di Luca Ngoi
Nella dodicesima giornata della regular season NBA è buono il primo impegno di Keith Smart sulla panchina dei Sacramento Kings, che ritrovano anche un ottimo Cousins, mentre cadono due delle tre grandi impegnate nella notte, ovvero Lakers e Mavs rispettivamente contro Spurs e Blazers; successo invece per gli Heat privi di Lebron e Wade che dopo ben tre overtime hanno la meglio degli Atlanta Hawks i quali si confermano dunque un cliente scomodo per la squadra della Florida. Come sempre il nostro blog vi presenta i migliori e i peggiori della nottata appena passata.
TOP: SACRAMENTO KINGS. Probabilmente era solo una questione di coach perchè la squadra della capitale californiana cominciasse a volare. Una volta esonerato Paul Wesphal infatti i Kings hanno la meglio sui Bucks, squadra mai facile da affrontare e che col clima regnante fino a qualche ora fa in casa Sac-Town probabilmente sarebbe riuscita a vincere. Ovviamente la cura Smart non è giudicabile dopo una sola partita, ma il ritorno di Cousins in quintetto (e che ritorno: 19 punti e 15 rimbalzi per l'ex Kentucky) e la ritrovata vena di Tyreke Evans aiuteranno questa squadra, che sotto l'ex coach dei Golden State Warriors tenderà a correre ancora di più di quanto fatto finora.
FLOP: DALLAS MAVERICKS. Il calendario di questa stagione è decisamente stressante per qualsiasi squadra, ma l'edizione dei Mavs post titolo non è di quelle finora soddisfacenti, data l'eccessiva tendenza ad accendere e spegnere dei ragazzi di coach Carlisle. Jason Kidd, dall'alto della sua età, non può garantire un rendimento accettabile ogni sera (virgola contro San Antonio), Nowitzki ha bisogno di tempo per ingranare la marcia e riuscire a trascinare i suoi, che senza una vera guida sembrano molto spesso brancolare nel buio. Ci vuole tempo per adattarsi ai tanti nuovi giocatori innestati dal mercato.
LA SORPRESA: PORTLAND TRAIL BLAZERS. Il record parla chiaro: sei partite e una sola sconfitta per la franchigia dell'Oregon, che sta riuscendo a far fronte alla perenne assenza di Greg Oden e al ritiro forzato di Brandon Roy nel migliore dei modi grazie al solito LaMarcus Aldridge e a un ritrovato Gerald Wallace, un po' spaesato all'arrivo a Portland a stagione in corso l'anno passato ed ora nuovamente padrone del suo gioco. Se a tutto ciò aggiungiamo l'elettricità di Wes Matthews (che di fatto a sostituito Roy) e l'affidabilità di Jamaal Crawford dalla panca la somma non può che essere una squadra solida e in grado di lottare per un buon posto nei playoff.
SARANNO FAMOSI: TERREL HARRIS. L'assenza dei "Big 2" a Miami ha il merito di scongelare dalla panchina giocatori che finora avevano visto poco il campo. La guardia da Oklahoma State Terrel Harris è uno di questi, e nella gara vinta ad Atlanta sfodera una prova da 9 punti (massimo stagionale) e, udite udite, 14 rimbalzi, che non sono un errore di stampa del sito nba.com ma sono reali. Probabilmente col ritorno dei due padroni della squadra il ventiquattrenne texano non avrà più molto spazio (dato il triplo supplementare si è sparato ben 44 minuti di gioco, naturale massimo in carriera), ma gli Heat sanno di poter contare quest'anno su una panchina profonda e affidabile nel momento del bisogno.
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