di Luca Ngoi
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Altra sera, altro appuntamento con le novità dei playoff in
Serie A. Come al solito sono due le gare disputate in serata, quella tra Milano
e Venezia, che ha visto la vittoria dei lombardi proprio sul filo del rasoio
per 80-82 e quella, più netta, di Pesaro in casa contro Cantù per 91-78
riaprendo così la serie sul 2-1. Chiude invece i conti Milano che è la prima
semifinalista del campionato e avrà qualche giorno in più per riposare e
aspettare la vincente proprio della serie tra gli acerrimi nemici canturini e i
marchigiani. Ma non perdiamo ulteriore tempo e andiamo a trarre qualche
considerazione sulle partite di oggi con un occhio anche alle altre.
Le ultime due partite di Venezia dimostrano come la squadra
intera stia imparando pian piano a giocare ad un livello mai sperimentato. Coach
Mazzon allena una squadra in cui le responsabilità sono divise equamente. Nell’ultimo
atto della serie, al Palaverde i veneti hanno mandato quattro giocatori in
doppia cifra e Szewczyk ha chiuso con 9 punti e 5 rimbalzi. Dell’importanza di Rosselli
vi abbiamo già raccontato ieri (anche stasera 13 punti e 8 rimbalzi), ma una
cosa è certa: continuando con questo progetto e confermando le pedine chiave un
altro anno ad alti livelli in Laguna è più che possibile.
Con questa per Milano fanno undici vittorie consecutive (4-1
stagionale con Venezia), una striscia importante che dimostra come la squadra
sia migliorata nel gioco di squadra col passare della stagione e anche i vari
innesti (Bremer prima e Dentmon ora) hanno saputo adattarsi alla perfezione
nello scacchiere di coach Scariolo, come dimostra un dato impressionante: in
questa striscia il 57.8 percento dei canestri sono stati assistiti, e crediamo
che non ci possa essere notizia migliore per un coach a qualsiasi livello. Le buone
novelle però non finiscono qui perché, sempre all’interno della winning streak
milanese la squadra ha tirato con quasi il 60 percento da due (59.8 per la
precisione) e con il 41.3 dalla lunga distanza. Numeri destinati a diminuire
con l’alzarsi della competizione, ma che sicuramente mettono fiducia.
Pesaro si gioca tutto all’Adriatic Arena, ormai è chiaro. La
squadra di coach Dalmonte veniva da due sconfitte pesanti in cui è stata poco
in partita con Cantù, soprattutto in gara 2 durante la quale la squadra è stata
surclassata in tutto e per tutto tirando con un orrendo 15.4 percento da 3
(2\13) e non trovando supporto da nessuno dei propri big, ma forse soprattutto
dai suoi “gregari”. Il caso più eclatante? Daniel Hackett, passato dai 3 punti
in 32 minuti con un agghiacciante -22 di plus\minus ad un decisamente più
accettabile rendimento di 9 punti in 29 minuti con 3 assist e +10 con lui in
campo. L’aria di casa fa miracoli, e in
questo caso può riaccendere la serie.
Cantù ha avuto comunque più di una chance per vincere anche
gara 3 e chiudere la serie. Ben quattro gli uomini in doppia cifra, con un
ottimo Greg Brunner da 18 e 8 rimbalzi, Mazzarino presente all’appello e se
vogliamo farne una questione di palle perse e mal trattamento della sfera anche
qui vincono i canturini: 16 perse contro le 19 dei padroni di casa, che però
hanno saputo imporre meglio il proprio ritmo. Ci si poteva e ci si doveva però
aspettare un rendimento migliore da Gianluca Basile, limitato a soli 6 punti
(comunque uno in più rispetto a gara 2) ma con un poco incoraggiante -20 al
solito plus\minus. Sono mancate le sue giocate di energia, che solitamente
spezzano la gara per coach Trinchieri, ma è proprio nelle gare più difficili
che il Baso di solito esce allo scoperto, quindi occhio a gara 4.
Chiudiamo infine con una nota di colore: un plauso alla Legabasket,
che dimostra di stare al passo coi tempi rendendo sempre più interattiva e
importante l’esperienza della post season tramite l’ormai obbligatorio account
su Twitter, dove è possibile partecipare e dire la propria attraverso l’hashtag
“imieplayoff”, un canale Youtube ma soprattutto rinnovando il look del proprio
sito internet, dove si possono trovare, oltre alle gallerie fotografiche e alle
statistiche d’ordinanza anche dei resoconti dettagliati partita per partita e
serie per serie. L’NBA è un’altra cosa, ma la volontà di arrivare sempre più in
alto c’è.
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