sabato 31 marzo 2012

E se i Blazers ripartissero da JJ Hickson?

di Luca Ngoi

Photo by: yimg.com

E se tutte le chiacchiere post-mercato sui Portland Trail Blazers fossero state affrettate ed esagerate? La franchigia dell'Oregon ha di fatto smobilitato gran parte dei suoi pezzi pregiati durante la sessione appena chiusa, e in cambio ha acquisito giocatori di basso spessore o sul viale del tramonto come Hasheem Thabeet e Mehmet Okur, dunque tutti gli addetti ai lavori, noi compresi, si sono subito precipitati a criticare le operazioni eseguite dalla ormai ex squadra di Nate McMillan, che qualche giorno dopo ha però effettuato un altro colpo dal mercato dei free agents: quello di JJ Hickson, prelevato dopo il taglio da parte dei Sacramento Kings, il cui acquisto è passato sotto silenzio dopo che a contenderselo erano stati anche i Golden State Warriors. L'ala uscita da North Carolina State può essere, per una squadra in fase di rifondazione, un ottimo punto di partenza, soprattutto se aggregato al leader del gruppo, Lamarcus Aldridge, col quale potrebbe formare un pacchetto di lunghi molto interessanti, dato che entrambi sono dotati di un buon tiro dalla media distanza e di doti fisiche sopra la media. Ovviamente Hickson non può essere il giocatore che cambia il volto di una squadra, ma se inserito in un contesto giovane e atletico, come pare che i Blazers puntino ad essere soprattutto passando dal prossimo interessantissimo draft, allora l'estensione del suo contratto appare come un mezzo obbligo per Portland, che verosimilmente non avrà una chiamata altissima e dovrà quindi dire addio alle migliori ali presenti nella lotteria del prossimo Giugno. Hickson è stato, prima di passare a Sacramento, il leader  della Cleveland post Lebron con 13.8 punti e 8.6 rimbalzi a gara dimostrando di poter essere un pezzo importante per una squadra che punti come minimo ai playoff, che sono esattamente l'obiettivo di Portland a partire dal prossimo anno. Se il ragazzo metterà un po' la testa a posto, particolare che gli è un po' sfuggito di mano durante l'esperienza ai Kings, e se la squadra sceglierà adeguatamente il pezzo che gli serve (una guardia?) al draft allora prepariamoci a rivedere i Blazers nuovamente nella post season, perchè è vero che un Brandon Roy non passa tutti i giorni, ma le grandi squadre si costruiscono anche a partire dai giocatori solidi ed Hickson sembra la scelta perfetta.

venerdì 30 marzo 2012

Final Four NCAA, istruzioni per l'uso

di Federico Bianchi e Claudio Pavesi.
Fonte: www.streetball.com

Dopo avervi raccontato tutte le partite del torneo NCAA 2012 ci prepariamo insieme alle tanto attese Final Four regalandovi questo articolo, scritto a quattro mani per l'occasione, grazie al quale potrete arrivare a seguire l'evento conclusivo della March Madness, preparatissimi sui temi più importanti riguardanti le quattro squadre che calcheranno il campo del Louisiana Superdome che vedete nella foto. Iniziamo ora l'analisi delle quattro squadre, partendo dai favoriti.

KENTUCKY WILDCATS
La squadra di coach John Calipari arriva alle Final Four con i favori del pronostico, dopo una regular season esaltante da una solo sconfitta, e un torneo nella quale ha dimostrato in ogni partita una superiorità quasi imbarazzante.
Le ultime edizioni della squadra bianco-blu sono state tutte ricche di talento, ma non hanno mai raggiunto il titolo.
Anche quest'anno il roster a disposizione di Calipari farebbe invidia a diversi coach della Division One, potendo contare su un mix di talento e forza fisica impressionante, grazie alla prossima prima scelta assoluta del Draft, Anthony Davis, giocatore dell'anno della Division One, oltre che difensore dell'anno, accompagnato da altri due freshmen di grande talento come l'ala Michael Kidd-Gilchrist e il playmaker Marquis Teague.
Le squadre di Calipari tuttavia sono sempre state caratterizzate dalla presenza di freshman di grande talento (vedi John Wall, DeMarcus Cousins, Brandon Knight, ecc.), ma quest'anno tra i Wildcats ci sono anche due giocatori con un anno in più di esperienza al torneo come Terrence Jones e Darius Miller, che possono essere decisivi in un contesto come quello delle Final Four.
Il gioco di Kentucky fin'ora è sempre stato spumeggiante, molto fisico e fatto di ritmi alti.
La presenza di giocatori come Terrence Jones, Kidd-Gilchrist o lo stesso Anthony Davis, tutti "grossi" ma molto mobili e veloci, ha permesso ai Wildcats fin'ora di imporre alle gare i già citati ritmi alti, ma allo stesso tempo di dominare fisicamente le squadre avversarie.
Anche nella finale del regional contro Baylor per esempio, Kentucky ha dimostrato che quando alza il ritmo e preme sull'acceleratore è in grado di creare un parziale favorevole in men che non si dica.
Affrontare Louisville tuttavia non sarà facile per i Wildcats, che dovranno sicuramente preservare Davis dal pericolo di troppi falli nelle prime battute di gara (la sua assenza forzata è stata l'unica cosa che li ha messi minimamente in difficoltà fin'ora) e cercare di contenere il backcourt dei Cardinals, che si può adattare bene ai loro ritmi. Una chiave per Kentucky in questa partita possono essere le due ali, Kidd-Gilchrist e Jones, che a mio modo di vedere non hanno di fronte giocatori di Louisville in grado di contenterli per tutto l'arco della partita.

KANSAS JAYHAWKS
Kansas arriva alle Final Four dopo una buona stagione, con alcuni alti e bassi, ma che ha garantito loro la testa di serie numero 2 nella Mid-West Region, vinta grazie a un'ottima partita contro la testa di serie numero uno di questa parte di tabellone, North Carolina.
L'entusiasmo della vitoria contro UNC può portare i Jayhawks a giocare una grande Final Four, guidati senza dubbio dal loro leader, Thomas Robinson.
Robinson era già un anello fondamentale, venendo dalla panchina, della Kansas dell'anno scorso e quest'anno è migliorato tantissimo, assumendosi il ruolo di leader della squadra e arrivando a lottare fino all'ultimo per il titolo di giocatore dell'anno del college basket con Anthony Davis, guidando le statistiche dei Jayhawks per punti e rimbalzi.
Robinson festeggia con Withey
(photo by: AP photo/ Orlin Wagner)
Ad accompagnarlo nella marcia trionfale verso le Final Four di quest'anno ci sono stati Tyshaun Taylor, playmaker all'ultimo anno di college, che ha dimostrato le sue grandi capacità di realizzatore e di attaccante nel corso della stagione, il centro di 7 piedi Jeff Withey, che con la sua stazza fisica si è dimostrato un grande intimidatore d'area (ha avuto anche una partita da 10 stoppate nel corso del torneo) e Travis Releford, difensore straordinario nel ruolo di ala piccola, incaricato di marcare il miglior esterno della squadra avversaria in ogni gara dei Jayhawks.
A tutto questo si aggiunge il grande lavoro di coach Bill Self, che ha dimostrato di saper preparare le partite in modo impeccabile, adattando il modo di giocare della sua squadra all'avversario che incontra, come visto per esempio nella finale del Regional contro North Carolina.
Alle Final Four Kansas affronterà Ohio State, scontro che in questa stagione significa sicuramente Thomas Robinson contro Jared Sullinger, due delle migliori ali grandi della Division One.
Tuttavia, anche se questo scontro è sicuramente molto interessante, possono essere decisivi altri aspetti di questa partita, per esempio il fatto che Kansas può contare su una superiorità fisica evidente sotto conestro, grazie a Whitey, che va sfruttata fino in fondo, magari facendo marcare dal centrone col numero 5 proprio Sullinger, permettendo a Robinson di riposarsi in difesa.
Un altro elemento fondamentale può essere Releford, che contro UNC è stato in grado di annullare totalmente Harrison Barnes, il miglior giocatore di North Carolina, e se riuscisse a fare lo stesso con Deshaun Thomas di Ohio State sarebbe un gran vantaggio per Kansas.
Il rischio più grande per la squadra di coach Self purtroppo però deriva da Taylor: le sue palle perse in alcune situazioni chiave di certe partite si sono verificate anche più decisive in negativo di quanto lo siano stati i suoi punti in positivo; speriamo che possa reggere la pressione che avrà addosso, non solo psicologica, ma anche data dalla forte difesa che Craft gli riserverà.

LOUISVILLE CARDINALS
Sorpresa! Alzi la mano chi a inizio anno, soprattutto dopo le 5 sconfitte in 7 partite, aveva pronosticato i Cardinals alle Final Four. Nessuno? Immaginavo. Non si può dire che Louisville sia una squadra di basso livello perchè non sarebbe giusto, i giocatori di livello ci sono, pensiamo solamente a Kuric, leading scorer della squadra e ottimo tiratore, a Dieng, il super stoppatore e rimbalzista oltre che a Russ Smith, secondo miglior realizzatore di squadra, una vera e propria mina vagante. Il mix non è completo senza i due giocatori più particolari della squadra: Chane Behanan e Peyton Siva. Behanan è un giocatore stranissimo, un'ala grande con un fisico possente ma con l'altezza di una guardia ma che incredibilmente riesce a portare a casa più di 7 rimbalzi per partita, molti dei quali in attacco, ed è anche un ottimo realizzatore in post basso.
Chane Behanan mostra i muscoli
(photo by http://louisville.straitpinkie.com)
Peyton Siva è senza dubbio il leader emotivo della squadra, croce e delizia di Louisville il piccolo playmaker alterna veri e propri colpi di genio a momenti di buio totale che possono decidere l'esito di una o più partite. E' in gran parte a lui che si devono le due strisce negative nella stagione dei Cardinals ma è altrettanto merito delle sue incredibili prestazioni se abbiamo potuto ammirare la squadra di Rick Pitino fino alla finale del torneo della Big East. Non abbiamo citato a caso il nome di coach Pitino, è lui infatti il vero ago della bilancia dei Cardinals, è lui il Re Mida della difesa, un trasformista imprevedibile che riesce a ingannare qualsiasi avversario con i suoi schemi imprevedibili, se volete una conferma chiedete a Florida, eliminata nelle Elite Eight anche e soprattutto dalla genialità di Pitino che nel secondo tempo passa da una difesa a "zona 2-3" a una difesa a uomo, scelta che ha spiazzato i Gators.
Pitino nel corso dell'anno ha cambiato non poco anche l'attacco dei Cardinals soprattutto per quanto riguarda il tempo di gestione dei possessi passando da una "balanced offense" a una "half-court offense", scelta che a prima vista poteva sembrare sconsiderata viste la taglia ridotta e le abitudini del quintetto ma che si è rivelata vincente pur riducendo il numero di punti segnati. Non dimentichiamo che i Cardinals sfiorano la doppia cifra di media con ben 6 giocatori per quanto riguarda le realizzazioni come dimostrano le statistiche dei 5 giocatori già citati a cui va aggiunto Chris Smith, ottima guardia il cui fratello non è nientemeno che J.R. Smith, guardia dei New York Knicks.
Louisville affronterà Kentucky, il cui campus dista pochissimi chilometri da quello dei Cardinals e per questo rappresenta una delle rivalità più sentite d'America, le rispettive tifoserie non possono nemmeno vedersi tanto c'è odio tra loro. Come in ogni buona rivalità però non mancano intrecci particolari, come sapete l'allenatore di UK è John Calipari, allenatore che in precedenza ha raggiunto le Final Four con altre due università: Memphis e UMass. Dovete sapere che Rick Pitino fu studente a UMass e che nel 1988 sarebbe dovuto diventarne allenatore per cambiare la storia del programma di basket ma la sua richiesta economica era troppo pretenziosa quindi l'università del Massahusetts decise di puntare su un allenatore alla prima esperienza: John Calipari. Se Pitino avesse accettato quel lavoro oggi avremmo le stesse Final Four? Chi lo sa, intanto godiamoci lo scontro tra le due università più importanti del Kentuky.

OHIO STATE BUCKEYES
"La NBA può aspettare, resto ai Buckeyes ancora un anno, ho scelto Ohio State perchè ritengo sia una squadra da Final Four e il mio obbiettivo è raggiungerle." Queste sono state le parole pronunciate da Jared Sullinger dopo l'eliminazione dell'anno scorso alle Sweet Sixteen per mano di Kentucky, proprio la squadra che i Buckeyes potrebbero incontrare in finale se riusciranno a sconfiggere Kansas nella semifinale.
Ohio State è una squadra paurosamente forte dal punto di vista fisico, potente a rimbalzo ma anche molto tecnica e veloce e quindi, per molti versi, simile a Kansas.
Il leader della squadra è ovviamente Jared Sullinger che, come già detto, poteva essere una delle prime 3 scelte al Draft NBA dell'anno scorso ma ha voluto prolungare il suo soggiorno nel suo stato natale per portare a termine il suo obbiettivo di vittoria. Questo obbiettivo è condiviso anche dai suoi compagni di squadra che potrebbero non essere tra le prime scelte al prossimo Draft, forse non avranno nemmeno un futuro in NBA ma non per questo non vanno considerati, parliamo infatti di giocatori di livello assoluto come Deshaun Thomas e Aaron Craft. Thomas è un ala al secondo anno il cui compito sarebbe stato quello di prendere il posto di Sullinger una volta che quest'ultimo fosse partito per la NBA ma, quando ha saputo che Sullinger sarebbe rimasto ha iniziato a lavorare sul suo gioco per guadagnare minuti diventando così un ottima ala piccola con un pericoloso gioco perimetrale e fronte a canestro oltre che alla sua solita grande dote di rimbalzista. Thomas è stato il vero mattatore dei Buckeyes nei primi turni del Torneo NCAA e nelle ultime partite della stagione regolare grazie anche agli ottimi tiri che gli procurava (e continua a procurargli) l'altra stella della squadra: Aaron Craft, un playmaker incredibile e completo, un ottimo passatore con un buon tiro da 3 punti ma che non disdegna qualche penetrazione a centro area. La migliore dote di Craft però è la difesa, senza dubbio è il miglior esterno difensivo dell'intera NCAA sia per quanto riguarda la difesa sul pallone sia per quella lontano dalla palla, il suo gioco nella propria metà campo è spesso la differenza tra la vittoria e la sconfitta per Ohio State.
Non è stato ancora nominato il terzo miglior realizzatore della squadra: William Buford, una guardia all'ultimo anno che in tutte le sue quattro stagioni a Ohio State ha sempre mantenuto la doppia cifra di media,un giocatore di personalità in grado di segnare il tiro della vittoria allo scadere come ha dimostrato più volte, un tiratore sublime a cui non si può concedere nemmeno 20 centimetri, motivo per cui Releford di Kansas non potrà distrarsi nemmeno un secondo.
La gara contro Kansas sarà interessantissima, in primo luogo per la sfida a due tra Thomas Robinson e Jared Sullinger, una sorta di anteprima NBA ma non sottovalutiamo anche l'accoppiamento Buford-Releford, per non parlare di Craft che dovrà dividersi tra Elijah Johnson e Tyshawn Taylor. Non stupitevi se vedrete in campo il freshman Amir Williams per più minuti rispetto al solito, è infatti lui l'unico giocatore del roster di Ohio State a sfiorare i famigerati 7 piedi di altezza di Withey ed è anche il giocatore a lui più simile.
In poche parole, se vi piace la pallacanestro non potete non guardare questa partita.

Ricapitoliamo un attimo. Le grandi squadre che tutti si aspettavano in finale? Ci sono. La sorpresa? C'è. La rivalità storica? C'è. La storia struggente in stile film hollywoodiano? C'è. Interessanti temi tattici? Ci sono. Un palazzetto meraviglioso e gigantesco gremito in ogni ordine di posto? C'è anche quello. Cosa chiedere di più da una competizione di basket? Nulla, quasi impossibile trovare di meglio, quindi non ci resta che una cosa da dirvi: buone Final Four.

McDonald's All American Game, in campo le stelle di domani

di Claudio Pavesi
(Photo: Courtsesy / McDonald's)

Avete presente l’All-Star Game della NBA? Dovete sapere che non è l’unica partita delle stelle prestigiosa in America, ogni anno infatti, nel periodo delle Final Four della NCAA, l’attenzione degli appassionati di basket si sposta sul McDonald’s All American Game, la partita che mette a confronto i migliori giocatori del paese che frequentano l’ultimo anno di liceo e che, di conseguenza, si apprestano a entrare nel mondo del basket NCAA. Come nella NBA i 24 giocatori coinvolti si dividono in 2 squadre, Est e Ovest, in base alla posizione geografica del liceo che frequentano anche se non mancano strane particolarità come quella accaduta a Yogi Ferrell e Gary Harris: entrambi vivono a Indianapolis e giocano in due licei che distano tra loro circa 15 minuti di macchina ma la linea che divide Est e Ovest non ha avuto pietà e ha obbligato le due guardie a giocare per selezioni diverse. Nelle tabelle sottostanti potete vedere i roster con tanto di futura scelta universitaria anche se non mancano gli indecisi.

EAST TEAM
Name
Position
College
SF
UCLA
C
Syracuse
PG
Providence
PF
Kansas
PF
Memphis
SG
Michigan State
PF
Indeciso
PG
N.C. State
PF
Indeciso
SF
Kentucky
SG
N.C. State
SF
N.C. State

WEST TEAM
Name
Position
College
PF
Arizona
C
Baylor
PF
Indeciso
PG
Indiana
SG
Kentucky
PF
Arizona
SF
Indeciso
PG
North Carolina
PF
Indeciso
C
Texas
SG
Oklahoma State
SG
Duke

Ricordiamo che il McDonald All American Game non è l’unica competizione di questo genere per i campioni liceali ma è comunque la più prestigiosa anche se negli ultimi anni ha subito molti cambiamenti. La spiegazione migliore di questo cambiamento l’ha data Doc Rivers, allenatore dei Boston Celtics, ex partecipante di questa competizione e padre di un ex partecipante, Austin Rivers, guardia di Duke University: “Ai miei tempi non facevamo grandi trasferte con i nostri licei e non c’era internet, per questo motivo non ci conoscevamo tra noi quando ci incontravamo per questa partita e quindi ognuno era pronto a dare il 110% per dimostrare di essere il migliore. Ora tutti si conoscono già per via dei mille tornei a cui partecipano e il McDonald’s All American non è altro che uno spettacolo per il pubblico, uno show privo di difesa e ricco di schiacciate.”
Nonostante le parole pungenti di Doc Rivers il McDonald’s All American resta un grande spettacolo e anche quest’anno non ha deluso le aspettative grazie alla spumeggiante vittoria dell’Ovest per 106 a 102 sull’Est. La partita non è stato solo uno show ma c’è stata anche molta competizione dato che, dopo aver rimontato uno svantaggio di 23 punti, l’Est si è trovata praticamente punto a punto a 3 minuti dalla fine, cosa che ha scatenato la competitività e la voglia di vincere di ciascun ragazzo.
Senza molte sorprese la partita ha incoronato come MVP quello che è considerato il miglior talento d’America: Shabazz Muhammad. L’ala piccola del Nevada contesa tra UCLA, Duke, Kentucky e UNLV ha chiuso la partita con 21 punti (leading scorer) ma soprattutto è riuscito a mostrare le sue abilità segnando in ogni modo possibile ,dal tiro da 3 punti al post basso, dalla schiacciata al tiro dalla media, chiudendo con una prestazione che ha fatto ingolosire ancor più i quattro college rimasti a contenderselo. Il giorno prima Muhammad aveva vinto anche la gara delle schiacciate battendo in finale Archie Goodwin, talento già promesso a Kentucky dove raggiungerà Alex Poythress, secondo miglior realizzatore della serata che a fine partita, durante la conferenza stampa, ha esplicitamente chiesto a Muhammad di raggiungerlo alla corte di coach Calipari.
Shabazz Muhammad con palla in mano
(photo by Getty Images)

Altro nome in vista durante la partita è stato quello di Rasheed Sulaimon, futuro frequentatore di Duke, realizzatore di 18 punti con un ottima prestazione al tiro da 3 punti anche se quello che più ha colpito del ragazzo è stato l’atteggiamento da leader mostrato con l’abilità di segnare quando il momento è importante. Hanno colpito anche le sue parole quando ha dichiarato di voler dedicare la prestazione della serata a Trayvon Martin, talento cestistico di 17 anni deceduto in una sparatoria il 26 febbraio, il povero ragazzo era nel posto sbagliato al momento sbagliato.
A impressionare sono stati molti degli indecisi, oltre a Muhammad infatti anche altri talenti devono ancora scegliere il college come Tony Parker (10 punti e 7 rimbalzi), Amile Jefferson (8 punti e 4 rimbalzi) e Anthony Bennett, 9 punti e 6 rimbalzi per il lungo canadese a noi molto noto per essere il compagno di squadra del nostro connazionale Amedeo Della Valle. L’altro compagno di Della Valle impegnato nella sfida era Brandon Ashley, autore di una partita solida come è di suo solito. Purtroppo non è stato possibile vedere in campo l’ultimo indeciso, Devonta Pollard, considerato uno dei migliori 3 talenti liceali ma costretto alla panchina per via di un brutto colpo preso nell’allenamento di martedì. Per vederlo giocare bisognerà aspettare il 14 aprile, data del Jordan Brand Classic Game, altra tappa obbligatoria per i migliori liceali degli USA.
A uscire da vera vincitrice della serata però è stata North Carolina State, l’università che sorprendentemente schierava il maggior numero di All American nella partita, ben 3, le due guardie esplosive Rodney Purvis e Tyler Lewis oltre che l’ottima ala T.J. Warren. Lewis ha chiuso con 2 punti e 3 assist, Warren con 10 punti, 5 rimbalzi e 2 assist mentre Purvis ha guidato il gruppo dei futuri Wolfpacks con 15 punti e 3 assist ma non sono le statistiche a essere importanti, ciò che conta è il segnale che N.C. State ha lanciato, infatti ha dimostrato che anche una squadra di medio livello può essere estremamente competitiva nel recruiting e può insediare anche le grandi università come ha dimostrato appunto N.C. State quando ha strappato Purvis a Louisville. Purvis infatti aveva già ufficializzato il suo futuro a Louisville ma quando ha sciolto la lettera che lo legava alla squadra di Rick Pitino i Wolfpaks hanno dimostrato il loro valore nel recruiting e hanno strappato la guardia a squadre ben più prestigiose come Missouri e Kentucky.
Non è ancora finito il Torneo NCAA di quest’anno e siamo già pronti per l’anno prossimo, anche questa è la NCAA.

giovedì 29 marzo 2012

Siena perde (male) ad Atene. Ora l'Olympiacos ha il match point.

di Davide Quaranta
(Fonte: www.nanopress.it)
Per la serie "a volte ritornano", ecco che si rifà sotto l'incubo del Pireo, dove la Montepaschi Siena perse di 51 l'anno scorso. Questa volta la sconfitta è meno altisonante, ma se si confrontano i roster, il 75-55 non è poi così leggero.
La squadra di Pianigiani arriva ad Atene con l'obbligo di vincere almeno una delle due partite, evitando così un'eliminazione clamorosa, ma quello che li attende è un clima infernale (12mila gli spettatori contati sugli spalti ieri sera) e un super Kyle Hines, che con 15 punti e 9 rimbalzi stende i lunghi toscani non propriamente in serata di grazia e fissa il punteggio della serie sul 2-1.
Eppure la Montepaschi parte bene, portandosi subito sul 10-3 che costringe Ivkovic al time out istantaneo; al rientro i greci cominciano a carburare, fino a raggiungere il 14-12 della prima sirena di gioco.
Secondo e terzo periodo di gioco sono fatali ai senesi, che subiscono rispettivamente 18 e 16 punti, segnando solamente 9 a quarto, facendo così allargare il divario fino al - 18 (48-30 al 30'). Pochi sono i 30 punti in 30 minuti messi a segno dagli ospiti che, complice anche la buona difesa dei biancorossi di Atene, non vedono praticamente mai il canestro avversario, attaccando male e tirando peggio.
L'ultimo periodo è puramente "garbage time", dove le difese allentano un po' la pressione e gli attacchi cominciano ad attaccare con meno intensità, facendo tuttavia registrare il punteggio parziale di 27-25.
Per Siena c'è da cambiare intensità e, soprattutto, cercare di ridurre la differenza di rimbalzi presi durante la partita (49-29 in favore dei greci), evitando così di concedere secondi e terzi (e a volte anche quarti) tiri ad una squadra così reattiva e atletica. Se a questo si aggiungeranno gli apporti di Lavrinovic, Moss e Thornton, allora Pianigiani può pensare di allungare la serie, arrivando a giocare gara 5 tra le mura amiche del PalaEstra.

Al "Peace and Friendship" di Atene è passato solo il CSKA Mosca in questa stagione, ma, visto che abbiamo ricordato la serie di playoff dell'anno scorso, non dimentichiamoci che la MPS espugnò il Pireo solamente due giorni dopo l'umiliante -51 patito. Che sia di buon auspicio?


Per la serie "altri risultati", vi diamo il quadro generale dei playoff di Eurolega:
Barcellona 3-0 Unics Kazan (Barcellona già qualificato alle Final Four di Istanbul)
Maccabi Tel Aviv 2-1 Panathinaikos
CSKA Mosca 2-1 Bilbao


La Conad Bologna cambia marcia: ecco Perry e Ferrero

di Luca Ngoi

Fonte foto: dreamstime.com
Vista e considerata la quasi disperata situazione in classifica la Conad Biancoblu Bologna, altrimenti nota come Fortitudo, ha deciso di tornare sul mercato piazzando due colpi.
Quello più importante è quello relativo al playmaker Marque Perry, giocatore di grande esperienza internazionale avendo girato un po' tutta Europa e vantando anche un passato all'Olympiacos, mentre la sua ultima squadra è stata il Vef Riga in Lettonia, dove metteva insieme numeri per la verità piuttosto modesti: 7.2 punti con 1.8 assist in appena 17.7 minuti di impiego, ma appare chiaro che il giocatore ex Saint Louis University arriverà nella città delle torri per essere un leader vero e prendersi la maggior parte delle responsabilità offensive, cosa che non hanno saputo fare i vari Tre Kelley (ancora a roster al momento, probabile che a lui venga deputata la regia) prima e Robert Hite poi, sparito causa infortunio dopo un inizio davvero poco convincente. Un realizzatore come Perry, in passato decisivo anche in un Eurolega seppur di livello relativo con Lubiana nel 2010, dunque dovrà trascinare una squadra molte, troppe volte, apparsa senza un'identità ben precisa verso una salvezza che dopo la sconfitta di Imola sembra quasi una chimera. 
Unitamente all'arrivo del playmaker americano però c'è stato anche il prestito di Giancarlo Ferrero direttamente dalla Junior Casale, dove la guardia non stava trovando alcuno spazio. A livello di equilibri d'attacco l'ex piemontese non dovrebbe riuscire a cambiare molto, ma in Legadue il suo apporto sarà sicuramente più apprezzabile che in Serie A e comunque le sue doti principali sono quelle di realizzatore che comunque non disdegna la fase difensiva in virtù di un fisico da atleta sopra la media per il campionato cadetto. Forse queste due possono essere mosse disperate e probabilmente tardive per una squadra che latita quasi sul fondo della classifica, ma se le prossime due-tre partite dovessero dare risposte positive allora crederci, per società, squadra e tifosi diventerà un obbligo.

mercoledì 28 marzo 2012

La Top Ten della 9a di ritorno

                                                             di Francesco Beccio


La top ten della 9° giornata di ritornao di serie A.
VOTO 10. Marquis Green, a fil di sirena scaccia tutti i brutti pensieri in casa Scandone, sia societari che sportivi. Avellino incamera e ringrazia, perché pur non avendo le rotazioni necessarie gli uomini di Vitucci lottano sempre al massimo delle loro possibilità. Tanto di cappello.
VOTO 9. Cremona, in un sol colpo si toglie la soddisfazione di abbattere la mastodontica EA7 Milano, e conquistare una grande fetta di salvezza. Adesso sta alla società decidere se “emigrare” in altri posti, anche se le ultime dichiarazioni di Aldo Vanoli fanno ben sperare i tifosi bianco blu.
VOTO 8. Sassari, non è più una sorpresa ormai. Chi pensava che le 7 vittorie in fila degli isolani fossero mera fortuna, e che con la sconfitta a Teramo non sarebbe più riuscita a volare, si sbagliava di grosso. I ragazzi di Sacchetti cancellano Bologna al PalaSerradimigni e sognano in grande.
VOTO 7. Venezia, anche loro ottengono una vittoria bivalente: si vendicano della finale playoff dello scorso anno e agganciano le posizioni d’elite della Lega. Clark, Slay e Young sono inarrestabili e se sono la in alto, un motivo ci sarà!
VOTO 6. Pesaro, soffre un tempo contro Teramo, chiudendo il secondo quarto sotto di 7. Al rientro è Hickman show, complice la panchina corta degli abruzzesi, i biancorossi di Dalmonte prendono il volo e non si fanno più riprendere; avesse più continuità potrebbe insidiare le primissime posizioni.
VOTO 5. Milano, la solita carovana di grandi nomi che esce sconfitto da un PalaRadi tutt’altro che inespugnabile. I limiti di Milano sono ormai noti, e neanche l’esperienza di coach Scariolo è riuscita a riaprire il campionato, sempre più reindirizzato verso la Toscana.
VOTO 4. Casale, il solito incredibile e sfortunato finale. Nemmeno l’esperienza di Minard ha portato freddezza e killer instict ai piemontesi. Adesso è durissima salvarsi, ma il campionato non è finito. Obbligatorio crederci!
VOTO 3. Alessandro Gentile, gioca 18 minuti e segna solo 2 punti. Non è usuale per una promessa come lui. Da quando è arrivato in lombardia ha visto le proprie statistiche scendere progressivamente. Deve crescere mentalmente se vuole un posto far i grandi.
VOTO 2. Chris Douglas-Roberts, va a lui il premio di peggiore della settimana, le inconsuete percentuali sono: 28 minuti, 2 punti, 1/9 da 2, 0/1 da 3 con -6 di valutazione. Sembra la brutta copia del giocatore visto all’all-star game, anche se tutta Bologna, a Sassari, non è mai scesa in campo.

martedì 27 marzo 2012

Venezia vince e sogna. Casale perde malamente.

di Francesco Beccio



Altra sconfitta per Casale. Altro incredibile e palpitante finale al PalaFerraris. Il pubblico rossoblu accarezza per 39 minuti il sogno di ribattere la Reyer Venezia e di agganciare il treno salvezza. Dopo la gran coreografia offerta dagli spalti casalesi e la premiazione al grande ex Tommy Fantoni, si comincia. Casale comincia fortissimo in attacco e trova con i “tre tenori”(Shakur, Temple e Minard) grande fluidità in attacco, mentre la difesa tiene bene con Hukic e Chiotti. 14-4 al 5’ e time-out obbligato per Mazzon. Venezia si sveglia e con due magie di Clark e la presenza fisica di Szewczyk, si rimette in carreggiata: 24-20 al 10’. A inizio secondo quarto la Novipiù spinge sull’acceleratore e trova punti pesanti dalle mani di Malaventura e Minard, mentre Venezia risponde bene con Slay e Young, grande assente nella serie finale dello scorso giugno. Tanti errori dalla lunetta per i piemontesi che sprecano la chance di fuga prima dell’intervallo lungo: al 20’ è + 3 Casale(44-41). Al rientro dagli spogliatoi sale in cattedra Mustafa Shakur, che smista assist ai compagni e segna i suoi primi punti. Stop forzato in panchina per Hukic che, complice una botta al piede, lascia spazio a Martinoni, fin qui poco utilizzato nelle rotazioni dei piemontesi. Venezia trova canestri importanti dalla panchina con Rosselli e riesce per la prima volta a mettere il naso avanti, ma Casale, pur non trovando più tanta brillantezza, riesce a tenere il vantaggio alla fine del terzo periodo(64-63). Nell’ultimo quarto entra in scena Stevic, il centro serbo dei piemontesi rompe l’equilibrio e carica di falli i lunghi veneziani. I reyerini, come già fatto in altre occasioni della partita, ritornano in partita grazie ad un episodio che in questo caso è la bomba di Meini. I veneti sono di nuovo in gara e il match naviga in parità per tutta la seconda metà dell’ultimo periodo portandolo ad un intenso finale. Dopo il doppio errore ai liberi di Young, Casale trova un siluro di Minard, che a 90 secondi dalla fine piega l’equilibrio. Ma Venezia ha ancora la forza, mentale e fisica, di crederci e dopo il time-out, con un canestro di Rosselli e una grande tripla in transizione di Clark, la situazione è nuovamente cambiata. Casale sente la pressione e non riesce più a trovare la via del canestro facile, concedendo a Venezia la passerella finale con Szewczyk, che prima stoppa perentoriamente l’entrata di Pierich e poi segna i liberi della staffa che permettono ai lagunari di ottenere due punti pesanti. Finisce 85-90. Venezia conquista la seconda posizione in campionato, in piena corsa play off. Casale perde l’ennesima occasione di ritornare con prepotenza in corsa per non retrocedere. Domenica prossima i piemontesi riposano, sperando nella vittoria al PalaScapriano(Teramo) di Cantù, che se non arrivasse comprometterebbe quasi indelebilmente il cammino dei rossoblu per la corsa alla salvezza.

NOVIPIU' CASALE-UMANA VENEZIA 85-90
(24-20; 44-41; 64-63)

NOVIPIU' CASALE: Malaventura 9 (0/1, 2/3), Gentile 4 (0/2 da 2), Hukic 8 (1/1, 2/3), Pierich 3 (1/2, 0/2), Martinoni 4 (1/2 da 2), Chiotti 9 (4/7), Temple 10 (2/3, 2/7), Stevic 15 (3/4 da 2), Ferrero ne, Shakur 15 (6/11, 0/1), Minard 8 (2/8,1/3). All.: Valentini
UMANA VENEZIA: Clark 22 (4/6, 4/5), Allegretti ne, Causin ne, Slay 12 (6/7, 0/1), Szewczyk 14 (6/7), Meini 3 (1/1 da 3), Young 10 (3/6, 1/2), Fantoni 2 (0/1 da 2), Bowers 17 (3/4, 1/4), Rosselli 10 (1/4, 2/2), Magro, Bryan. All.: Mazzon.

lunedì 26 marzo 2012

NCAA Tournament, Elite Eight, South Region

Di Federico Bianchi.

La sfidante di Louisville alle Final Four è uscita dallo scontro tra i Kentucky Wildcats e i Baylor Bears, valido per il titolo della South Region.
I Bears entrano in campo da sfavoriti, ma nonostante i primi due canestri della partita siano di Kentucky con Anthony Davis, il giocatore dell'anno del college basket, riescono a mettere in campo tanta energia, soprattutto con i due Quincy, Acy e Miller, che portano Baylor in vantaggio sul 10-5, che però sarà il massimo vantaggio di Baylor nella partita.
Dopo il 10-5 dei primi 5 minuti però Kentucky inizia a stringere le viti in difesa e giocare la sua pallacanestro, fatta di una fisicità travolgente e di contropiede.
Il gioco dei Wildcats diventa travolgente e i ragazzi di coach Calipari mettono a segno un parziale allucinante di 16-0 in meno di cinque minuti, guidati dai canestri di Michael Kidd-Gilchrist, il migliore per Kentucky nel primo tempo (autore nella prima frazione di 17 dei suoi 19 punti finali).
Dopo cinque minuti di carestia totale Baylor torna finalmente a segnare con Quincy Acy, l'unico giocatore di Baylor che mostra un po' di energia nel primo tempo (alla fine 22 punti e 8 rimbalzi), ma il parziale di Kentucky ha segnato la partita e i Wildcats giocano tutto il primo tempo sul velluto in totale controllo.
Kentucky continua a giocare bene e a segnare con i soliti sospetti Kidd-Gilchrist e Anthony Davis e chiude la prima frazione di gioco con 20 punti di vantaggio sul 42-22.
La partita sembra ormai compromessa, soprattutto per il linguaggio del corpo mostrato dai Bears nel primo tempo, che mostrava una squadra scioccata dallo strapotere fisico e tecnico dei Wildcats.
Nel secondo tempo però uno scontro fortuito tra Anthony Davis e Perry Jones provoca momenti di paura per i tifosi dei Wildcats, che vedono la loro stella col numero 23 rimanere a terra per poi essere costretto a lasciare la gara per qualche minuto a causa di una botta al ginocchio.
L'assenza di Davis da un minimo di slancio a Baylor, che prova una reazione contro una Kentucky che per qualche minuto è sembrata più preoccupata per Davis che concentrata sulla partita.
Kidd-Gilchrist esce dalla paritita, offensivamente parlando, mentre per Baylor si sveglia Perry Jones, il giocatore sicuramente più discusso della stagione e, probabilmente anche il miglior talento della squadra. Jones, dopo aver segnato solo 2 punti nella prima frazione prende ritmo offensivo nel secondo tempo, mettendo a segno una serie di canestri che danno un po' di morale ai suoi.
Anthony Davis però rientra nella partita, ripresosi dall'infortunio, ricominciando a dettare legge sotto i canestri con due stoppate in tre azioni e ridando fluidità alla manovra di Kentucky, che ricomincia a giocare in transizione. La reazione dei Bears viene quindi vanificata dalla prossima prima scelta assoluta del draft NBA, che, aiutato anche da Terrence Jones e Doron Lamb, silenti nel primo tempo, ma entrambi in doppia cifra nel secondo, riporta il vantaggio di Kentucky a 18 punti sul 53-71.
Gli ultimi minuti di partita sono una serie infinita di tiri liberi per Kentucky, la maggior parte dei quali messi a segno, intervallati dai canestri di Perry Jones (che chiude la partita a quota 17) e di Pierre Jackson, che però si "scatena" solo quando la partita è già in archivio.
La super-prestazione nel primo tempo di Kidd-Gilchrist e la partita da vero gladiatore di Anthony Davis (autore alla fine di 18 punti, 11 rimbalzi e 6 stoppate) consegnano quindi alla squadra di Calipari l'accesso alle Final Four di New Orleans, dove affronteranno i Louisville Cardinals di Rick Pitino, in una delle rivalità più accese del college basket.
Ora il quadro delle Final Four è quindi completo, con Louisville, Kansas, Ohio State e Kentucky pronte a darsi battaglia per il titolo di campioni della Division One 2012 tra una settimana a New Orleans.
Rimanete collegati sul blog ovviamente, perchè il meglio della March Madness deve ancora venire e noi saremo qui a raccontarvelo.

NCAA Torunament, Elite Eight, West Region.

Di Federico Bianchi.

Siamo finalmente giunti alle Elite Eight con i nostri recap del torneo NCAA, in particolare la finale della West Region tra i Louisville Cardinals e i Florida Gators, che ha deciso la terza partecipante alle Final Four di New Orleans.
La partita ha inizio con Florida che cerca di imporre il suo ritmo di gioco, con un parziale iniziale di  7-0 che sembra mettere subito in difficoltà Louisville, ma i giocatori di coach Rick Pitino non mollano e dopo aver subito la prima ondata dei Gators tornano alla grande a contatto con un contro-parziale di 10-0 che li porta addirittura in vantaggio sul 10-7 dopo l'inizio difficile.
L'equilibrio sembra dunque ristabilito, ma l'attacco di Florida continua ad essere decisamente in forma e, nonostante Louisville riesce a non rendere lo svantaggio troppo pesante, i Gators continuano a imporre il loro ritmo, grazie anche alle ottime percentuali al tiro da tre (Florida chiuderà il primo tempo con un impressionante 8-11 da tre).
I giocatori decisivi per Florida nei primi venti minuti di gioco sono l'ottimo Bradley Beal (che probabilmente verrà scelto al prossimo draft NBA con una chiamata piuttosto alta), autore già di 8 punti nel primo tempo, supportato da Erik Murphy ed Erving Walker, che con le loro triple sono riusciti ad aprire la difesa di Louisville, che si era rivelata letale nella precedente gara dei Cardinals contro Michigan State.
Le difficoltà della squadra di coach Pitino nel primo tempo derivano da un attacco piuttosto macchinoso con tanti possessi in post basso a cercare Gorgui Dieng, che però in questo primo tempo si è rivelato poco produttivo, all'intervallo il risultato vede Florida in controllo sul 41-33.
Nel secondo tempo però la partita cambia volto, le percentuali di Florida al tiro da tre si abbassano drasticamente e Louisville torna a contatto dopo solo 3 minuti quando Chane Behanan segna il canestro del meno tre sul 43-40.
Lo stesso Behanan sarà protagonista in tutto il secondo tempo, infatti offrirà a Louisville l'alternativa offensiva sotto le plance che serviva vista la non buona serata di Dieng (Behanan chiuderà con 17 punti e 7 rimbalzi).
Nonostante la percentuale da tre in discesa Florida riesce però a mantenere la testa della gara nella prima metà del primo tempo, fino a tornare a più 7 a 11 minuti dalla fine.
Porprio in questo frangente coach Rick Pitino prende, forse intenzionalmente, un fallo tecnico dopo che sono stati fischiati due falli consecutivi al suo playmaker Payton Siva, permettendo a Erving Walker di tirare e realizzare 4 tiri liberi (due per il tecnico e due per il fallo di Siva) che portano il risultato sul 58-47.
Sul più 11 l'inerzia della gara sembra tutta in mano ai Gators, ma il tecnico preso da Pitino ha scosso i suoi ragazzi, che hanno una reazione formidabile, guidata dal solito Behanan e dal protagonista che non ti aspetti: Russ Smith.
Negli ultimi dieci minuti di partita Smith è indemoniato e con una serie incredibile di canestri (molti dei quali più da playground che da Division One) riporta Louisville a meno 2, rimonta che poi verrà completata da Behanan sul 66 pari a tre minuti dalla fine.
Florida cerca un'ulteriore reazione con un canestro di Boynton, ma un altro tiro di Behanan e i tiri liberi di Russ Smith mettono la parola fine alla contesa sul 72-68, regalando a coach Pitino il titolo della West Region e l'accesso all'ennesima Final Four.
Esce dal torneo a testa alta Florida, che da testa di serie numero 7 ha raggiunto le Elite Eight, ma coach Billy Donovan non riesce a sfatare la maledizione di Pitino, suo mentore contro cui non ha mai vinto.
Louisville arriva quindi alle Final Four, dove affronterà la vincente della South Region, rimanete collegati con Basketzone per scoprire chi sarà l'ultima squadra che si giocherà tutto a New Orleans.

Jam Camp, per un estate da campioni all'insegna della pallacanestro!


Il BASKET JAM CAMP è uno dei principali Camp europei sia dal punto di vista del numero di partecipanti che per quanto riguarda prestigio delle locations e competenza dei tecnici. Il BASKET JAM CAMP infatti è una realtà che dal 1997 ha visto la partecipazione di migliaia di giovani atlete e atleti che, sotto la guida dei migliori allenatori e deI più grandi giocatori di serie A e di NBA, hanno passato la propria estate divertendosi giocando a pallacanestro. Dan Peterson, Gianmarco Pozzecco, Danilo Gallinari, Mason Rocca, Andrea Michelori e Denis Marconato sono solo alcuni dei grandi ospiti che si sono allenati con i partecipanti al Camp in questi anni. Il BASKET JAM CAMP 2012, sotto la direzione tecnica dello staff dei DENVER NUGGETS, prevede tantissimi ospiti illustri del mondo della pallacanestro italiana, europea e americana oltre a diverse tappe di grande prestigio.
Inoltre, per coloro che si iscriveranno al Camp tramite noi sono previste una serie di sconti e agevolazioni sui prezzi standard:



Tra le Alpi Apuane e il Parco delle Cinque Terre, al confine tra Toscana e Liguria, è collocata Marina di Massa, capace di offrire ai suoi ospiti il piacere del mare a due passi dalla montagna.
Al Villaggio Torre Marina, delimitato da 200 metri di spiaggia finissima e al centro di un parco di pini marittimi di oltre cinque ettari, i colori e i profumi sono quelli di una vacanza a stretto contatto con la natura. Le residenze Pineta, Mimosa, Tamerici, Torre e Terrazza propongono una confortevole accoglienza per ospiti di ogni età ed esigenze diverse.
Il Villaggio offre inoltre una sala da pranzo affacciata sul mare, un teatro di 600 mq attrezzato per video-proiezioni e convegni, aule per attività didattiche e di laboratorio, campi sportivi, ed una grande piscina nel cuore del parco.
Dalla struttura si accede direttamente alla spiaggia privata attrezzata con sdraio ed ombrelloni e docce (comprese nel prezzo).
L’ampia pineta con piante secolari è solo un invito a partire per escursioni naturalistiche di grande interesse: le Cinque Terre e il Golfo dei Poeti ma anche i sentieri delle vie del Marmo, sulle Alpi Apuane e la Lunigiana.
A breve distanza le principali città d’arte toscane offrono ulteriori possibilità per interessanti escursioni. Cortesia e professionalità completano l’offerta di una vera vacanza en plein air.
L’attività agonistica sarà svolta sui campi allestiti presso lo splendido e avveniristico impianto della Fiera di Carrara, che si trasformerà come ormai da tradizione in un gigantesco playground capace di ospitare sino a 15 campi affiancati, ideali per lo svolgimento delle attività tecniche, degli allenamenti e dei tornei.
A soli 43 km da Bari Monopoli è uno dei centri turistici principali della Puglia, che si affaccia su una delle più belle coste del sud-Italia.
Tra le città costiere della Puglia, Monopoli rappresenta uno dei porti più attivi e popolosi della regione sull’Adriatico. Il suo caratteristico centro storico di origine alto-medievale, sovrapposto ai resti di un ricco abitato Messapico fortificato già nel V sec. a.C., si affaccia sul mare, circondato da alte mura.
Monopoli è anche detta la città delle cento contrade. L’agro infatti è diviso in varie località denominate contrade, i cui toponimi rievocano antichi casali scomparsi, la presenza di una masseria, di una chiesa o altri riferimenti storico-geografici.
Il Villaggio Torre Cintola, situato in Località Capitolo (a soli 6 Km da Monopoli) è uno splendido complesso 3 stelle che dispone al suo interno di tutti i campi da gioco necessari per lo svolgimento del Camp. Per vedere la sito ufficiale del villaggio vai su: http://www.mareneve.it/torrecintola.php
Considerata una delle più ridenti località di mare della costa est della Sicilia, se non la più in, il turismo di Giardini Naxos sfrutta molto la vicinanza con la splendida Taormina. E’ inoltre una delle località in cui messinesi e, in misura maggiore, catanesi amano villeggiare per il periodo estivo.





Giardini ha inoltre un caratteristico porticciolo, capace di ospitare barche anche di certe dimensioni, che è usato anche per portare sulla terraferma i turisti che scendono dalle navi da crociera.
Giardini Naxos fu la prima colonia greca della Sicilia, fondata nel 735 a.C. Questa splendida località non è solo culla di antiche civiltà mediterranee, ma anche centro turistico d’avanguardia nel sud d’Italia.
In questo splendido contesto naturale, a pochi passi da un mare da favola, sorge l’Holiday Club Naxos ***s, composto da 252 appartamenti, immersi nel verde.
L’Holiday Club è il luogo adatto per trascorrere le vostre vacanze, ma anche per un breve break ristoratore. La sua animazione, i servizi wellness e la genuina cucina renderanno indimenticabile il vostro soggiorno.
Tutti i partecipanti al Jam Camp soggiornano in questo meraviglioso villaggio turistico con sistemazione in splendide ville a due piani con 3-4 letti e servizi privati.
L’Holiday Club, insieme all’Hilton Hotel, prestigioso complesso della celebre catena di alberghi, è anche a disposizione per ospitare parenti, accompagnatori e amici al seguito, che potranno usufruire di trattamenti convenzionati molto vantaggiosi.
Per visitare il sito ufficiale dell’Hilton Hotel vai su: http://www1.hilton.com/en_US/hi/index.do
Per visitare il sito ufficiale dell’Holiday Club vai su:
* Al momento dell’arrivo si dovrà sottoscrivere la tessera club (20 €)


La quota d’iscrizione è comprensiva di:
  • Attività tecnica e sportiva
  • Pensione completa
  • Assicurazione
  • Completo tecnico da gioco (maglia + pantaloncino)
  • Completo d’allenamento (maglia + pantaloncino)
  • Zainetto, cappellino e borraccia
Il Camp è rivolto a ragazzi e ragazze dagli 8 ai 19 anni.
La sicurezza dei ragazzi è al primo posto: ogni 12 partecipanti sono previsti 1 allenatore + 1 assistente. E’ prevista inoltre un’assistenza medico sanitaria 24h su 24h con pronto soccorso all’interno del villaggio e servizio di assistenza fisioterapica sui campi.
Verranno organizzati (per coloro che lo desiderano) i viaggi di raggiungimento delle varie locations con accompagnatori dello staff Jam Camp.
Grazie all’esclusiva collaborazione con Jam Camp inoltre genitori, parenti e accompagnatori dei partecipanti avranno la possibilità di poter soggiornare presso strutture selezionate in ognuna delle locations dove si svolge il Camp a prezzi super-convenienti. VIVI LA TUA VACANZA DA SOGNO SOLO CON JAM CAMP !
Link utili:

FAQ
- Cosa devo mettere nella valigia di mio figlio?
Il soggiorno dura una settimana e i ragazzi si allenano quasi tutti i giorni sia la mattina che il pomeriggio. I capi e le quantità che possiamo consigliare sono i seguenti (naturalmente sono indicativi) :
7 mutande, 10 calze o calzettoni di spugna, 4-5 pantaloncini da gioco, 5 T-shirt da gioco o canotte, 1 paio di scarpe da gioco, (noi daremo loro due completi da gioco composti da pantaloncino e canotta/t-shirt), abiti per la sera e il tempo libero come pantaloni, jeans o bermuda, (se ragazze naturalmente anche gonne, vestitini o altro a piacere), 5 magliette per il tempo libero e le attività serali, 3 costumi, 2 asciugamani mare/accappatoio, un paio di felpe, un golfino e un giubbino per la sera, pigiama, materiale per l’igiene personale, crema solare, fazzoletti di carta, ciabatte per la camera, ciabatte da mare, scarpe/ciabatte/sandali per il tempo libero, un ombrellino/k-way, un sacchetto per la biancheria sporca.
- Nella struttura mio figlio ha la possibilità di lavare i propri vestiti?
La struttura non offre servizio di lavanderia, proprio per questo consigliamo di fornire i ragazzi di più cambi così da essere coperti per l’intero periodo del soggiorno.
In caso di necessità i ragazzi devono provvedere personalmente al lavaggio degli indumenti di cui hanno bisogno (tutte le camere hanno il bagno interno in modo da lavare eventualmente mutande o calzini).
- Che tipo di certificato serve?
Serve il certificato di sana e robusta costituzione rilasciato per attività sportiva dal proprio medico curante.
- Che documenti devo consegnare a mio figlio?
Per il viaggio in aereo è indispensabile il documento di identità valido.
Per il soggiorno il ragazzo dovrà avere il certificato medico di sana e robusta costituzione, la stampa firmata della mail di avvenuta iscrizione con la scheda sanitaria (da compilare dal sito www.jamcamp.it).
- Quanti soldi devo dare a mio figlio?
Il soggiorno è tutto incluso. Siamo però sempre in un villaggio sito in località turistiche, quindi i soldi servono per dare modo ai ragazzi di acquistare un gelato o altri snack, un gadget o un souvenir in ricordo della vacanza sportiva trascorsa.
- Posso telefonare a mio figlio? In quale fascia oraria?
E’ possibile telefonare ai propri figli, se dotati di cellulare, negli orari in cui non si svolgono allenamenti, pranzo e cena. Le fasce orarie sono: dal dopo pranzo fino all’inizio degli allenamenti pomeridiani (14.00 – 15.45), poco prima di cena (19.00 – 19.45) e dal dopo cena in poi (dopo le 21).
- Posso venire a trovare mio figlio?
Si, previo accordo con l’organizzazione.
- A chi posso rivolgermi per avere informazioni su mio figlio e sulle attività che svolge ?
Per ogni domanda, necessità, chiarimento o in caso in cui il ragazzo non dovesse rispondere al proprio telefono cellulare, è possibile chiamare il numero 393.9161958 oppure inviare una mail all’indirizzo di posta volley@jamcamp.it
- C’è un medico nella struttura?
Si, c’è un presidio medico all’interno del villaggio, predisposto proprio per i ragazzi. E’ per questo che è necessario compilare la scheda sanitaria in modo dettagliato e corretto.
- Durante il periodo di soggiorno c’è modo di vedere foto delle attività svolte?
Si. Saranno pubblicate sulle nostre pagine facebook e sul nostro sito www.jamcamp.it
- Sono previste escursioni o gite?
Per il soggiorno di Marina di Massa si può prevedere una gita a Marina di Massa.
Stesso discorso per Giardini Naxos per l’ eventuale gita a Taormina.
Gianluca Sacchi 340 5239936
Stefania Vaghi 347 8935350
sacchigia@yahoo.it
  1. Contattare i responsabili (tramite i contatti segnalati)
  2. Effettuare il versamento della caparra pari a 100,00 € direttamente ai responsabili di Pavia (la caparra sarà interamente restituita fino a 7 giorni dalla partenza). Il saldo è previsto nei 4/5 giorni precedenti la partenza.
  3. Compilare la Scheda d’iscrizione con i dati personali del partecipante, la Scheda Sanitaria con le informazioni riguardo l’assunzione di medicinali, allergie e/o patologie particolari (fornite dal dirigente a cui si versa la caparra).
  4. Terminata la procedura d’iscrizione, nel giorno indicato per il saldo, firmare i moduli che saranno presentati dai responsabili e consegnare un certificato medico valido di sana e robusta costituzione per la pratica di attività sportiva non agonistica (rilasciato dal proprio medico di famiglia o dal medico sportivo della propria società di appartenenza).
  5. Iscrizione avvenuta.