di Claudio Pavesi
Molti dicono che l'NBA stia diventando soft rispetto al passato e che non ci siano più le rivalità di una volta, a questo proposito negli ultimi giorni due giocatori si sono impegnati per smentire la diceria, Kevin Love dei Minnesota Timberwolves e Luis Scola degli Houston Rockets. L'argentino infatti, provando a salvare un palla diretta fuori dal campo, aveva tirato una vera e propria fucilata nel basso ventre della stella di Minnesota costringendolo ad una sosta in panchina per riprendersi. Love era convinto dell'intenzionalità della mossa di Scola e ha pensato bene di vendicarsi nell'incontro successivo tra le due squadre in cui prima ha rifilato la classica "mannaiata" in occasione di un tiro dell'ala dei Rockets mandandolo a terra e successivamente, dato che il fallo di Love incredibilmente non era stato sanzionato, ha pensato bene di infierire tirando un calcio in faccia all'argentino. Il fatto è strano perchè Love non è famoso per essere un giocatore sporco, ciò nonostante Scola non si è arrabbiato e ha detto nel post partita che cose del genere possono succedere e che l'unica cosa che lo ha innervosito è stato il mancato fischio dell'arbitro sul contatto precedente. Per questa bravata Love sarà sospeso per due partite.
Non sono solo i giocatori ad arrabbiarsi, a volte succede anche agli allenatori, prendiamo il caso di Mike Brown, coach dei Los Angeles Lakers, che dopo una disattenzione di Gasol nella partita contro i Jazz, ha perso completamente il controllo, è entrato in campo prendendo a male parole gli arbitri che gli intimavamo di tornare in panchina. Non rispondendo agli ordini la terna arbitrale ha deciso di rifilargli un doppio fallo tecnico e di conseguenza un'espulsione, cosa che ha fatto aumentare la rabbia dell'ex allenatore dei Cleveland Cavaliers fino a portarlo a rifilare un notevole "spintone" all'arbitro Zach Barba. Le scuse dell'head coach non sono bastate ad evitargli una squalifica di una partita e una multa da 25000 dollari, sicuramente non sta seguendo lo stile zen del suo predecessore su quella panchina.
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