di Luca Ngoi
Il primo è stato Brandon Roy con l'annuncio del suo ritiro. Poi è arrivata la notizia della ricaduta dello storico infortunio a Greg Oden, che rischia di saltare un'altra stagione: la terza in cinque anni, che va ad aggiungersi ad altri piccoli malanni fisici che hanno assillato il centrone ex Ohio State. Di ieri invece la notizia che anche LaMarcus Aldridge dovrà sottoporsi ad un intervento per verificare l'esatto funzionamento del sistema elettrico all'interno del suo cuore che per ora dovrebbe fargli saltare soltanto dai cinque ai sette giorni di allenamento, ma che se non dovesse mostrare i risultati sperati potrebbe costringerlo addirittura ad abbandonare i parquet.
Insomma, Portland aveva sperato in un inizio di stagione piuttosto diverso. Il problema al ginocchio di Roy era noto a tutti da molto tempo, ma evidentemente la gravità era tale da non fornire alternative al ritiro. E in effetti qualche segnale che la guardia col numero 7 non sarebbe più stato lo stesso giocatore che aveva abbagliato gli addetti ai lavori e i comuni fans c'era già stato durante gli scorsi playoff, dove nella serie giocata contro i Dallas Mavericks era ormai palese che la sua già non sfolgorante rapidità era ulteriormente diminuita, ma nonostante tutto ciò era comunque stato in grado di decidere una delle gare della serie stessa, poi vinta da quelli che sarebbero diventati i futuri campioni NBA. Da lì in poi si era parlato di un suo utilizzo solo da sesto uomo, e in seguito di una eventuale cessione a Golden State; Brandon ci ha provato fino all'ultimo a rimanere in questa Lega, ma ha dovuto demordere fermato dai medici. Un peccato non solo per Portland ma per tutto il movimento cestistico perchè un talento del genere non si sforna tutti i giorni e se fosse stato sempre in forma i TrailBlazers sarebbero potuti diventare una potenza ad Ovest.
Diverso il discorso per Oden, i cui problemi sono cronici sin dal suo arrivo con la prima scelta nel 2007, anno saltato in toto. Una nuova ricaduta non fa presagire nulla di nuovo per uno dei giocatori più sfortunati che la NBA ricordi negli ultimi dieci anni. La notizia di un intervento anche per Aldridge rischia però di sfaldare completamente i piani della dirigenza dell'Oregon, notoriamente seria e orientata a progetti a lungo termine che, se anche l'attuale ala grande della squadra dovesse dare forfait verrebbero distrutti in un sol colpo e senza possibilità di appello. Se la stagione dei Blazers non dovesse essere una di quelle da ricordare non dite che non vi avevamo avvisati.
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