venerdì 13 gennaio 2012

NBA Regular Season Day 19; un super Howard stende Golden State, i Knicks cadono in trasferta

di Luca Ngoi


Diciannovesima notte in NBA con poche partite giocate e con la terza volta di un giocatore che segna quaranta o più punti: parliamo di Dwight Howard, che ne mette 45 per annichilire le resistenze dei Warriors. Nelle altre gare vittoria di Memphis in casa contro New York, di Cleveland a Phoenix, di Milwaukee su Detroit e infine il facile successo degli Atlanta Hawks contro gli Charlotte Bobcats. Nell'assegnare i "premi" di giornata oggi non inseriamo nessun flop un po' per lo scarso numero di gare giocate e un po' perchè nessuna squadra ci ha particolarmente deluso in negativo quindi inseriamo un doppio premio per il miglior rookie della notte date le gare molto ispirate di due giocatori al primo anno. Stiamo a vedere.

TOP: DWIGHT HOWARD. Come abbiamo detto 45 punti, conditi dalla bellezza di 23 rimbalzi per il centro di Orlando, che costringe i Warriors a ricorrere alla scorretta pratica dell' hack-a-Dwight per larghi tratti di gara. Tattica che comunque non ha alcun effetto perchè il ragazzone di Atlanta domina in lungo e in largo contro un front court peraltro privo di Kwame Brown, piuttosto scarso tecnicamente ma pur sempre un corpo da opporre contro la sua presenza. Insomma, se mai i Magic dovranno rinunciare al loro centro titolare (che ha comunque specificato di non gradire proprio la destinazione Golden State) rimpiangeranno questi giorni.

LA SORPRESA: MEMPHIS GRIZZLIES. La vita senza Zach Randolph è difficile e proprio per questo ogni vittoria contro le grandi squadre come New York assume un valore ancora più importante. La squadra sta cercando di rispondere all'assenza di uno dei suoi leader riassestando un po' l'attacco, e l'operazione non è sempre facile, ma quando ritrova un Rudy Gay ispirato (contro i Knicks 26 punti e 5 rimbalzi) allora può tornare quella arrivata ad un passo dalla finale di Conference lo scorso anno. L'atletismo c'è e il talento pure, è solo una questione di abitudine, alla vittoria e ai nuovi schemi.

SARANNO FAMOSI 1: KYRIE IRVING. Se Cleveland vince a Phoenix e ritrova un record al 50 percento lo deve in gran parte al suo rookie e playmaker che sforna una gara da 26 punti e 6 assist, conditi da una crescente sicurezza offensiva. Ormai l'infortunio che lo aveva attanagliato in quel di Duke sembra superato e il ragazzo non ha paura di mostrare il suo gioco che miscela gite al ferro con tiri da fuori (2/4 da tre contro i Suns) che lo aveva reso famoso prima alla High School e poi in maglia Blue Devils. Non sarà Lebron a livello mediatico, ma i Cavs hanno sicuramente scelto bene l'uomo su cui ricostruire la franchigia.

SARANNO FAMOSI 2: BRANDON KNIGHT. I suoi Pistons, a differenza dei Cavs, fanno ancora fatica a vedere la luce in fondo al tunnel visto che perdono anche a Milwaukee, ma il playmaker uscito da Kentucky inizia a prenderci sempre di più la mano. 20 punti e 3 assist con solo due errori al tiro nella notte del numero 7, che insieme a Greg Monroe costituisce la più grande speranza per la squadra del Michigan, davvero poca roba se si escludono questi due giovani talenti. Diversamente da Irving per lui non c'erano le scorie di un infortunio a giustificare un andamento iniziale lento, ma semplicemente necessitava di un po' di adattamento alla nuova Lega e di fiducia da parte di squadra e allenatore.

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