mercoledì 20 giugno 2012

Miami sul 3-1 ad un passo dal titolo, ma che paura per LeBron


di Claudio Pavesi
Mario Chalmers con il suo pubblico sullo sfondo, è lui l'eroe di giornata
Photo by Mike Ehrmann / Getty Images

Gara 4 ancora a Miami, per i Thunder è come una gara 7 perchè nessuno ha mai rimontato uno svantaggio di 3 gare a 1, la più classica situazione da "do or die" come direbbero gli americani. Le parole servono a poco, serve giocare quindi corriamo all'interno dell'American Airlines Arena e prepariamoci alla palla a due.
Il primo quarto si può riassumere con tre lettere: OKC. I Thunder cominciano con le marce altissime, dopo quattro minuti si ritrovano sul 13 a 3 e sembra solo l'inizio, i minuti passano e tutti sembrano essere in serata come dimostra il fatto che anche i grandi difensori della squadra, Sefolosha e Collison,  vanno più volte a segno meravigliando non poco il pubblico e la panchina di Miami. Oklahoma City tocca anche il +17 ma chiude il quarto 33-19 tirando con il 63,5% con Durant da 8 punti ma la vera chiave di questo inizio è Westbrook, 10 infatti sono i suoi punti anche se ciò che più colpisce è l'onnipotenza offensiva del numero 0, davvero inarrestabile soprattutto nel tiro dalla media distanza.
Prima dell'inizio del secondo quarto Pat Riley viene onorato del Chuck Daly Lifetime Achievement Award, un premio dell'associazione allenatori della NBA che premia lo "standard di integrità, l'eccellenza nella competitività e il continuo miglioramento e promozione della pallacanestro", un premio importante perchè dedicato allo storico rivale-amico di Pat Riley e cioè Chuck Daley, lo storico allenatore anche del Dream Team di Barcellona 1992 che proprio quest'anno festeggia il ventennale. Ironico che a premiarlo sia stato Rick Carlisle, proprio l'allenatore dei Dallas Mavericks che l'anno scorso vinse il titolo NBA proprio i danni degli Heat di Riley.
LBJ portato in panchina dolorante
Photo by Getty Images
Finito il bel siparietto si torna alla partita che, seguendo il trend della serie, subisce un duro parziale che cambia il corso del match: gli Heat infatti infilano un parziale da 16-0 guidato da due triple di Norris Cole a cui sono seguiti 3 punti di James Jones e 3 punti di Mario Chalmers. Non sono impazzito e non ho sbagliato a scrivere, è stato proprio il supporting cast degli Heat ha ribaltare la situazione sotto la guida però di LeBron James nel ruolo di direttore d'orchestra dato che a metà del secondo quarto è già a quota 7 assist. Il pubblico di casa si spaventa quando Wade, in seguito a una stoppata di Ibaka a suo danno, cade male sull'osso sacro, al momento sembra un duro colpo ma tutto si risolve nel migliore dei modi: solo una botta per Flash che può tornare subito sul parquet. Miami continua a macinare punti e Brooks prova a rimediare usando il quintetto basso con Westbrook, Fisher, Sefolosha, Harden e Collison che tanti miracoli fece in Gara 1 ma senza molti risultati, il quaro si chiude 49-46 per i Thunder che devono ringraziare un grande Westbrook ed i suoi 18 punti tirando 9/15 dal campo.
Il terzo quarto, come spesso succede, è il momento decisivo della sfida ed è proprio in questo periodo che le redini del match passano definitivamente nelle mani degli Heat. Durant spende nel primo minuto un fallo piuttosto inutile che lo condiziona difensivamente (cosa fin troppo frequente in questa serie) mentre gli Heat tengono fede al loro nome restando "caldi", difficilmente sbagliano un tiro, nel solo terzo quarto infatti Wade mette a segno 10 punti e Chalmers ne realizza 7 senza dimenticare il solito Shane Battier, oggi meno decisivo del solito ma comunque importante, sua una tripla fondamentale nel quarto e molto buono anche il lavoro difensivo con cui riesce ad innervosire Westbrook che però riuscirà comunque a realizzare 8 punti nel quarto. Durant realizza 10 punti nel quarto ma l'atteggiamento non è quello delle serate migliori e in difesa è piuttosto impalpabile, al contrario James è molto deciso a portare a casa il risultato, segna tutti gli ultimi 8 punti di squadra e si prepara all'ultimo quarto con 20 punti, 9 rimbalzi e 12 assist a referto ma ciò che più impressiona è lo sguardo deciso e lo sforzo difensivo. Il problema dei Thunder ha un nome e un cognome e stranamente è quello di James Harden, davvero fuori fase in attacco e disastroso in difesa, demolito in post basso da LeBron James. Nonostante tutto OKC chiude in svantaggio solo di 4 punti sul 79-75, un vero affare per come stava giocando anche se devono solo ringraziare Miami per essere ancora in partita, gli Heat infatti, come troppo spesso fanno, hanno abusato di alcuni attacchi statici che non hanno portato a nulla di buono e hanno aiutato i Thunder a restare in gioco.
L'ultimo periodo continua ad essere firmato dalla squadra di casa anche e soprattutto per la giornataccia di Harden che riesce a sbagliare praticamnte ogni tiro tentato, tra questi addirittura una schiacciata in contropiede. Per Miami il leader ormai è Mario Chalmers, la sua mano ormai è rovente tanto che chiuderà segnando 12 punti nel quarto mentre a tenere a galla OKC ci pensa Westbrook, per lui un parziale da 13 punti consecutivi in poco più di cinque minuti tirando 5/5 dal campo e 3/3 ai liberi, giocate che riportano i Thunder sul -2 con meno di cinque minuti sul cronometro. All'incirca in contemporanea con il pareggio firmato Kevin Durant accade un fatto che lascia il mondo col fiato sospeso: James cade e resta a terra dolorante, si tiene il ginocchio e deve tornare in panchina sorretto dai medici, potrebbe essere un crampo ma anche una lesione al ginocchio, l'American Airlines Arena trema. LeBron non riesce a stare fuori e ritorna in campo con i suoi sotto di 2 punti anche se vistosamente zoppicante. Al suo ritorno Miami si porta sul +5 grazie ad un parziale di 7-0 il cui simbolo è una clamorosa tripla di Lebron James presa su una gamba sola da fermo, una vera prodezza. Successivamente Westbrook riesce a riportare i suoi sul -3 ma, dopo aver difeso bene, è proprio il numero 0 ha commettere un fallo intenzionale deleterio e inutile a due secondi dallo scadere dei 24 di Miami che permette a Chalmers di chiudere la partita ai liberi e, di conseguenza, di sigillare la terza vittoria nella serie, Miami ora è ufficialmente sul 3-1 dopo la vittoria per 104-98.
LeBron costretto alla panchina dall'infortunio
Photo by Ronald Martinez / Getty Images
Miami è stata molto convincente, ottima la sua difesa e la sua circolazione di palla, è sembrata una squadra vera e propria e non solo le solite due stelle e un ammasso di corpi al loro fianco, i migliori infatti sono stati LeBron James (26 punti, 9 rimbalzi e 12 assist con il 50% dal campo) e Chalmers (25 punti, 2 rimbalzi e 3 assist con il 9/15 dal campo), ottimo anche Wade. OKC dal canto sua ha fatto piuttosto male: Durant (28 punti e 2 rimbalzi tirando 9/19) ha inciso meno di quanto dica il tabellino, malissimo anche Perkins (4 punti e 3 rimbalzi) e Harden (10 rimbalzi ma 8 punti tirando 2/10), molto bene invece Collison, enciclopedico in difesa, e Westbrook che ha registrato 43 punti con 7 rimbalzi e 5 assist tirando 20/32 dal campo, una prestazione quasi perfetta se non fosse stato per quel fallo pazzo  negli ultimi secondi che, di fatto, ha tolto a OKC la possibilità di paregggiare con l'ultimo tiro.
Nessuna squadra ha mai rimontato dal 3-1 in una serie finale ma mai dire mai anche se coach Spoelstra ha confermato che il problema di LeBron James era solo un crampo e di conseguenza sarà al pieno delle forze in Gara 5.

Miami Heat - Oklahoma City Thunder 104-98 (33-19; 49-46; 75-79; 98-104)
Miami Heat: James 26, Chalmers 25, Wade 25, Bosh 13, Cole 8, Battier 4, Jones 3, Haslem, Miller.
Oklahoma City Thunder: Westbrook 43, Durant 28, Harden 8, Collison 6, Sefolosha 5, Ibaka 4, Perkins 4, Fisher.

Nessun commento:

Posta un commento