sabato 25 febbraio 2012

Il Team Chuck fa suo il Rising Stars Challenge, ma la notizia non sta nel risultato

di Luca Ngoi


Il nuovo formato della nuova Rising Stars Challenge, fu Rookie Challenge, doveva garantire più equilibrio e, se non proprio una partita vera, perlomeno punteggi più umani e magari un minimo di difesa, e invece anche a questo giro si sono ripresentate le care vecchie abitudini, merito delle scelte del "Black Pat Riley", all'anagrafe Shaquille O'Neal che ha interpretato magistralmente il suo ruolo di General Manager scegliendo la bellezza di sei playmaker, ovviamente inadeguati a fronteggiare l'atletismo del Team Chuck, quello messo insieme da un distratto Charles Barkley, che durante la gara ha ammesso candidamente ai microfoni di Craig Sager: "ci pagano per guardare queste partite". Finalmente è stato detto anche questo, ed in effetti solo un personaggio come Sir Charles poteva riuscirci.
Passando alle note "tecniche", se così si possono definire ovviamente non si sono contate le schiacciate, gli alley hoop e le giocate di grande fantasia sciorinate da questi ragazzi, piuttosto vogliosi in generale, con qualche eccezione (leggasi Greg Monroe, visibilmente fuori luogo nel contesto). Tra tutti i rookie e i sophomore mostrati ieri notte citiamo ovviamente l'MVP di serata, quel Kyirie Irving autore alla fine di 34 punti con 9 assist e la perfezione al tiro da 3 con un 8/8 che sicuramente farà sorridere i suoi Cavs che sperano in altrettanta precisione dalla lunga distanza anche alla ripresa delle operazioni, ma assieme a lui meritano una menzione d'onore anche Ricky Rubio, protagonista di quello che a mio modesto parere è il momento (tecnico) della serata, quando si è esibito in un tunnel alla Leo Messi a centrocampo su Demarcus Cousins, per poi finire con un lob per l'alley hoop gentilmente offerto da un Blake Griffin che per la verità si è visto ben poco in campo (soltanto 10:33 minuti di impiego per lui, ma lo ritroveremo domani notte) così come Jeremy Lin, fatto esibire per 8 minuti e spiccioli un po' a sorpresa, dato il momento tutto particolare del taiwanese che, sempre a mia opinione, mi aspettavo giocasse non meno di 20 minuti. Dall'altra parte, oltre a Irving, per il Team Chuck si è visto un John Wall decisamente in palla e con voglia di dimostrare che la sua annata storta è soltanto qualcosa di passeggero, non come la vena creativa di Marshon Brooks, protagonista ma in negativo con quello che a mani basse va annoverato come il "blooper", l'errore della serata, quando da solo sotto il canestro avversario ha provato ad avventurarsi in una schiacciata raccogliendo il rimbalzo sul parquet salvo sbagliare clamorosamente il tempo di salto e impatto con la sfera e rifugiarsi quindi in un passaggio in extremis per la susseguente schiacciata di Evan Turner: esilarante. Proprio come quello che va considerato a tutti gli effetti l'highlight della partita, ma non parliamo di un gesto tecnico, o meglio avremmo potuto parlarne ma non sarà così. Merito di quel burlone di Greg Monroe, come detto estraneo al gioco per 39 minuti salvo riscattarsi proprio nelle ultime battute di gioco con un'azione mai vista, anche in questo tipo di gare. Quando mancano solo pochi scampoli di gioco e tutti stanno ormai visibilmente camminando, anzi si è addirittura fermi, John Wall decide di approfittarne e di improvvisare un suo personale antipasto dello Slam Dunk Contest di oggi e quindi va per la schiacciata roboante dopo un auto-assist con rimbalzo sul terreno di gioco, ma non ha fatto i conti con il simpaticissimo Greg, che proprio nel momento appena precedente il decollo del playmaker dei Wizards interviene sulla palla a spicchi sottraendogliela. Quando sono quasi le 5 del mattino sono cose come queste che ti regalano la soddisfazione di aver resistito fino a quell'ora e di non essere crollato prima. Grazie Greg.

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