di Claudio Pavesi
E' questo il caso di Tony Parker, il playmaker franco-belga dei San Antonio Spurs, che ha tagliato l'ennesimo grande traguardo della sua carriera proprio l'altra notte nella vittoria degli Spurs sui Thunder diventando il leader negli assist nella storia della franchigia texana per cui ha giocato tutte le sue 11 stagioni da professionista NBA. Il playmaker trentunenne ha sorpassato Avery Johnson, attuale allenatore dei New Jersey Nets, raggiungendo quota 4477 assist in carriera, cifra che gli permette anche la postazione numero 72 nella classifica NBA di quella particolare specialità. L'ex marito dell'attrice Eva Longoria può aggiungere un'altro riconoscimento al suo palmarés che comprende anche 3 convocazioni all'All-Star Game, 3 titoli di Campione NBA e 1 titolo di MVP delle Finali, per non parlare del fatto che Parker è stato uno degli innovatori del suo ruolo, è infatti uno dei primi ad essere etichettato come scoring point guard e può essere dunque onorato del merito di aver spianato la strada a giocatori come Russell Westbrook e Derrick Rose. Questo nuovo record è la conferma del fatto che Parker è uno dei migliori europei che abbiano mai giocato in NBA e potrebbe anche essere uno dei motivi per cui in futuro vedremo la sua maglia numero 9 appesa al soffitto dell' AT&T Center.
L'altro record raggiunto in nottata è forse leggermente più prestigioso e porta il nome di Kobe Bryant. Il numero 24 più famoso del mondo, nella sconfitta di questa notte contro i 76ers, davanti al pubblico della suo città natale, ha superato Shaquille O'Neal nella classifica dei giocatori col maggior numero di punti segnati nella storia dell'NBA portandosi così al quinto posto, a ridosso di Wilt Chamberlain, quarto, e Michael Jordan, terzo assoluto. Kobe aveva già superato il suo amico-nemico Shaq nel numero di titoli NBA vinti nel 2010 quando conquistò l'anello di campione per la quinta volta, ciò nonostante Shaquille O'Neal è stato tra i primi a fare i complimenti a Kobe per averlo superato nella classifica dei più grandi realizzatori di sempre e non avuto problemi a definirlo "The Greatest Laker Ever". La guardia dei Lakers ha 33 anni e non dovrebbe avere problemi a superare Chamberlain e Jordan già nella prossima stagione se dovesse continuare a segnare con le stesse medie con cui sta tirando ora, anzi, come se non bastasse, Kobe ha una media punti a partita maggiore anche dei primi due scorer di sempre, Karl Malone e Kareem Abdul-Jabbar, quindi, se dovesse giocare il loro stesso numero di partite, potrebbe superarli diventando il più grande realizzatore della storia ma per fare ciò non dovrebbe mai mancare una partita per le prossime 5 stagioni oltre ovviamente a questa in corso, senza mai abbassare la sua media punti a partita. Kobe si è detto esaltato per il traguardo raggiunto ma ha rivelato che ormai vede la fine della sua carriera molto vicina e ha anche ricordato che il suo obbiettivo è raggiungere Jordan, non nei punti segnati ma negli anelli conquistati, per questo ha dichiarato "Quello di oggi è un gran traguardo ma non so se potrò raggiungere gli altri dato che non mi sono rimaste molte partite da giocare, quello che voglio davvero è solo il sesto titolo, non chiedo altro."
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