di Federico Bianchi e Claudio Pavesi.
Fonte: www.streetball.com |
Dopo avervi raccontato tutte le partite del torneo NCAA 2012 ci prepariamo insieme alle tanto attese Final Four regalandovi questo articolo, scritto a quattro mani per l'occasione, grazie al quale potrete arrivare a seguire l'evento conclusivo della March Madness, preparatissimi sui temi più importanti riguardanti le quattro squadre che calcheranno il campo del Louisiana Superdome che vedete nella foto. Iniziamo ora l'analisi delle quattro squadre, partendo dai favoriti.
KENTUCKY WILDCATS
La squadra di coach John Calipari arriva alle Final Four con i favori del pronostico, dopo una regular season esaltante da una solo sconfitta, e un torneo nella quale ha dimostrato in ogni partita una superiorità quasi imbarazzante.
Le ultime edizioni della squadra bianco-blu sono state tutte ricche di talento, ma non hanno mai raggiunto il titolo.
Anche quest'anno il roster a disposizione di Calipari farebbe invidia a diversi coach della Division One, potendo contare su un mix di talento e forza fisica impressionante, grazie alla prossima prima scelta assoluta del Draft, Anthony Davis, giocatore dell'anno della Division One, oltre che difensore dell'anno, accompagnato da altri due freshmen di grande talento come l'ala Michael Kidd-Gilchrist e il playmaker Marquis Teague.
Le squadre di Calipari tuttavia sono sempre state caratterizzate dalla presenza di freshman di grande talento (vedi John Wall, DeMarcus Cousins, Brandon Knight, ecc.), ma quest'anno tra i Wildcats ci sono anche due giocatori con un anno in più di esperienza al torneo come Terrence Jones e Darius Miller, che possono essere decisivi in un contesto come quello delle Final Four.
Il gioco di Kentucky fin'ora è sempre stato spumeggiante, molto fisico e fatto di ritmi alti.
La presenza di giocatori come Terrence Jones, Kidd-Gilchrist o lo stesso Anthony Davis, tutti "grossi" ma molto mobili e veloci, ha permesso ai Wildcats fin'ora di imporre alle gare i già citati ritmi alti, ma allo stesso tempo di dominare fisicamente le squadre avversarie.
Anche nella finale del regional contro Baylor per esempio, Kentucky ha dimostrato che quando alza il ritmo e preme sull'acceleratore è in grado di creare un parziale favorevole in men che non si dica.
Affrontare Louisville tuttavia non sarà facile per i Wildcats, che dovranno sicuramente preservare Davis dal pericolo di troppi falli nelle prime battute di gara (la sua assenza forzata è stata l'unica cosa che li ha messi minimamente in difficoltà fin'ora) e cercare di contenere il backcourt dei Cardinals, che si può adattare bene ai loro ritmi. Una chiave per Kentucky in questa partita possono essere le due ali, Kidd-Gilchrist e Jones, che a mio modo di vedere non hanno di fronte giocatori di Louisville in grado di contenterli per tutto l'arco della partita.
KANSAS JAYHAWKS
Kansas arriva alle Final Four dopo una buona stagione, con alcuni alti e bassi, ma che ha garantito loro la testa di serie numero 2 nella Mid-West Region, vinta grazie a un'ottima partita contro la testa di serie numero uno di questa parte di tabellone, North Carolina.
L'entusiasmo della vitoria contro UNC può portare i Jayhawks a giocare una grande Final Four, guidati senza dubbio dal loro leader, Thomas Robinson.
Robinson era già un anello fondamentale, venendo dalla panchina, della Kansas dell'anno scorso e quest'anno è migliorato tantissimo, assumendosi il ruolo di leader della squadra e arrivando a lottare fino all'ultimo per il titolo di giocatore dell'anno del college basket con Anthony Davis, guidando le statistiche dei Jayhawks per punti e rimbalzi.
Robinson festeggia con Withey (photo by: AP photo/ Orlin Wagner) |
A tutto questo si aggiunge il grande lavoro di coach Bill Self, che ha dimostrato di saper preparare le partite in modo impeccabile, adattando il modo di giocare della sua squadra all'avversario che incontra, come visto per esempio nella finale del Regional contro North Carolina.
Alle Final Four Kansas affronterà Ohio State, scontro che in questa stagione significa sicuramente Thomas Robinson contro Jared Sullinger, due delle migliori ali grandi della Division One.
Tuttavia, anche se questo scontro è sicuramente molto interessante, possono essere decisivi altri aspetti di questa partita, per esempio il fatto che Kansas può contare su una superiorità fisica evidente sotto conestro, grazie a Whitey, che va sfruttata fino in fondo, magari facendo marcare dal centrone col numero 5 proprio Sullinger, permettendo a Robinson di riposarsi in difesa.
Un altro elemento fondamentale può essere Releford, che contro UNC è stato in grado di annullare totalmente Harrison Barnes, il miglior giocatore di North Carolina, e se riuscisse a fare lo stesso con Deshaun Thomas di Ohio State sarebbe un gran vantaggio per Kansas.
Il rischio più grande per la squadra di coach Self purtroppo però deriva da Taylor: le sue palle perse in alcune situazioni chiave di certe partite si sono verificate anche più decisive in negativo di quanto lo siano stati i suoi punti in positivo; speriamo che possa reggere la pressione che avrà addosso, non solo psicologica, ma anche data dalla forte difesa che Craft gli riserverà.
LOUISVILLE CARDINALS
Sorpresa! Alzi la mano chi a inizio anno, soprattutto dopo le 5 sconfitte in 7 partite, aveva pronosticato i Cardinals alle Final Four. Nessuno? Immaginavo. Non si può dire che Louisville sia una squadra di basso livello perchè non sarebbe giusto, i giocatori di livello ci sono, pensiamo solamente a Kuric, leading scorer della squadra e ottimo tiratore, a Dieng, il super stoppatore e rimbalzista oltre che a Russ Smith, secondo miglior realizzatore di squadra, una vera e propria mina vagante. Il mix non è completo senza i due giocatori più particolari della squadra: Chane Behanan e Peyton Siva. Behanan è un giocatore stranissimo, un'ala grande con un fisico possente ma con l'altezza di una guardia ma che incredibilmente riesce a portare a casa più di 7 rimbalzi per partita, molti dei quali in attacco, ed è anche un ottimo realizzatore in post basso.
Peyton Siva è senza dubbio il leader emotivo della squadra, croce e delizia di Louisville il piccolo playmaker alterna veri e propri colpi di genio a momenti di buio totale che possono decidere l'esito di una o più partite. E' in gran parte a lui che si devono le due strisce negative nella stagione dei Cardinals ma è altrettanto merito delle sue incredibili prestazioni se abbiamo potuto ammirare la squadra di Rick Pitino fino alla finale del torneo della Big East. Non abbiamo citato a caso il nome di coach Pitino, è lui infatti il vero ago della bilancia dei Cardinals, è lui il Re Mida della difesa, un trasformista imprevedibile che riesce a ingannare qualsiasi avversario con i suoi schemi imprevedibili, se volete una conferma chiedete a Florida, eliminata nelle Elite Eight anche e soprattutto dalla genialità di Pitino che nel secondo tempo passa da una difesa a "zona 2-3" a una difesa a uomo, scelta che ha spiazzato i Gators.
Pitino nel corso dell'anno ha cambiato non poco anche l'attacco dei Cardinals soprattutto per quanto riguarda il tempo di gestione dei possessi passando da una "balanced offense" a una "half-court offense", scelta che a prima vista poteva sembrare sconsiderata viste la taglia ridotta e le abitudini del quintetto ma che si è rivelata vincente pur riducendo il numero di punti segnati. Non dimentichiamo che i Cardinals sfiorano la doppia cifra di media con ben 6 giocatori per quanto riguarda le realizzazioni come dimostrano le statistiche dei 5 giocatori già citati a cui va aggiunto Chris Smith, ottima guardia il cui fratello non è nientemeno che J.R. Smith, guardia dei New York Knicks.
Chane Behanan mostra i muscoli (photo by http://louisville.straitpinkie.com) |
Pitino nel corso dell'anno ha cambiato non poco anche l'attacco dei Cardinals soprattutto per quanto riguarda il tempo di gestione dei possessi passando da una "balanced offense" a una "half-court offense", scelta che a prima vista poteva sembrare sconsiderata viste la taglia ridotta e le abitudini del quintetto ma che si è rivelata vincente pur riducendo il numero di punti segnati. Non dimentichiamo che i Cardinals sfiorano la doppia cifra di media con ben 6 giocatori per quanto riguarda le realizzazioni come dimostrano le statistiche dei 5 giocatori già citati a cui va aggiunto Chris Smith, ottima guardia il cui fratello non è nientemeno che J.R. Smith, guardia dei New York Knicks.
Louisville affronterà Kentucky, il cui campus dista pochissimi chilometri da quello dei Cardinals e per questo rappresenta una delle rivalità più sentite d'America, le rispettive tifoserie non possono nemmeno vedersi tanto c'è odio tra loro. Come in ogni buona rivalità però non mancano intrecci particolari, come sapete l'allenatore di UK è John Calipari, allenatore che in precedenza ha raggiunto le Final Four con altre due università: Memphis e UMass. Dovete sapere che Rick Pitino fu studente a UMass e che nel 1988 sarebbe dovuto diventarne allenatore per cambiare la storia del programma di basket ma la sua richiesta economica era troppo pretenziosa quindi l'università del Massahusetts decise di puntare su un allenatore alla prima esperienza: John Calipari. Se Pitino avesse accettato quel lavoro oggi avremmo le stesse Final Four? Chi lo sa, intanto godiamoci lo scontro tra le due università più importanti del Kentuky.
OHIO STATE BUCKEYES
"La NBA può aspettare, resto ai Buckeyes ancora un anno, ho scelto Ohio State perchè ritengo sia una squadra da Final Four e il mio obbiettivo è raggiungerle." Queste sono state le parole pronunciate da Jared Sullinger dopo l'eliminazione dell'anno scorso alle Sweet Sixteen per mano di Kentucky, proprio la squadra che i Buckeyes potrebbero incontrare in finale se riusciranno a sconfiggere Kansas nella semifinale.
Ohio State è una squadra paurosamente forte dal punto di vista fisico, potente a rimbalzo ma anche molto tecnica e veloce e quindi, per molti versi, simile a Kansas.
Il leader della squadra è ovviamente Jared Sullinger che, come già detto, poteva essere una delle prime 3 scelte al Draft NBA dell'anno scorso ma ha voluto prolungare il suo soggiorno nel suo stato natale per portare a termine il suo obbiettivo di vittoria. Questo obbiettivo è condiviso anche dai suoi compagni di squadra che potrebbero non essere tra le prime scelte al prossimo Draft, forse non avranno nemmeno un futuro in NBA ma non per questo non vanno considerati, parliamo infatti di giocatori di livello assoluto come Deshaun Thomas e Aaron Craft. Thomas è un ala al secondo anno il cui compito sarebbe stato quello di prendere il posto di Sullinger una volta che quest'ultimo fosse partito per la NBA ma, quando ha saputo che Sullinger sarebbe rimasto ha iniziato a lavorare sul suo gioco per guadagnare minuti diventando così un ottima ala piccola con un pericoloso gioco perimetrale e fronte a canestro oltre che alla sua solita grande dote di rimbalzista. Thomas è stato il vero mattatore dei Buckeyes nei primi turni del Torneo NCAA e nelle ultime partite della stagione regolare grazie anche agli ottimi tiri che gli procurava (e continua a procurargli) l'altra stella della squadra: Aaron Craft, un playmaker incredibile e completo, un ottimo passatore con un buon tiro da 3 punti ma che non disdegna qualche penetrazione a centro area. La migliore dote di Craft però è la difesa, senza dubbio è il miglior esterno difensivo dell'intera NCAA sia per quanto riguarda la difesa sul pallone sia per quella lontano dalla palla, il suo gioco nella propria metà campo è spesso la differenza tra la vittoria e la sconfitta per Ohio State.
Non è stato ancora nominato il terzo miglior realizzatore della squadra: William Buford, una guardia all'ultimo anno che in tutte le sue quattro stagioni a Ohio State ha sempre mantenuto la doppia cifra di media,un giocatore di personalità in grado di segnare il tiro della vittoria allo scadere come ha dimostrato più volte, un tiratore sublime a cui non si può concedere nemmeno 20 centimetri, motivo per cui Releford di Kansas non potrà distrarsi nemmeno un secondo.
La gara contro Kansas sarà interessantissima, in primo luogo per la sfida a due tra Thomas Robinson e Jared Sullinger, una sorta di anteprima NBA ma non sottovalutiamo anche l'accoppiamento Buford-Releford, per non parlare di Craft che dovrà dividersi tra Elijah Johnson e Tyshawn Taylor. Non stupitevi se vedrete in campo il freshman Amir Williams per più minuti rispetto al solito, è infatti lui l'unico giocatore del roster di Ohio State a sfiorare i famigerati 7 piedi di altezza di Withey ed è anche il giocatore a lui più simile.
In poche parole, se vi piace la pallacanestro non potete non guardare questa partita.
Ricapitoliamo un attimo. Le grandi squadre che tutti si aspettavano in finale? Ci sono. La sorpresa? C'è. La rivalità storica? C'è. La storia struggente in stile film hollywoodiano? C'è. Interessanti temi tattici? Ci sono. Un palazzetto meraviglioso e gigantesco gremito in ogni ordine di posto? C'è anche quello. Cosa chiedere di più da una competizione di basket? Nulla, quasi impossibile trovare di meglio, quindi non ci resta che una cosa da dirvi: buone Final Four.
OHIO STATE BUCKEYES
"La NBA può aspettare, resto ai Buckeyes ancora un anno, ho scelto Ohio State perchè ritengo sia una squadra da Final Four e il mio obbiettivo è raggiungerle." Queste sono state le parole pronunciate da Jared Sullinger dopo l'eliminazione dell'anno scorso alle Sweet Sixteen per mano di Kentucky, proprio la squadra che i Buckeyes potrebbero incontrare in finale se riusciranno a sconfiggere Kansas nella semifinale.
Ohio State è una squadra paurosamente forte dal punto di vista fisico, potente a rimbalzo ma anche molto tecnica e veloce e quindi, per molti versi, simile a Kansas.
Il leader della squadra è ovviamente Jared Sullinger che, come già detto, poteva essere una delle prime 3 scelte al Draft NBA dell'anno scorso ma ha voluto prolungare il suo soggiorno nel suo stato natale per portare a termine il suo obbiettivo di vittoria. Questo obbiettivo è condiviso anche dai suoi compagni di squadra che potrebbero non essere tra le prime scelte al prossimo Draft, forse non avranno nemmeno un futuro in NBA ma non per questo non vanno considerati, parliamo infatti di giocatori di livello assoluto come Deshaun Thomas e Aaron Craft. Thomas è un ala al secondo anno il cui compito sarebbe stato quello di prendere il posto di Sullinger una volta che quest'ultimo fosse partito per la NBA ma, quando ha saputo che Sullinger sarebbe rimasto ha iniziato a lavorare sul suo gioco per guadagnare minuti diventando così un ottima ala piccola con un pericoloso gioco perimetrale e fronte a canestro oltre che alla sua solita grande dote di rimbalzista. Thomas è stato il vero mattatore dei Buckeyes nei primi turni del Torneo NCAA e nelle ultime partite della stagione regolare grazie anche agli ottimi tiri che gli procurava (e continua a procurargli) l'altra stella della squadra: Aaron Craft, un playmaker incredibile e completo, un ottimo passatore con un buon tiro da 3 punti ma che non disdegna qualche penetrazione a centro area. La migliore dote di Craft però è la difesa, senza dubbio è il miglior esterno difensivo dell'intera NCAA sia per quanto riguarda la difesa sul pallone sia per quella lontano dalla palla, il suo gioco nella propria metà campo è spesso la differenza tra la vittoria e la sconfitta per Ohio State.
Non è stato ancora nominato il terzo miglior realizzatore della squadra: William Buford, una guardia all'ultimo anno che in tutte le sue quattro stagioni a Ohio State ha sempre mantenuto la doppia cifra di media,un giocatore di personalità in grado di segnare il tiro della vittoria allo scadere come ha dimostrato più volte, un tiratore sublime a cui non si può concedere nemmeno 20 centimetri, motivo per cui Releford di Kansas non potrà distrarsi nemmeno un secondo.
La gara contro Kansas sarà interessantissima, in primo luogo per la sfida a due tra Thomas Robinson e Jared Sullinger, una sorta di anteprima NBA ma non sottovalutiamo anche l'accoppiamento Buford-Releford, per non parlare di Craft che dovrà dividersi tra Elijah Johnson e Tyshawn Taylor. Non stupitevi se vedrete in campo il freshman Amir Williams per più minuti rispetto al solito, è infatti lui l'unico giocatore del roster di Ohio State a sfiorare i famigerati 7 piedi di altezza di Withey ed è anche il giocatore a lui più simile.
In poche parole, se vi piace la pallacanestro non potete non guardare questa partita.
Ricapitoliamo un attimo. Le grandi squadre che tutti si aspettavano in finale? Ci sono. La sorpresa? C'è. La rivalità storica? C'è. La storia struggente in stile film hollywoodiano? C'è. Interessanti temi tattici? Ci sono. Un palazzetto meraviglioso e gigantesco gremito in ogni ordine di posto? C'è anche quello. Cosa chiedere di più da una competizione di basket? Nulla, quasi impossibile trovare di meglio, quindi non ci resta che una cosa da dirvi: buone Final Four.
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