martedì 28 febbraio 2012

Matchups: Paola Ellisse

intervista realizzata da: Davide Quaranta.

Torna la rubrica delle interviste di Basketzone RTP, e lo fa con un altro componente del team "Sky" che segue il basket a stelle e strisce: Paola Ellisse, che spazia dalle sue prime esperienze a contatto con la pallacanestro, al progetto da lei sostenuto per i bambini malati, fino ai soliti, immancabili pronostici.

Come e quando è nata la passione per la pallacanestro?
La passione è nata nel 1987, quando ho conosciuto quello che poi sarebbe diventato mio marito, Franco Boselli. Lui cominciava la carriera, io seguendolo ho cominciato ad incuriosirmi nei confronti di questo sport che mi coinvolgeva, ho sentito il desiderio di capire quanto accadeva in campo. Da lui mi facevo spiegare tutto, e lui pazientemente mi ha insegnato.

Visto che è molto tempo che segui il basket come è cambiato secondo te questo gioco col passare del tempo?
E’ cambiato moltissimo. Se oggi guardi una partita degli anni 80 tutti sembrano lenti, tra difensore ed attaccante c’e’ sempre uno spazio che oggi è impensabile, ma soprattutto la differenza si vede a livello fisico. 30 anni fa un Antonello Riva era un unicum, oggi gambe come esplosive le sue sono la norma. In compenso alcune doti tecniche si sono un po’ perse, sacrificate all’atletismo.

C'è stata la violenta esplosione di Jeremy Lin, cosa ne pensi? Potrà durare tanto?
Se Lin non avesse giocato a New York probabilmente non ci sarebbe stata tutta questa risonanza mediatica intorno a lui. Certo, l’exploit di cui è stato protagonista è strabiliante, ma starei con la dichiarazione di LeBron: “ha giocato 11 partite, aspettiamo a giudicare”. Sembra che la testa sia quella giusta, il ragazzo pare avere i piedi saldamente piantati per terra, ma è troppo presto per esprimere qualsiasi parere, e troppo spesso abbiamo visto pronostici ribaltati in questo senso.

Parlando di basket nostrano; Siena è da considerarsi competitiva anche per la vittoria finale in Eurolega?
Siena è senz’altro una possibile protagonista da final four, poi quando sei a quel punto vale tutto. Ci sono ancora 2 mesi, durante i quali puo’ succedere di tutto. Per vincere l’Eurolega essere forti è fondamentale, ma è necessaria anche un po’ di fortuna, quella che per esempio ti porta a competere nei momenti più importanti con il roster al completo e con la testa libera da altri pensieri. L’augurio è che Siena possa arrivarci ed essere al 100%. Farebbe molto bene al nostro basket.

Cosa ne pensi della Milano di questo periodo?Dopo tanti cambiamenti (visto anche l'addio di Nicholas), può migliorare?
Non ho visto Milano con continuità, quindi l’opinione si basa su quanto letto e sul poco che ho visto. La sensazione è che l’Olimpia sia una Ferrari che, non da quest’anno, viaggia con il freno a mano tirato. Ci sono giocatori tecnicamente validi ma un po’ troppo “soft” nell’atteggiamento, ce ne sono alcuni visibilmente in difficoltà “mentale”, dare spazio ai giovani è difficile in una città come Milano dove il “tutto e subito” è necessità; oppure succede che Alessandro Gentile, arrivato in corsa e solo 19enne, prenda i primi 3 tiri in una partita di Eurolega, o l’ultimo tiro a fil di sirena, cosa che in una squadra con gerarchie ferree difficilmente potrebbe succedere. Difficile capire da dove cominciare per trovare gli equilibri.

Passiamo alla Nazionale: il peggio è passato? Con la generazione "d'argento" (l'Under 20) e gente come Della Valle possiamo tornare a sognare?
La Nazionale a mio parere paga il fatto che gli italiani siano stati troppo protetti negli ultimi anni. La regola dei 6 italiani a referto ha fatto in modo che la competitività tra i nostri ragazzi sia diminuita, perché molti di loro trovavano ingaggi a prescindere dal merito. Se a questo aggiungiamo la “fuga di talenti”- cioè il fatto che tanti ragazzini non trovando strutture o società pronte ad accoglierli si siano dedicati ad altri sport – e l’abbandono delle attività giovanili da parte di tante società, è comprensibile che mettere insieme una Nazionale competitiva diventi difficile. La speranza è che i 20enni d’argento diano una spinta ad una crescita che sembra essere iniziata, ma temo che la strada per tornare ai massimi livelli sia ancora lunghetta.

Segui anche il basket femminile, oppure ti limiti a quello più vivace giocato dagli uomini?
Purtroppo non ho mai avuto modo di seguire con particolare attenzione il basket femminile, mi manca il tempo per farlo, e questa è senz’altro una mancanza da parte mia. Com'è avere successo in un campo sportivo prettamente maschile come questo?
Da tempo sono abituata ad essere l’unica donna in un mondo popolato da maschi. Non è facile, sei sempre nel mirino dei critici, perché il mondo dello sport è abbastanza maschilista. Io però sono stata fortunata perché ho trovato persone stupende con le quali lavorare, nessuno mi ha mai fatto sentire a disagio per il fatto di essere una donna. So di essere “diversa”, so che questo mi rende più vulnerabile, e quindi mi obbliga ad essere più forte. E quando mi arriva qualche critica che ritengo gratuita, o qualche insulto, penso che faccio il lavoro più bello del mondo, e la voce di qualche incavolato non potrà mai cambiare questo fatto.

Hai cominciato a Telepiù con calcio e tennis, molti si sarebbero fermati al calcio ,sport più seguito, perchè hai voluto puntare proprio sul basket?
Ho fatto anche la Formula 1, ma il basket è sempre stato il mio punto di arrivo. So che molti avrebbero fatto qualsiasi cosa per andare a bordo campo per una partita della Juve o del Milan, io quando ero all’Olimpico o a San Siro morivo di noia….mentre quando sono in un palazzetto non mi annoio mai! E poi vuoi mettere poter lavorare con gente come Flavio, Federico e tutti gli altri della squadra Sky?

Sei una dei volti del progetto "Primo Salto" che coniuga lo sport alla salute dei bambini, cosa ci puoi dire di questo progetto?
Come qualsiasi progetto che riguarda i bambini, Primo Salto merita tutta l’attenzione da parte di chiunque possa spendere il proprio nome o la propria immagine per sostenerlo. Si spera che possa avere sempre più appoggio anche dal mondo del basket istituzionale. La nostra pallacanestro ha bisogno anche di rendersi utile per tornare a farsi amare.

Ultima domanda al quale tutti sono sottoposti: chi vince l'NBA, chi l'Eurolega, chi l'NCAA e chi la serie A?
Santo cielo, non ho mai indovinato un pronostico nella mia vita! Allora: NBA Miami, Eurolega CSKA, NCAA North Carolina, Serie A Siena. Non molto originale, vero?!

Ringraziando Paola per la sua estrema disponibilità e cordialità, le auguriamo tutte cose belle per il futuro professionale e non, e invitiamo voi lettori a continuare a seguire Basketzone RTP per gli aggiornamenti dal mondo della pallacanestro e per le prossime interessantissime interviste.

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