di Claudio Pavesi
La vita non è un film, cantavano gli Articolo 31, ma certe volte può sembrarlo. Alcune volte, a sentire certe storie, viene da credere che ci debba essere per forza uno sceneggiatore o un autore in grado di decidere il corso degli eventi e non si aspetta altro che qualcuno ti dica "ok per oggi abbiamo finito con le riprese, possiamo tornare a casa" ma purtroppo questa è la vita vera e certe storie sono reali come quella di Thomas Robinson, ala grande di 2.09 metri dei Kansas Jayhawks. Thomas è un junior che nella scorsa stagione è esploso diventando il giocatore chiave dalla panchina e quest'anno, approfittando della partenza dei fratelli Morris in direzione NBA, si è confermato leader della squadra numero 13 del ranking grazie ad i suoi 18 punti e 11.5 rimbalzi di media.
La sua vita comincia il 18 Marzo 1991 a Washington D.C. da una madre di soli diciasette anni, il padre? ovviamente sparisce prima del parto, altrimenti che film sarebbe? Il ragazzo cresce soprattutto con i nonni materni mentre la madre si giostra tra mille lavori part time per arrivare alla fine del mese. Robinson intanto diventa sempre più grande e più maturo dato che a undici anni viene incaricato della prima vera responsabilità: occuparsi della sorellina appena nata, la piccola Jayla a cui Robinson tiene più di ogni altra cosa al mondo.
Gli anni passano e la strada sembra essere in discesa per la famiglia Robinson, arriva infatti la borsa di studio per Thomas da parte di Kansas e questo significa risparmiare migliaia di dollari e frequentare un'università decisamente fuori portata per i portafogli di casa Robinson, come se non bastasse il talento cestistico è abbastanza per approdare in NBA nel giro di tre anni tanto che i problemi economici iniziavano a diventare solo un ricordo lontano, bisognava solo stringere la cinghia per 36 mesi ma è allora però che la vita di Thomas Robinson viene completamente rivoluzonata. A fine dicembre 2010 perde la tanto amata nonna, ciò distrugge moralmente tutti i membri della famiglia che devono anche attrezzarsi per affrontare le spese per il funerale. A metà gennaio il destino gioca un'altro brutto scherzo con la notizia della morte del nonno.
Ma la vita continua tanto che dopo cinque giorni da questa funesta notizia bisogna giocare la partita dell'anno, quella con i Texas Longhorns, ma ecco che il cellulare di Thomas inizia a squillare. E' Jayla, la sorella che adesso ha nove anni. Vorrà augurare buona fortuna al fratello? Purtroppo no, deve annunciargli che la trentasettenne madre è improvvisamente morta per un attacco di cuore. In un mese Robinson ha perso tutti tranne la sorella di nove anni di cui si deve occupare benchè non abbia uno stipendio fisso. Robinson però si è dimostrato maturo tanto da esserci il giorno dopo in campo contro Texas, nonostante sia arrivata una sconfitta, ma soprattutto da esserci per la sorella, trasferita da Washington D.C. fino nel Kansas dove amici fidati del coach Bill Self si sono offerti per fare da tutori. Robinson è diventato semre più maturo, in campo e fuori, tanto da essere considerato una delle prime quattordici scelte del prossimo draft NBA sperando che, con il primo contratto, possa finalmente regalare una bella casa spaziosa anche alla piccola Jayla.
Nessun commento:
Posta un commento