una manifestazione circondata da un alone di fascino che non ha eguali in tutto il panorama sportivo.
Per gli aggiornamenti riguardo al torneo di basket maschile (ma non sono esclusi anche quelli sul basket femminile) continuate a seguire il blog di Basketzone.

L'arena di Londra che ospiterà la finale e le partite 
più importanti dell'olimpiade




venerdì 6 luglio 2012

Basketball Jones: Ghemon "L'Hip-Hop mi ha insegnato a essere originale"


intervista realizzata da Claudio Pavesi
Photo courtesy of Ghemon Staff

Oggi la nostra rubrica di interviste musicali vi regala le parole di Ghemon, uno degli artisti migliori della nostra penisola come ha dimostrato il successo del suo ultimo lavoro "Qualcosa è Cambiato".


Cominciamo con la musica, precisamente con l'inizio della tua carriera. Come ti sei avvicinato al rap e come si è evoluta la tua passione durante l'esperienza con i Sangamaro? Come è cambiata la scena da quando hai iniziato a oggi?
Ho iniziato ad ascoltare rap nel 1994 e a farlo nel 95, ero molto molto giovane. Poi ho conosciuto un po’ di persone interessate alla faccenda, ci riunivamo in cantina e di lì abbiamo formato il nostro primo gruppo, appunto i Sangamaro. Era tutto diverso all’epoca, non avevamo internet e quindi ci siamo inventati un sacco di cose, è stato bello e rimane nei miei ricordi come una cosa positiva.

A proposito dei cambiamenti della scena hip-hop negli ultimi anni, se dovessi dare dei consigli ai giovani rapper alle prime armi cosa diresti?
Chiaro, semplice, pulito: LAVORATE. Non cercate scorciatoie.

Da che cosa è nata l'ispirazione per fare un disco profondo come "Qualcosa è Cambiato"? E soprattutto: da "Qualcosa Cambierà" a "Qualcosa è Cambiato", che filo conduttore hai tratto tra questi due lavori? E' davvero cambiato qualcosa?
L’ispirazione nasce dalla vita e dalla realtà. Io non invento nulla, o giù di lì. Perciò era tanta roba accumulata nella mia testa, nel mio cuore, nel mio stomaco. Ma non è finita perché c’è ancora un disco che fa parte dello stesso troncone di vita. Ovviamente il titolo “Qualcosa è Cambiato” non è causale. Le cose che non sono più uguali sono tante, è difficile riassumerle qui, ma nel disco ne le ho raccontate tutte.

Il tuo rap è sempre stato molto particolare, fine ed elaborato, pieno di influenze soul. A tal proposito i tuoi testi sono frutto di intuizioni e sensazioni istantanee oppure sono molto più ragionati e rielaborati?
Come dico sempre, non esiste uno metodo che sia quello. Gli spunti sono tanti, a volte ti costringono a fare di getto a volte a limare all’infinito. Cambia di volta in volta.

Da tempo si affianca al termine "rapper" anche un certo stereotipo di stile (dal vestiario al modo di porsi), stereotipo da cui sembri essere abbastanza lontano. Da cosa nasce l'esigenza di questo distacco?
Dagli inizi, quelli che erano nell’Hip Hop hanno fatto sempre la gara a chi aveva le scarpe più belle o la catena più lucida e più pesante. A me piace vestire bene e a modo mio, l’Hip Hop mi ha insegnato a essere originale, e non a portare la divisa. Altrimenti è stereotipo, e con quelli ho chiuso nel 94 !

I tuoi testi svariano tra argomenti sempre molto diversi tra loro, da quelli più profondi a fotografie della vita quotidiana come ad esempio "Voci nella Testa (Stentoree)". Quali sono le cose che ti ispirano di più nella tua vita quotidiana per scrivere i tuoi testi?
Tutto, credimi. “Ogni cosa è illuminata” (titolo di un bel film). Intendo dire, ogni cosa luccica al punto tale da diventare uno spunto, anche una carta sporca per strada. Perché le immagini sono un link che apre ad altro. Vi è capitato mai di vedere una cosa e per associazione di immagini finire a pensare in un minuto a tutt’altro? E poi dire “Come ho fatto ad arrivare a questo?”. Ecco, a me capita più o meno sempre!

Da tempo fai parte del collettivo Blue Nox, ormai una certezza dato che da tempo sforna prodotti di qualità sempre più alta. Com'è nato questo progetto? Si è mai pensato di fare un album della Blue Nox sfruttando tutti i membri del collettivo?
E’ nato perché volevamo trovare un luogo comune, un insieme in cui riunirci. Si in realtà avevamo pensato sia a un mixtape Blue Nox che a un album “Blue Nox Vs Unlimited Struggle”. Non so se ci sarà tempo di fare una cosa del genere, siamo in tanti e siamo impegnati. Non ci interessa fare troppe cose a scapito della qualità. Le persone si attendono molto da entrambe le crew, meglio fare il massimo sempre.

Su Blue-Nox.com, tu e gli altri membri, consigliate l'ascolto di artisti molto interessanti postando video delle loro canzoni. In un anno così pieno di produzioni musicali come questo 2012 quali sono i prodotti, italiani e non, che ti hanno colpito maggiormente e che, di conseguenza, consiglieresti?
Per una volta diciamo quelli italiani: Mecna, Johnny Marsiglia, Big Joe, Louis Dee, Egreen. Disco preferito per ora, senza offesa per gli altri, Bypass di Stokka & Madbuddy

Noi che ci occupiamo di questo blog siamo anche i conduttori di un programma radiofonico su una radio locale. Come noi anche tu conducevi un programma: Radio Fantasma, come è nata questa avventura? Ti piacerebbe un futuro nel mondo della radiofonia?
E’ nata per scherzo. Facevo tutto da solo. E ovviamente quando dico tutto intendo TUTTO. Non ho avuto più tempo di proseguire. Se mi chiedessero di rifarlo in etere, sarebbe un’esperienza che porterei avanti volentieri ma solo su un network nazionale. O il massimo o niente!

Concedimi la classica domanda riguardo i progetti futuri, cosa dobbiamo aspettarci da 440/Scritto nelle Stelle? Hai anche dichiarato che questo sarà il tuo ultimo lavoro hip-hop, hai per caso intenzione poi di dedicarti al ruolo di autore?
Parlo poco volentieri di questo disco per un solo motivo: voglio che le persone lo giudichino quando lo ascoltano. Parlarne prima è come spiegarti come è fatto un figlio che nascerà tra qualche mese. Ti posso dire il sesso, ma non il colore dei capelli, né che voti prenderà a scuola. Quello lo vediamo insieme tutti!

Photo courtesy of Ghemon Staff

Cambiamo ora argomento. Come si può capire facilmente dal nome del nostro blog la cosa di cui ci occupiamo maggiormente è la pallacanestro. Come è nata la tua passione per il basket?
Ho iniziato a giocare a 6 anni e ho alternato questo sport col calcio e il Karate, per tantissimi anni. Lo adoro, ma in generale mi piace lo sport tantissimo. Mi sarebbe piaciuto fare l’altleta!

Hai una passione particolare per qualche squadra, NBA o italiana che sia? Quali sono i tuoi miti cestistici di sempre e quali i giocatori che ammiri di più adesso? 
Ovviamente la mia squadra del cuore è la Scandone Avellino. Ho iniziato ad andare al palazzetto in B2, e tuttora seguo la squadra, dopo tanti anni di A1, sofferenze e grandi gioie come la Coppa Italia e la partecipazione all’Eurolega. In Nba non ho una squadra preferita o almeno non l’ho più avuta dopo la Orlando di Penny e Shaq. Mi piace molto Westbrook, mi piace Shumpert. Mi piace la gente che salta due metri ecco! Negli ultimi playoff ero per OKC.

C'è qualcuno nel mondo della musica con cui ti piace discutere di questa tua passione? Qualcuno che sia anche abbastanza competente.
Basket? Ce ne sono diversi che lo seguono. Calcio, assurdamente, di meno. Comunque i miei collaboratori stretti, come Kira (il ragazzo che cura i miei social network)  e Weps (il mio webmaster) e miei amici come Lustro dei Microphone Killarz , Eko 121 (grandissimo intenditore), Sumo, sono persone con cui parlo spesso di sport in generale, e soprattutto di basket. I rapper in ogni caso non sono molto per lo sport, con pochi colleghi posso parlare di sport…fa un po’ ridere ma è così.

All'interno di 440/Scritto nelle Stelle potresti regalarci una canzone a sfondo cestistico così da fondere due delle tue passioni.
Sarebbe bello, ma mi limiterò ad andare al campetto qua sotto a sistemare il mio tiro dalla lunetta che mi ricorda le percentuali di Shaq ai bei tempi.


Ringraziamo davvero di cuore Ghemon, molto disponibile nel rispondere alle nostre domande nonostante i tanti impegni. Un grazie di cuore va anche al suo intero staff e a Filippo Giorgi, anche loro molto disponibili e fondamentali nella realizzazione di questa intervista.
Ovviamente per altre interviste, musicali e non, sapete dove cercare: ovviamente su Basketzone RTP.

Il ritorno di Brandon Roy per i T'Wolves che pensano in grande, Kidd sceglie i Knicks, continua il caso Ray Allen

di Luca Ngoi

Photo by: Sportsillustrated
Finalmente è successo. Brandon Roy è tornato in NBA dopo un anno di assenza dai parquet d'America e la sua scelta finale è caduta sui Minnesota Timberwolves, che hanno deciso di puntare fermamente sul ragazzo facendogli firmare un contratto di due anni per 10 milioni di dollari. I T'Wolves dunque aggiungono un tassello importante ad una squadra sempre più interessante e che con Ricky Rubio in regia e Kevin Love nel settore lunghi punta decisa verso i playoff. Il pezzo mancante era proprio una guardia realizzatrice in grado di sfruttare gli assist del playmaker spagnolo e allo stesso tempo di rappresentare una doppia minaccia per le difese avversarie, che dovranno concentrarsi allo stesso tempo su di lui e sul sopra citato Love. Ma i Lupi del Minnesota potrebbero non aver terminato qui il loro mercato in quanto potrebbe arrivare in seguito ad un sign and trade che porterebbe a Portland Derrick Williams e Martell Webster (per lui sarebbe un ritorno), Nicolas Batum al quale lo staff di Minny ha presentato un'offerta che i Blazers però possono sempre pareggiare.
Si muove molto il mercato dei playmaker intanto perchè dopo l'arrivo a Hollywood di Steve Nash nella nottata italiana di ieri anche un altro grande vecchio del basket NBA ha trovato una nuova sistemazione. Parliamo di Jason Kidd, che in seguito ad un clamoroso voltafaccia ha deciso di rifiutare l'offerta dei Dallas Mavericks per firmare un triennale con i New York Knicks ed andare alla ricerca di un alloro assieme a Carmelo Anthony e Amar'e Stoudemire. 
Per un play che arriva un altro potrebbe lasciare la Grande Mela, visto che Jeremy Lin, il fenomeno mediatico (ma non solo) della scorsa stagione, ha ricevuto un'offerta da parte degli Houston Rockets i quali hanno offerto un contratto da 30 milioni alla guardia di origine taiwanese, ma anche in questo caso New York ha la possibilità di pareggiare l'offerta e di trattenere il suo numero 17. I Rockets ad ogni modo si vedono costretti ad operare in maniera cospicua sul mercato, visto che hanno già perso Dragic tornato a Phoenix e adesso potrebbero seriamente perdere anche Kyle Lowry in direzione Toronto (dove è sempre più vicino Landry Fields, offerti 20 milioni di contratto) in cambio di una prima scelta futura.
Parliamo per concludere del mercato che riguardia le shooting guards, con il caso Ray Allen che continua a tenere banco. Il miglior tiratore da 3 della storia della Lega sta sempre vagliando diverse offerte, tra quella di rinnovo con i Celtics (peraltro quasi sfumata visto l'arrivo di Terry), quella di Miami che però può offrire soltanto 3 milioni di dollari e quella di Memphis, la squadra che ora come ora può offrire di più e che anche per questo sembra la favorita. La vicenda sembra comunque poter volgere alla conclusione nelle prossime ore, esattamente come si è concluso l'affare che ha portato Jamaal Crawford ai Los Angeles Clippers, dove tornerà anche Chauncey Billups che sta sempre recuperando dall'infortunio.

Sorteggi Eurolega: Siena trova il Maccabi, per Cantù si parte con Sofia, Milano pesca i campioni e...firma Basile

di Davide Quaranta

Le urne di Barcellona hanno riservato sorprese
photo by: www.euroleague.net


Si sono svolti alle 12.00 i sorteggi per i gironi dell'Eurolega 2012/13, nella quale l'Olympiacos orfana di Papanikolaou tenterà di difendere la coppa vinta ad Istanbul.

Il tabellone del Qualfication Round, c'è anche Cantù
photo by: www.euroleague.net






L'urna di Barcellona ha subito accoppiato la Bennet Cantù con Sofia, per il primo round di qualificazione che vale l'accesso al tabellone principale. La vincente dei preliminari sarà inserita nel girone A insieme a Panathinaikos, Real Madrid, Khimki, Fenerbahce e Lubiana, in quello che è sicuramente il girone più complicato di tutti.


Nel gruppo B la prima squadra sorteggiata è il Maccabi Tel Aviv, che viene subito seguito dalla Montepaschi Siena e dall'Unicaja Malaga, alle quali si aggiungono le meno quotate Alba Berlino, Prokom e Chalon.

I campioni in carica dell'Olympiacos sono stati piazzati nel girone C, in compagnia di Efes, Caja Laboral, Zalgiris, Zagabria e Olimpia Milano che, vista la campagna acquisti messa in piedi, sembra puntare quantomeno ai quarti di finale mai raggiunti nel recente passato.

Barcellona e CSKA Mosca svettano invece nel girone D, che oltre alla possibile sorpresa Besiktas contiene Partizan Belgrado, Lietuvos Rytas e la cenerentola Bamberg.


Il tabellone dei quattro gruppi di Eurolega
Photo by: www.euroleague.net

Il cammino per le Final Four di Londra è lungo, ma parecchie squadre si stanno già muovendo facendo di tutto per arrivare pronte alla prima palla a due della stagione. Una di queste è l'Olimpia Milano, che dopo i vari acquisti e le conferme di Hairston e Bourousis, in serata ha firmato Gianluca Basile, in uscita da Cantù, come sostituto dell'infortunato Gentile (che non rientrerà prima di novembre), andando a rinforzare quel parco guardie che, se fosse arrivato anche Hackett (firmato da Siena), avrebbe potuto competere con le migliori squadre d'Europa.

Ovviamente le notizie di mercato, fasi salienti e le partite più emozionanti verranno raccontate qui sul blog di Basketzone. Stay tuned!

giovedì 5 luglio 2012

Steve Nash sbarca ai Lakers mentre i Suns ripartono da Dragic e Beasley.


di Claudio Pavesi
Nash e Kobe sembravano già in sintonia da avversari.
Photo by bleacherreport.com

Si sapeva che Steve Nash avrebbe abbandonato Phoenix, inizialmente si era detto che sarebbe andato a Toronto, nel suo Canada, con un triennale da 12 milioni di dollari all'anno mentre poi si era detto che la destinazione certa del numero 13 sarebbe stata New York, in cui avrebbe riabbracciato l'ex compagno Amar'e Stoudemire e avrebbe cercato di regalare un minimo di gioco ai Knicks di Melo e J.R. Smith, ormai conosciuti per l'assenza di ordine e di schemi offensivi. Tutto già scritto? Ovviamente no, arriva nell'Arizona l'offerta dei Lakers e viene accettata senza indugi: Nash arriverà ai gialloviola tramite il più classico dei sign-and-trade, a Phoenix andranno due prime scelte al Draft (quella del 2013 e quella del 2015) e due seconde scelte (2013 e 2014) mentre Nash firmerà un contratto triennale per 27 milioni di dollari complessivi. Considerando che l'ex giocatore di Santa Clara University non ha avuto in squadra giocatori di altissimo livello negli ultimi anni sarà per lui una grande occasione giocare con Kobe, Bynum, Gasol e compagni a cui dovrebbe aggiungersi nei prossimi giorni anche Grant Hill, ormai praticamente certo infatti il suo arrivo a L.A. dopo l'abbandono dei Phoenix Suns, ormai nel pieno della ricostruzione. Nash attualmente ha 38 anni e il suo contratto scadrà quando ne avrà 41 mentre Hill raggiungerà in Ottobre i 40 anni, i Lakers non diventeranno di certo la squadra più futuribile della NBA ma sicuramente si candidano al titolo per le prossime due stagioni.
Beasley cerca un nuovo
futuro a Phoenix
Photo by wikipedia.org
Come già accennato prima, i Suns stanno proseguendo la loro rivoluzione all'insegna dei giovani infatti hanno firmato sul mercato free agent l'ex ala di Miami e Minnesota Michael Beasley, in passato seconda scelta assoluta al Draft. Beasley ha accettato un contratto triennale da 18 milioni di dollari complessivi, un ottima spesa per un giocatore che, se realizzasse di mettere la testa a posto e di concentrarsi maggiormente, potrebbe sfruttare al meglio il suo clamoroso potenziale offensivo, comunque già discretamente utilizzato come dimostrano i 15.1 punti di media mantenuti nei suoi quattro anni di NBA.
Dragic è tornato in Arizona
Photo by Getty Images
A Beasley si aggiungerà anche Goran Dragic il quale, dopo la parentesi a Houston, tornerà quindi definitivamente a Phoenix con un contratto davvero ricco: 34 milioni di dollari in 4 anni. Inutile dire che il talento di Dragic è immenso infatti è uno dei giocatori più migliorati nel corso della stagione appena conclusa ma forse un contratto del genere è leggermente eccessivo, soprattutto perchè al Draft i Suns hanno puntato su Kendall Marshall con la tredicesima chiamata assoluta. Che non si fidino così ciecamente dell'ex North carolina?
Phoenix punta anche ad una vera stella, Eric Gordon, il giocatore di New Orleans infatti è un restricted free agent e quindi, una volta ricevuta un'offerta quest'ultima potrà essere pareggiata dagli Hornets che potrebbero così tenerlo. I Suns hanno offerto il massimo salariale a Gordon, 58 milioni di dollari in 4 anni, una proposta che sembra davvero irrinunciabile. Gli Hornets hanno fatto sapere che è loro intenzione trattenere Gordon ad ogni costo anche se, dopo due giorni, non hanno ancora pareggiato l'offerta dei Suns, che ci stiano ripensando? Non ci vorrà molto per scoprirlo dato che il termine per pareggiare l'offerta dei Suns è l'11 Luglio.

mercoledì 4 luglio 2012

Siena passa all'HD, si muove il Cincia, Hairston resta a Milano e Mazzarino a Cantù, mentre la Virtus...

di Luca Ngoi

Photo by: Yahoosports
Anche nella giornata di oggi sono state molte le trattative di mercato, tra addii, conferme e idee nuove. Cominciamo da Siena, che come vi avevamo già anticipato ieri ha completato l'ingaggio del playmaker della nazionale Daniel Hackett, firmato con un contratto biennale e con un ingaggio da grande giocatore. L'addio a Pesaro è avvenuto nelle scorse ore con le lacrime agli occhi, mentre ora comincia l'avventura senese, in un club che si aspetta molto da lui sia in qualità di cambio di McCalebb sia affiancandolo allo stesso leader offensivo in posizione di guardia, forse il ruolo che più gli calza a pennello. Non era una novità che sul pesarese d'America ci fosse da qualche tempo anche l'Olimpia Milano, rimasta colpita dalle gesta del ragazzo nella combatutta serie playoff disputata quest'anno, ma la differenza l'ha fatta l'attenzione che la squadra toscana ha riposto in lui per tutto l'anno dunque sarà ancora una volta Hackett contro Milano, ma in questo caso potrebbero rivedersi in finale.
Continuiamo con le notizie relative a Milano riportandovi quella del rinnovo contrattuale di Malik Hairston, a differenza di quello che avevamo scritto nelle scorse ore quando l'ex Oregon University sembrava vicinissimo a cambiare casacca in favore di un club più blasonato come poteva essere il CSKA di Messina o inseguendo i ponti d'oro offerti dalle squadre turche. Hairston invece ha accettato la proposta dell'Olimpia firmando per altri due anni e ha anche rilasciato qualche dichiarazione, seppur di circostanza: "Sono molto felice di tornare a Milano e proseguire nel progetto che abbiamo avviato tutti insieme. L'obiettivo è vincere sia in Italia che in Europa". Non si pone dunque limiti la guardia\ala, che andrà a comporre insieme a Langford la coppia di esterni più atletica, dinamica e versatile del campionato. I due infatti saranno intercambiabili e potranno fornire a coach Scariolo una serie di opzioni sul perimetro pressochè illimitata, alternando quintetti piccoli e atletici ad altri alti e fisici. Se Siena non scherza sicuramente Milano non sta a guardare.
Altre news arrivano da Cantù, soprattutto in uscita poichè è di queste ore il forte interessamento della Trenkwalder Reggio Emilia su Andrea Cinciarini, il quale è fortemente in rotta col club biancoblu a causa della volontà della squadra stessa di cederlo ma soltanto in prestito, soluzione a lui decisamente sgradita. Qualche tempo fa vi avevamo raccontato di un interessamento anche di Varese, ma la soluzione preferita dell'ex playmaker di Pavia sarebbe proprio Reggio, dove sarebbe al centro del progetto tecnico e dove potrebbe ritrovare l'amico Michele Antonutti, oltre a coach Max Menetti, guida tecnica per lui perfetta. In questo modo tra l'altro Reggio potrebbe riuscire a prendere un americano in un ruolo diverso dalla regia, e magari andare su un lungo che faccia da chioccia al giovane Riccardo Cervi (che dovrebbe rimanere in rosa) così da liberare l'attuale esterno USA Dawan Robinson. Sempre in uscita Cantù ha praticamente ufficializzato la separazione da Gianluca Basile, che ritornerà sul mercato degli svincolati e sarà sicuramente appetito da diversi club di Serie A, primo tra tutti Milano che proprio nei secondi in cui scriviamo sembra vicinissima all'acquisto della guardia ex simbolo della Fortitudo, e contestualmente ha confermato anche per l'anno prossimo il capitano Nicolas Mazzarino, diversamente da quelle che erano le indicazioni di coach Trinchieri, che nelle scorse ore non ha escluso di voler provare un'esperienza all'estero.
Chiudiamo con due grosse notizie riguardanti la Virtus Bologna, che nella giornata di ieri aveva manifestato un discreto interesse nell'ala Matt Howard, che qualcuno ricorderà trascinatore di Butler a una finale NCAA ma nell'ultimo anno protagonista della sua prima stagione europea in Germania con la maglia di Ludwingsburg. Se ieri la pista sembrava interessante ma poco percorribile oggi ha ripreso piede, insieme a quella che porta ad un'altra idea del presidente Sabatini: portare in Virtus una bandiera storica della Fortitudo ovvero Stefano Mancinelli, ormai sempre più lontano da Milano e che interessa anche a squadre turche come Besiktas e Fenerbahce. Sicuramente la trattativa, se poi portata a termine, non farà che infuriare i tifosi dell'altra metà di Bologna, ma allo stesso tempo potrebbe portare molte gioie alla parte bianconera di Basket City che acquisirebbe il capitano della Nazionale nonchè un giocatore ancora in grado di dare tanto al nostro movimento cestistico.