di Luca Ngoi
Più di metà mese giocato in NBA e i colpi di scena non finiscono mai. Tra le tante partite giocate nell'ultima notte abbiamo avuto la riprova dell'onnipotenza cestistica di Kobe Bryant, che per la terza partita di fila va oltre i 40 punti e stende i Cleveland Cavaliers. Ad Est invece sono sempre i Chicago Bulls a farla da padroni, visto che anche al TD Banknorth Garden di Boston fanno valere la legge dell'MVP imponendosi facilmente 88-79; i Raptors senza Andrea Bargnani si arrendono in casa contro Indiana, mentre a sorpresa New Jersey batte una Phoenix in leggero calo e prosegue il cammino dei Philadelphia 76ers vittoriosi anche contro i Wizards. Ad Ovest invece i Portland Trail Blazers si confermano difettosi in trasferta visto che perdono a San Antonio, mentre Minnesota si impone a sorpresa su New Orleans, Dallas annichilisce Milwaukee e i Denver Nuggets del nostro Gallinari impongono la quarta sconfitta ai Miami Heat. Come al solito adesso fermiamoci e andiamo a vedere i top e i flop dell'ultima notte.
TOP: KOBE BRYANT. Contro Cleveland sono 42 per il Black Mamba, ormai indescrivibile con qualsiasi aggettivo. La sua strapotenza è infinita e sembra davvero in un momento di forma quasi mai avuto anche nella sua già straordinaria carriera. L'ipotesi che avanziamo è che voglia dare un segnale forte alla Lega e quindi ai suoi avversari: il 24 c'è e non scherza quindi chiunque abbia vagamente voglia di aggiudicarsi l'anello dovrà ancora passare sul suo corpo. E che corpo. Per la cronaca avrebbe sempre un polso mal funzionante, ma questi sono dettagli.
FLOP: MIAMI HEAT. La macchina perfetta delle prime partite sembra essersi inceppata e contro Denver arriva la terza sconfitta consecutiva per Lebron e compagni che, fatti salvi i 35 del Prescelto sono davvero poca roba nella partita in Colorado, pur tirando con buone percentuali dalla lunga distanza, probabilmente a non funzionare, ancora una volta, è la fluidità di gioco, alle stelle prima dell'infortunio di Wade (e i risultati si sono visti) e ai livelli (scarsi) dell'anno scorso ora che il numero 3 è ritornato nella compagnia. Questione di rodaggio.
LA SORPRESA: DENVER NUGGETS. Come Portland sono una squadra senza un vero leader designato (anche se forse il nostro Gallo si avvicina un po' a quel ruolo), e questa peculiarità a volte è un bene mentre altre può essere un male. Nell'ultima nottata, come in altre sette precedenti, la cosa ha giocato a favore dei Nuggets, altra compagine senza un vero playbook rigido in stile San Antonio Spurs ma bensì dotata di un canovaccio base sul quale i giocatori sono spesse volte liberi di improvvisare. Quando in squadra hai interpreti quali Lawson, Fernandez, Gallinari, Brewer e Nenè il risultato può essere strabiliante, e questo è uno di quei casi.
SARANNO FAMOSI: MARSHON BROOKS. Molte volte vi abbiamo raccontato di come il rookie di New Jersey abbia sfornato grandi prestazioni non coincise con la vittoria della squadra, mentre oggi (anche grazie ai 35 punti e 14 assist di Deron Williams), la guardia da Providence mette sul banco 20 punti e 5 rimbalzi e i Nets riescono a imporsi in quel di Phoenix. Che sia un realizzatore terrificante appare ormai chiaro, e se davvero D-Will saluterà il gruppo la prossima estate perlomeno la prossima squadra di Brooklyn saprà già su chi puntare per la futura rifondazione.
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